Scosse nella zona flegrea, Antonio Luise: “Situazione urgente, necessario consiglio comunale”
CASTEL VOLTURNO. “Sono preoccupato per lo sciame sismico che sta tormentando la zona dei campi flegrei. Non possiamo far finta di nulla, è un qualcosa che ci riguarda e che potrebbe riportarci indietro di 40 anni. E’ mia intenzione chiedere consiglio comunale straordinario per non farci trovare impreparati”.
Sono parole piene di apprensione quelle pronunciate dal consigliere comunale di Castel Volturno, Antonio Luise, che, in una nota stampa, ha voluto sottolineare come la città castellana abbia affrontato difficoltà importanti già col terremoto degli anni ‘80. “Purtroppo le notizie che arrivano dalla zona Flegrea non sono positive. La scossa di magnitudo 4,2 è la più alta degli ultimi mesi ed è necessario, per la città di Castel Volturno, prepararsi a dare supporto a queste famiglie in difficoltà – ha commentato il castellano -. Immaginate il caos che potrebbe originarsi dall’eruzione del supervulcano: pensate a tutte quelle persone che, da un momento all’altro, dovranno lasciare la loro quotidianità e spostarsi nei paesi più vicini. Castel Volturno è certamente uno di questi e toccherebbe alla nostra città fornire mezzi, uomini e strutture a chi ne avrà bisogno. Il processo che si innescherebbe, sarebbe automatico”.
Luise sottolinea come la sua agenzia immobiliare fornisca prove della realtà che sta mutando giorno dopo giorno: “Da quindici giorni stiamo ricevendo chiamate da persone richiedenti immobili sul nostro territorio; nemmeno cavalcando tutte le ipotesi, sarebbe possibile dare asilo a tutti gli evacuati. Ciò comporterebbe un nuovo bradisismo, con conseguente occupazione di immobili, anche di natura abusiva. In 40 anni la Campania tutta non è riuscita a prepararsi ad un evento simile ed è per questo motivo che chiederò un consiglio comunale ad hoc, a cui spero possano partecipare anche componenti delle istituzioni regionali e non. il mio pensiero va ai bambini che dopo il dramma del COVID-19, potrebbero ritrovarsi a vivere un’altra grande sofferenza. Abbiamo l’obbligo civile e morale – conclude – di trovare una soluzione”.