Sfida tra campioni per il contest pizzaUnesco: la Pomodorosa di Davide Civitiello conquista la Giuria internazionale
A cura di Teresa Lucianelli
Grande conclusione per il contest #pizzaUnesco, concorso a connotazione mondiale, promosso da MySocialRecipe della intuitiva biologa nutrizionista Francesca Marino, portale di registrazione di ricette originali attraverso la certificazione rilasciata con una marca temporale, che testimonia lo sforzo di cercare contribuire ad una evoluzione dalla cucina di territorio a quella d’autore.
Meritata vittoria di Davide Civitiello di Rossopomodoro – già campione del mondo Trofeo Caputo 2013 – che conquista il titolo conteso nella finalissima da dieci talenti della pizza.
La serata conclusiva della manifestazione si è svolta negli accoglienti cortili di Palazzo Caracciolo MGallery by Sofitel, regno di un fantasioso e dinamico chef: Daniele Riccardi.
Hanno partecipato numerosi addetti ai lavori, rappresentanti delle Istituzioni e dei Media, enogastronomi.
È stato Mr. Tony May, ovvero il torrese Antonio Magliulo, noto guru e ambasciatore della ristorazione italiana a New York da cinquant’anni, a consegnare ufficialmente il riconoscimento al vincitore, presente il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris.
Sul palco, i giornalisti Luciano Pignataro, che ha sostenuto l’iniziativa, massimo esperto di settore, del quotidiano Il Mattino e Brunella Cimadomo. Ad entrambi, tra l’altro, va il merito di aver saputo mantenere alta l’attenzione del qualificato pubblico presente ed anche la suspance, fino all’attesa rivelazione del nome del vincitore, scelto tra 130 pizzaioli professionisti attivi in tutto il Mondo.
Sono intervenuti anche l’assessore al Turismo della Regione Campania, Corrado Matera, il politico ambientalista Pecoraro Scanio, promotore dell’importante iniziativa che punta a far includere diventare la pizza tra i Patrimoni Unesco; Antimo Caputo titolare dell’omonimo Mulino; i titolari di varie aziende sponsor della manifestazione; Gianni Ambrosino direttore di C21; ancora, Sergio Miccù presidente dell’APN; Antonio Pace presidente dell’AVPN, dunque presenti le due associazioni più rappresentative del mondo della pizza con i rispettivi leader.
Al fianco del pluricampione Davide Civitiello, entusiasti per il risultato conseguito: Franco Manna, presidente di Sebeto SpA – gruppo per il quale il vincitore lavora – che raggruppa i marchi Rossopomodoro, Anema e cozze, Coq, Ham Holy Burger, Rossosapore; Clelia Martino, Ufficio Stampa, Development Manager di Sebeto e lo chef Antonio Sorrentino, maestro della ristorazione dello stesso gruppo che contribuito alla creazione della pizza vincente – la Pomodorosa – proposta di spicco di Rossopomodoro, super richiesta già da 4 anni. Un successo decretato dalla genuinità degli ingredienti e dalla freschezza che la contraddistingue, oltre che dall’accurata lavorazione. Una “quattro sezioni” su disco ovale invece che tondo, con quattro pomodori diversi, pomodorini del piennolo, aglio, olio e origano, pecorino grattugiato con pomodoro campano antico San Marzano, datterino giallo di Battipaglia con mozzarella, pecorino bagnolese e pizzico di pepe: l’esaltazione dei prodotti campani di eccellenza. L’impasto: soltanto acqua, sale, lievito.
La sfida conclusiva si è svolta in mattinata a porte chiuse, stesso a Palazzo Caracciolo, nei forni del Mulino Caputo. Vi hanno partecipato i dieci pizzaioli finalisti, tutti di altissimo livello sia tecnico che creativo, che non avevano certo bisogno di visibilità ma hanno partecipato con impegno e sportiva competitività. Si sono confrontati e sfidati: Mauro Autolitano – Pizza Tiziano, Maria Cacialli (A’ Carrettiera), il vincitore Davide Civitiello (Pomodorosa), Vincenzo Esposito (Un Bacio a Furore), Gaetano Giglio (Amatrici aMia), Vincenzo Lettieri (Tripudio), Carmine Paduano (Pizza Sorpresa), Pasqualino Rossi (Vivadella), Bernardo Sollo (Vivi il Sud), Giuseppe Vaccaro (Terra Mia).
