Vomero: dopo la tragedia sfiorata inizia la potatura
“ Un noto detto napoletano afferma che “alla Basilica di Santa Chiara, dopo che fu saccheggiata, misero i portoni di ferro ” per ricordare ciò che accadde alla famosa chiesa partenopea provvista di solide porte di ferro, al posto del preesistente debole portale di legno, ma solo dopo che i ladri avevano già perpetrato i loro furti a danno del luogo sacro – esordisce Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori collinari – Così al Vomero c’è voluta la caduta di un ramo che avrebbe potuto generare una tragedia di ben più gravi proporzioni, perché si ponesse mano alle operazioni di potatura dei platani, operazione richiesta più volte nei mesi passati. Anche nel marzo scorso lanciavo, attraverso il mio blog ( http://www.napolitoday.it/blog/vomero/sos-dal-vomero-per-la-potatura-degli-alberi.html ), l’ennesimo SOS per sollecitare gli uffici competenti a potare le alberature stradali del Vomero, con particolare riferimento a quelle presenti proprio in via Luca Giordano ed in via Scarlatti, con platani che arrivavano oramai fino al quarto piano degli edifici “.
“ A testimonianza che si sarebbe trattato di una tragedia annunciata – puntualizza Capodanno – nell’articolo veniva sottolineato che “ già in passato pioggia e vento hanno abbattuto decine d’alberi ed altri sono stati tagliati in quanto minacciavano di cadere da un momento all’altro. Chiediamo un intervento immediato ed urgente teso a scongiurare che queste situazioni si ripetano, sia con la potatura e con le necessarie cure dei platani malati, sia con la posa in opera di nuove essenze da allocare nelle fonti d’albero rimaste vuote“ “.
“ Va anche con l’occasione rimarcato – continua Capodanno – che le piante non andrebbero potate in modo drastico e indiscriminato, lasciando così la forma di un albero per assumere quella di scheletri inquietanti che, anziché abbellire la città, la rendono ancor più triste e lontana dalla natura “.
“ A mio avviso – puntualizza Capodanno – queste operazioni, oltre essere effettuate con le normali cadenze previste dalle vigenti disposizioni, dovrebbero essere condotte con tecniche più moderne che consentano una potatura di qualità, come il tree climbing, tecnica che consiste nell’arrampicarsi sulla pianta grazie a corde per poter “lavorare” e potare da una zona privilegiata, cioè dall’interno della chioma, e non dall’esterno come accade invece per potature effettuate con piattaforme aeree, come quelle che vengono abitualmente utilizzate “.
“ Con la tecnica indicata – prosegue Capodanno – la rimonda del secco e i tagli di selezione possono essere fatti con estrema precisione ed in modo razionale, laddove con le piattaforme aeree si rende necessario effettuare tagli che possono risultare inutili, se non addirittura dannosi, per aprirsi la strada all’interno della chioma. Senza considerare il fatto che un tree climber possiede sicuramente un bagaglio tecnico più elevato “.
“ Tra gli altri vantaggi del tree climbing – afferma Capodanno – vanno sottolineati: il minor ingombro di mezzi meccanici, che produce ovviamente ripercussioni positive anche sul traffico veicolare, il poter operare con più tree climber contemporaneamente su una singola pianta o su piante adiacenti senza che interferiscano, come potrebbe invece accadere con più di una piattaforma aerea, il poter raggiungere la parte più alta della chioma, qualunque sia l’altezza della pianta, vantaggio notevole nei casi nei quali i tagli da effettuare, quando si opera con piattaforme aeree, potrebbero essere determinati dall’altezza che può raggiungere il braccio meccanico e non dalle reali esigenze di potatura della pianta “.