Napoli, «Mediterraneo: frontiere, città, territori»: tre giorni di convegno all’Orientale

 Napoli, «Mediterraneo: frontiere, città, territori»: tre giorni di convegno all’Orientale

Si inaugura giovedì 8 settembre alle 15 presso la sede dell’’Orientale di Palazzo Corigliano, Aula Mura greche (piazza San Domenico maggiore), la tre giorni di convegno (fino a sabato 10) «Mediterraneo: frontiere, città, territori», nell’ambito dell’edizione 2016 delle “Giornate della Geografia”, riunione annuale dei Geografi italiani – evento che manca a Napoli dal 1930.

La giornata di apertura sarà dedicata all’approfondimento del tema «Visioni geopolitiche, conflitti, migrazioni», in cui si discuterà della visione russa del Mediterraneo, dei problemi geopolitici del Nord Africa, in particolare dell’Egitto di al-Sisi, e ovviamente delle migrazioni, tra tutela dei diritti umani e controllo delle frontiere – Coordina Rosario Sommella, tra gli altri parleranno Michele Bernardini, Fabio Bettanin, Daniela Pioppi, Ruth Hanau Santini.

Venerdì si parlerà di «La territorialità urbana: opportunità e conflitti», con interventi sul rapporto tra scrittori e città nel mondo arabo, le potenzialità e limiti della “mediterraneità”, il ruolo
del consumo e del turismo, e il futuro di Napoli, città euro-mediterranea alla ricerca di un
nuovo ruolo e identità – Coordina Lida Viganoni, tra gli altri partecipano Carles Carreras I Verdaguer, Luigi Mascilli Migliorini, Sergio Ventriglia, Monica Ruocco, Libera D’Alessandro, Bruno Discepolo.

Sabato ci sarà il forum «Il sapere geografico: prospettive, formazione e itinerari di ricerca», coordinato da Franco Farinelli, presidente dell’Associazione geografi italiani. Secondo Farinelli «è venuta l’ora che Napoli si riappropri del ruolo di capitale mediterranea che ha tenuto a lungo, facendosi centro di diffusione della logica e del pensiero mediterranei. In questo senso, significa non pensare in termini spaziali, di distanze insomma, ma in termini di connessioni e interazioni tra le cose, perché nel Mediterraneo ogni elemento è legato ad un altro, c’è una stratificazione di saperi, non un insieme di saperi a compartimenti stagni».

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