Pasqua 2015, l’omelia del Card. Sepe

 Pasqua 2015, l’omelia del Card. Sepe

” “Sono risorto e sono sempre con te” (Ant. Ingr.)
È questo, cari fratelli e sorelle, il grande annuncio che, fin dall’inizio, è stato proclamato nella Chiesa intera e che noi rinnoviamo oggi con fede gioiosa e riconoscente. Cristo è risorto; è l’eternamente vivente e guida la sua Chiesa ai pascoli eterni della salvezza.
Rendiamo grazie a Dio e proclamiamo a tutti: “Cristo è veramente risorto e io l’ho incontrato”.
Il Vangelo di Luca, che abbiamo appena ascoltato, ci mostra come l’esperienza dei due discepoli, diretti a Emmaus e delusi per la conclusione della vicenda di Gesù, raffiguri il cammino della fede pasquale. Dall’incertezza e dal dubbio, Gesù ci conduce alla luce della comprensione della Scrittura a suo riguardo e si fa conoscere da noi.
È questa la nostra fede: noi crediamo, abbiamo la certezza che il Signore della vita e della storia ha rotto la pietra della morte e vive per sempre gloriosamente ed è sempre presente in mezzo a noi. È presente nella sua Parola, nell’Eucaristia che celebriamo nel “Giorno del Signore” in ricordo del giorno della sua Risurrezione, avvenuta il giorno dopo il sabato, come testimoniano gli evangelisti.
Ecco perché ogni domenica è come una piccola Pasqua. Ma oggi, il giorno della Risurrezione, è la domenica delle domeniche; è il giorno santissimo dedicato alla gloria e alla lode di Dio: “Questo è il giorno che ha fatto il Signore. Rallegriamoci ed esultiamo in esso”.
Così la Chiesa ha proclamato, fin dall’inizio l’annuncio della Risurrezione; l’annunzio di questa verità meravigliosa su cui si fonda tutto il cristianesimo. Ne è esempio Pietro il quale, rivolgendosi al centurione romano, Cornelio, confessa: “Egli è veramente risorto, e noi ne siamo testimoni”. La confessione del Pescatore di Galilea, che aveva fatto la grande esperienza di vivere accanto a Gesù, diventa la confessione di tutta la Chiesa, anche la nostra confessione, oggi.
È come se Gesù comparisse qui, in mezzo a noi e ci dicesse, come agli Apostoli: “Pace a voi”; noi lo riconosceremmo subito. Ci meraviglieremmo, certo, ma in fondo in fondo, scopriremmo che eravamo già convinti della sua presenza. Noi sentiamo che la sua presenza non è un’illusine, ma è vera e reale ed è solidamente e storicamente fondata. Ecco perché partecipiamo al banchetto dell’Eucaristia, dove ci nutriamo del suo vero Corpo e del suo vero Sangue; ci nutriamo di Lui che, vivo e glorioso, si rende presente sull’altare, sicché anche noi possiamo dire, come Pietro, “Egli è veramente risorto;… noi abbiamo mangiato e bevuto con Lui dopo la sua risurrezione”.
È questa, cari fratelli e sorelle, la nostra Pasqua: essere sempre con Gesù risorto e annunciarlo a tutti con la testimonianza della nostra vita. Santa Pasqua a tutti e ‘A Maronna v’accumpagna”

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