Teramo, sequestrati a 3 imprenditori beni per oltre 850mila euro
I militari del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Teramo, su disposizione della locale Procura della Repubblica, competente per territorio, hanno proceduto all’esecuzione di un decreto di sequestro preventivo finalizzato alla successiva confisca per equivalente, di beni per un valore stimato in oltre 850.000 euro. Nel dettaglio, il decreto è stato emesso dall’Ufficio Gip del locale Tribunale, per l’apprensione di beni mobili ed immobili nella disponibilità di 3 soggetti appartenenti ad un nucleo familiare, indagati in concorso per il reato di sottrazione fraudolenta al pagamento di imposte. La vicenda fa seguito a pregressi accertamenti fiscali nei confronti di talune imprese da loro amministrate nel corso delle quali erano emerse rilevanti evasioni d’imposta, e riguarda ora ulteriori responsabilità degli indagati che, nella veste di amministratori e/o soci di dette imprese destinatarie delle conseguenti cartelle esattoriali, dopo la ricezione delle stesse hanno proceduto a porre in essere una serie di atti di alienazione di strutture e beni delle stesse aziende debitrici, in maniera fraudolenta, ad altra azienda loro comunque riconducibile. Il tutto finalizzato a spogliare di beni le aziende in debito con il fisco e rendere inefficace la procedura di riscossione, sottraendosi perciò al pagamento delle imposte evase e delle relative sanzioni. L’attività ora eseguita dai militari del Nucleo di Polizia Tributaria, ha consentito di sottoporre a sequestro disponibilità finanziarie e 9 immobili per un valore complessivo di oltre 850.000,00 euro, a garanzia dei debiti erariali e finalizzati alla successiva confisca, impedendo altresì eventuali ulteriori atti dispositivi dei beni a soggetti ulteriori. Tale misura cautelare patrimoniale, applicabile grazie alle importanti novità legislative introdotte nel 2008 (143 dell’articolo 1 della legge finanziaria del 2008) con riferimento ai reati fiscali prescritti dal D.Lgs 74/2000, consentirà allo Stato, in caso di definitiva condanna del trasgressore, di confiscare i beni fino alla concorrenza delle somme che il contribuente deve all’Erario.