Traffico di droga ai Castelli Romani: sequestro di beni per oltre 43 mln di euro
Finanzieri del Comando Provinciale di Roma hanno sottoposto a confisca 18 aziende (tra società di persone e di capitali), immobili, auto/motoveicoli e numerosi rapporti finanziari, per un valore complessivo pari ad di oltre 43 milioni di euro, riconducibili a componenti del c.d. “Gruppo ANDERLUCCI”, facente capo ad ANDERLUCCI Sergio, soggetto già deferito all’Autorità Giudiziaria per violazione della normativa sugli stupefacenti e ritenuto pericoloso per la sicurezza e la pubblica moralità. Le complesse indagini patrimoniali, coordinate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Velletri, hanno consentito di confermare le evidenze investigative in precedenza acquisite, in ordine all’esistenza di un gruppo criminale che – attingendo a risorse finanziarie rinvenienti principalmente dallo spaccio e dal traffico di sostanze stupefacenti – ha costituito una serie di società aventi prevalentemente sede nel Comune di Albano Laziale (RM) e operanti in svariati settori economici, alcune delle quali poi utilizzate per la commissione di ulteriori illeciti di natura penale tributaria. In particolare, scrive il Giudice della prevenzione, “il ‘sistema’ architettato dal gruppo prevedeva di mettere in liquidazione, di volta in volta, una delle cooperative, in modo che i contratti attribuiti a tale soggetto giuridico, in fase di estinzione, venissero trasferiti ad un nuovo soggetto giuridico, tanto che, se non fosse intervenuto, provvidenzialmente, il sequestro di prevenzione disposto nell’ambito del presente procedimento, verosimilmente l’intero ‘marchingegno’ sarebbe andato a buon fine senza che ne rimanesse traccia… l’intero meccanismo permetteva al gruppo di non versare (come in effetti non ha mai versato) imposte allo Stato”. Gli accertamenti patrimoniali sviluppati dagli specialisti del Gruppo Investigazione Criminalità Organizzata del Nucleo Polizia Tributaria di Roma, che hanno riguardato 122 entità, tra persone fisiche e giuridiche, hanno permesso, in buona sostanza, di ricostruire compiutamente la fitta rete degli interessi commerciali dei proposti e l’entità degli investimenti effettuati, localizzati sempre nell’area dei Castelli Romani, tra Albano Laziale (RM) e Genzano di Roma (RM), servendosi, per tale scopo, anche di ulteriori soggetti, facenti parte dei rispettivi nuclei familiari ovvero di terzi “prestanome”. A fronte dell’accumulazione di tale ingente patrimonio, del tutto insussistenti sono risultati i profili reddituali emergenti dalle dichiarazioni dei redditi, facendo così emergere una palese sperequazione. L’ambito di operatività delle aziende nel tempo avviate da parte degli indagati, ha riguardato svariati settori commerciali, tra cui quello delle costruzioni edili. Ed è proprio in tale contesto che il gruppo ANDERLUCCI era addirittura riuscito ad introdursi negli appalti con gli Enti Locali: in particolare, una delle aziende oggetto di sequestro, nel luglio 2014, ha realizzato un complesso immobiliare destinato ad ospitare una scuola materna ed un asilo nido ed ha avuto accesso, tra l’altro, a contributi del FSE (Fondo Sociale Europeo). A seguito dell’estromissione dei precedenti gestori, in forza del sequestro disposto dalTribunale di Roma, l’Amministrazione Giudiziaria nominata, seppur tra numerose difficoltà, sviluppava e portava a conclusione i lavori appaltati – rilevati in fase iniziale – rendendoli alla collettività nell’aprile 2016, con l’inaugurazione ufficiale del progetto “Cecchina 2”, sito nell’Area Plus del comune di Albano Laziale (RM). Con il provvedimento del Tribunale di Roma – Sezione Specializzata per l’Applicazione delle Misure di Prevenzione, si è avuta piena conferma della solidità dell’impianto accusatorio formulato dalla Procura della Repubblica di Velletri sulla scorta delle investigazioni condotte dalle Fiamme Gialle, sia per quanto concerne la pericolosità sociale dei proposti, sia in ordine alla manifesta sproporzione tra il patrimonio mobiliare, immobiliare e societario ai medesimi riconducibile e la rispettiva situazione reddituale. E’ stata così disposta la confisca di tutti i beni individuati (già sottoposti a sequestro di prevenzione, a più riprese dal luglio al dicembre 2014) e, segnatamente: il patrimonio aziendale di 18 società di persone e capitali, con sedi a Roma e nelle provincie di Roma e Latina, operanti una nell’”attività di edilizia in genere”, tre nei “servizi di logistica, organizzazione aziendale a imprese”, una nella “consulenza e assistenza economico finanziaria ai soci”, tre nella “costruzione di edifici residenziali e non residenziali”, una nell’”attività di pulizia”, una nelle “altre attività di pulizia specializzata di edifici e di impianti e di macchinari industriali”, una nei “lavori generali di costruzione edifici”, una nella “gestione di uffici temporanei, uffici, residence”, una nel “commercio all’ingrosso di articoli antincendio e antinfortunistica”, una nelle “altre attività creditizie”, una nella “gestione di immobili propri”, una nel “noleggio autoveicoli”, una nell’”attività di organizzazioni associative” ed una nelle “altre attività di consulenza imprenditoriale e pianificazione aziendale”; 9 unità immobiliari, site in provincia di Roma; 8 auto/motoveicoli; 27 rapporti finanziari, per un valore complessivo di stima dei beni sottoposti a confisca di euro 43.566.156,00. Contestualmente alla confisca di beni, è stata data esecuzione, di concerto con i Commissariati di Albano Laziale (RM) e Genzano (RM), all’applicazione della misura di prevenzione della sorveglianza speciale di Pubblica Sicurezza nei confronti di 5 proposti, con la previsione dell’obbligo di soggiorno per 3 di essi.