Unconventional Jam- al Kestè nasce il laboratorio di improvvisazione pura

 Unconventional Jam- al Kestè nasce il laboratorio di improvvisazione pura

Al Kestè nasce un laboratorio di improvvisazione pura: l’“Unconventional Jam”.Venti musicisti della scena musicale partenopea rock, jazz, hip hop elettronica improvviseranno sul palco del Kestè in Largo San Giovanni Maggiore Pignatelli mercoledì 21 ottobre dalle 22.00.
Sono i “Crossroad Improring” famoso collettivo di improvvisazione musicale napoletano che firmeranno con strumenti, voci e implusi elettronici il primo appuntamento della nuova rassegna musicale del Kestè: l’“Unconventional Jam”.
Tutti i mercoledì, a partire dal 21 ottobre, si terrà una jam con un cuore differente, una sonorità e uno stile unici. Si tratterà di jam session del tutto dedite all’improvvisazione, ma con una linea guida, una vocazione per una determinata storia tanto da divenire un vero e proprio laboratorio di improvvisazione musicale. Il racconto che sarà scritto dalle note grazie ad un vero e proprio “direttore” di jam porterà la sessione musicale verso quel luogo ignoto che è l’improring, ovvero l’improvvisazione pura. Tra i direttori delle jam ci saranno musicisti di alto livello quali: Andrea Tartaglia, Paolo Bianconcini e gli Hobby Horse.

Dopo il talent musicale del venerdì “Talent has no Age”, la promozione dei talenti Visual dei “GiovedinArte” e i gruppi satirici della Stand Up Commedy “Kazzima 2.0” del martedì, il mercoledì sera dedicato alla pura improvvisazione musicale il Kestè si attesta come punto di riferimento imperdibile per il sano divertimento giovanile di tutta la settimana con eventi serali dalle 22.00 alle 24.00.

“Unconventional Jam” Tutti i mercoledì al kestè si terrà una Jam con un cuore differente, una sonorità e uno stile unici. Si tratterà di Jam session del tutto dedite all’improvvisazione, ma con una linea guida, una vocazione per una determinata storia. Un racconto che sarà scritto dai musicisti e da un vero e proprio “direttore” di Jam che porterà la Jam verso quel luogo ignoto che è l’improring, ovvero l’improvvisazione pura. “Abbiamo bisogno di sperimentarci- racconta Fabrizio Caliendo, gestore del Kestè-. Di nuove sonorità, di incontri, di confronti. L’Unconventional Jam vuole essere un laboratorio musicale, là dove il Kestè è la casa in cui l’arte, la musica e le follie hanno sempre preso forma e sono poi diventate “cult”. Credo che anche in questo caso stiamo tracciando un segno, lasciando una traccia in questa Napoli, in una piazza che è a un crocevia. Ora è tempo di prendere una direzione certa e solo con la cultura e l’incontro si potranno rimarginare certe ferite, strappi al cuore che da anni non ci lasciano vivere sereni. “La bellezza salverà il mondo” (Wilde) e noi solo di bellezza vogliamo vivere”.
Dopo l’appuntamento con Crossroad Improring del 21 ottobre, il 28 ottobre sarà la volta di “Contemporary Jam”una jam che avrà come “direttore” il talentuoso Andrea Tartaglia e che vedrà incontrarsi sul palco i nuovi cantautori, musicisti dagli strumenti insoliti come cornamusa elettroniche, digiredoo, flauti che si fonderanno alle sonorità dei canti armonici che stanno diventando sempre più parte integrante della musica moderna grazie a loop machine, campionatori e synth che daranno alla jam una connotazione “contemporanea” .
Il 4 novembre tonerà il Crossroad Improring, con una serata speciale insieme agli Hobby Horse ovvero Dan Kinzelman, woodwinds, synths, voice; Joe Rehmer, double bass, synths e voice e Stefano Tamborrino, drums, electron ics e voice. Mescolando un senso melodico delicato e sottile, dinamiche esplosive ed un interplay pressoche’ telepatico, Hobby Horse ha sviluppato un suono profondamente originale, frutto di un percorso di ricerca intrapreso già dalle prime performances del 2010. In seguito al acclamato ‘Eponymous’ (Parco della Musica Records, 2013), e la raccolta ‘Lives’ uscita nel 2015 con Musica Jazz, il loro nuovo lavoro ‘No More Fun And Games’ e’ un disco potente, che pur stupendo per via della sua carica innovativa non tradisce le aspettative del pubblico e della critica. Il risultato e’ un’esperienza di ascolto sorprendente e affascinante, difficile da categorizzare o definire: in poche parole, unica.
L’11 novembre Paolo Bianconcini, in arte “Batà” guiderà tamburi, tammorre e altre percussioni in un viaggio a sud del mondo verso i tropici, li dove i tamburi sono sacri che mischierà i caraibi alla tradizione napoletana, da Cuba al Brasile alla Jamaica per tornare a Napoli e al Salento tra “Tarante” e “Caballo del Santo”. Una festosa Jam dunque ma con radici profonde nella tradizione. Tante altre le serate di improvvisazione musicale che, in via di organizzazione, stanno bollendo nel calderone, e chi vuole parteciparvi può coordinarsi con gli altri musicisti scrivendo sui singoli eventi delle Jam Session creati su facebook dal Kestè.

Il Crossroad Improring è un collettivo formato da 20 musicisti del panorama musicale jazz, rock, elettronico e hip hop napoletano, tra cui Pietro Santangelo e Salvatore Rainone degli Slivoviz, Andrea de Fazio dei Fitness Forever e Michele de Finis degli Epo. Il gruppo prende ispirazione dal collettivo di Roma di Franco Ferguson inventore dell’”Improring” ovvero “ring” dell’”improvvisazione” che affonda le sue radici nel free jazz dove non c’è nulla di stabilito. In Italia ci sono diversi gruppi di improring quali: Mediterraneo Radicale in Puglia o gli Improvvisatori Involontari di Bologna. Il Crossroad Improring è il primo collettivo napoletano di impropring ed il suo nome fa pensare proprio all’“incrocio di strade” diverse, di stili, di generi diversi.
“Ci incontriamo ogni 2 settimane- racconta Marcello Giannini, chitarrista degli Slivovitz e degli Arduo e ideatore del collettivo insieme a Salvatore Rainone, Luca di Maio e Jack D’Amico-. Non c’è niente di preparato, non c’è nessuna partitura, non c’è nessuna tonalità; c’è solo ritmo, istinto, interplay, poi si va sul palco e si realizzano set con varie formazioni estemporanee, talvolta con musicisti che non si sono mai incontrati prima, sono diverse dalle jam session che hanno strutture determinate, mentre nell’improring la ricerca è quella di andare contro qualsiasi tipo di paletto e definizione. L’ obiettivo finale èla creazione di una forma libera da connotazioni stilistiche prestabilite, risultato piuttosto di un viaggio all’interno dei percorsi dei singoli musicisti, che si affidano alle evoluzioni del momento.

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