Vomero: continua la “notte nera” del settore commerciale
“ E’ una vera e propria ecatombe: non c’è settimana che nel quartiere collinare del capoluogo partenopeo, il Vomero, zona commerciale per antonomasia, non si annunci la chiusura di qualche negozio – afferma amareggiato Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori collinari -. La crisi economica in uno alla lievitazione dei costi di gestione, hanno messo in ginocchio il terziario commerciale che ha rappresentato, per oltre un secolo, la principale attività produttiva del quartiere collinare con circa duemila esercizi commerciali, alcuni dei quali della grande distribuzione, presenti sul territorio “.
“ L’ultimo esercizio che, da stasera, sabato 29 novembre, così come annunciato con un cartello apposto sulla saracinesca già parzialmente abbassata, cesserà la propria attività si trova nell’isola pedonale di via Scarlatti, una delle strade più appetibili, dal punto di vista commerciale, della Città – prosegue Capodanno -. Ma non è l’unico: a poche centinaia di metri dal primo un altro esercizio commerciale con uno striscione annuncia la prossima chiusura con la liquidazione di tutta la merce “.
“ La chiusura in via Scarlatti – puntualizza Capodanno – riguarda il negozio Casuccio & Scalera, una ditta presente al Vomero dal 1970, dunque da ben 44 anni. Un’antica griffe del settore calzaturiero che, da circa sessant’anni, da quando cioè fu aperto il primo laboratorio nell’anno 1956, rappresenta un punto di riferimento per tutti coloro che amano la calzatura italiana, diffondendosi attraverso l’apertura di diversi punti di vendita, presenti sia a Napoli che nella capitale “.
“ Purtroppo – continua preoccupato Capodanno – se si va avanti di questo passo, senza alcun intervento da parte della Regione Campania e del Comune di Napoli, subito dopo la tregua natalizia, periodo nel quale molti commercianti sperano di poter incrementare i magri incassi dell’anno che sta per finire, al Vomero potrebbero essere tantissimi i negozi che potrebbero abbassare definitivamente le saracinesche. E, come dimostrano i fatti, per risollevare la grave situazione che si è determinata nel settore non bastano iniziative effimere, della durata di una notte. Occorrono interventi più incisi e continuativi “.
“ Occorrerebbero iniziative concrete per supportare economicamente le attività in difficoltà – stigmatizza Capodanno -. Invece tutto tace. Solo per esemplificare, anche la legge regionale per la salvaguardia delle botteghe storiche, approvata di recente dal Consiglio regionale della Campania, è rimasta al momento sulla carta, visto che per la sua attuazione occorrerebbe innanzitutto procedere al censimento di tutte le attività che potrebbero fruire dei benefici previsti nella normativa varata “.
“ Bisogna fare presto – conclude Capodanno -. Di questo passo, perdurando il ritmo di chiusure di esercizi commerciali registrate negli ultimi tempi, potrebbero essere davvero poche le aziende a Napoli che possono fruire delle provvidenze previste, laddove invece in altre Regioni italiane, come il Piemonte, la Lombardia ed il Lazio, la normativa che istituisce le botteghe storiche, in vigore da lustri, ha certamente contribuito a salvare tante attività commerciali ed artigianali che altrimenti avrebbero rischiato di chiudere definitivamente “.