Precarietà come violenza che colpisce i soggetti più deboli, le donne, le nuove generazioni esistono percorsi per vivere meglio? la sociologa americana Judith Butler propone un’etica non violenta, fondata sulla consapevolezza della vulnerabilità e precarietà della vita umana, che possa condurre a nuove forme di solidarietà e giustizia globale : su questo tema si confrontano alla Biblioteca Nazionale di Napoli (Sala Venezuelana) giovedì 4 dicembre ore 16,30 Simonetta Buttò, direttore della biblioteca, Francesca Vitelli consulente per la progettazione imprenditoriale complessa autrice del libro “Una vita da precaria”, Fabiana Cacciapuoti, del Gruppo ricerca soggettività femminili della biblioteca e Tristana Dini, dell’Associazione internazionale donne filosofe. A confronto la vita in America dopo l’11 settembre con i risvolti sulle vite private e le libertà individuali? Dall’ altra sentimenti e sensazioni che animano in Italia i lavoratori precari – soprattutto la generazione, degli odierni quarantenni- e la difficoltà che questi incontrano nel vivere in un modo profondamente diverso da quello per il quale erano stati preparati. Non manca una riflessione sulle donne a cui va il merito di aver mostrato l’importanza della nozione di vulnerabilità nell’etica e nella filosofia politica.
Judith Butler insegna Retorica e Letteratura comparata all’Università della California, la più discussa filosofa femminista statunitense da alcuni anni si è imposta all’attenzione del dibattito politico e filosofico internazionale per la sua riflessione sul rapporto tra soggettività, norme e violenza nell’epoca dei conflitti e della guerre globali.