Assoluto top secret sul nome del primo classificato: è stato tenuto fino all’ultimo segreto dalla giuria internazionale, presieduta dal giornalista enogastronomico Tommaso Esposito e composta inoltre dal giornalista enogastronomico Allan Bay, dalla giornalista dell’Espresso Eleonora Cozzella, da Giorgio Calabrese, presidente della sezione “sicurezza alimentare” del Comitato Nazionale Sicurezza Alimentare e docente di dietoterapia presso il dipartimento di Medicina e Farmacia dell’Università Federico II di Napoli, dal giovane blogger americano Scott Wiener, dallo scultore Lello Esposito.
La giuria internazionale ha inoltre assegnato quattro premi straordinari: per la tradizione a Giuseppe Pignalosa, che porta alto con Le Parule e la sua premiata e richiestissima creazione Giagiù i prodotti top del Vesuviano; per conservare il ricordo dell’antica pizza napoletana a Salvatore Sasso con la sua Gorizia al Vomero che ha recentemente festeggiato i 10 anni di più che onorata attività; Teresa Iorio prima donna a conquistare la massima onorificenza mondiale per il 2015, produttrice di pizze artigianali genuine; per la pizza senza glutine a Marco Amoriello della pizzeria “Al Guappo” di Moiano, orgoglio della Penisola sorrentina.
Trent’anni, già una lunga carriera alle spalle, pizzaiolo dall’infanzia, Davide Civitiello crede fermamente nella “pizza che unisce ed è per lui “la vera emozione”. Crede nella semplicità, nella creatività, nella qualità: garanzie assolute di un onesto e meritato successo che, grazie ad una sana passione per la pizza, “parte da Napoli per conquistare il Mondo”.
L’iniziativa ha richiesto un impegno attivo di tre mesi, nel corso dei quali la giuria internazionale ha selezionato le dieci pizze risultate migliori alla luce di un’attenta considerazione delle materie prime impiegate, dell’appartenenza territoriale, dell’originalità e non ultimo dell’aspetto estetico. Hanno partecipato complessivamente con le proprie creazioni 130 pizzaioli dal Mondo: dagli Usa al Giappone, dalla Cina all’Europa; ogni pizzaiolo ha espresso la propria creatività e capacità di proporre la sua pizza.
L’evento ha visto nella prima parte una selezionata ed apprezzata degustazione a base di un’ampia scelta deliziosi finger food è ridotto all’Aglianico a cura degli chef Matteo Sangiovanni e Peppe Daddio ed il supporto degli allievi dell’Istituto Ippolito Cavalcanti che si sono ancora una volta distinti per gentilezza e competenza.
Dopo l’applaudita premiazione, chiaramente il gran finale con gustose ed irresistibili pizze e con gli squisiti babà del maestro dolciere Pepe di Sant’Egidio del Monte Albino.
La serata finale, strettamente riservata, ha visto la partecipazione di 500 selezionatissimi invitati.
A sostenere l’iniziativa del riuscito contest #pizzaUnesco: Molino Caputo, La Fiammante, Olitalia; per la riuscita serata finale anche l’Ais Campania con Tommaso Luongo; Salvatore Martusciello con i suoi vini Persistenza; la Fisar con Anna Mercogliano; Mozzarella di bufala campana Dop, Duni Horeca service, Impact.
Il contest promosso sul sito Mysocialrecipe, oltre a sostenere il riconoscimento dell’Unesco per l’Arte dei pizzaioli partenopei quale patrimonio dell’Umanità, ne promuove la candidatura anche all’Estero.
Alla perfetta riuscita della serata finale ha contribuito il suggestivo contesto del cinquecentesco Palazzo Caracciolo, ora sede di un albergo con un ristorante che ne è il fiore all’occhiello grazie soprattutto alle specialità a cura dello chef resident Daniele Riccardi. In carta, piatti locali, nazionali ed internazionali per soddisfare ogni esigenza.