Napoli, al Maschio angioino il XX Congresso di Storia della Corona d’Aragona
Dal 6 ottobre (ore 14.00) all’8 ottobre (ore 13.00) a Castelnuovo (Maschio angioino) nelle sale del Comune di Napoli e della Società Napoletana di Storia Patria e presso l’Istituto Cervantes si terrà il XX Congresso di Storia della Corona d’Aragona dal titolo La Corona d’Aragona e l’Italia a cura degli storici Guido D’Agostino e Francesco Senatore.
Si tratta di un congresso organizzato periodicamente, a partire dal 1908, dalla prestigiosa Commissione permanente dei Congressi di storia della Corona d’Aragona (http://www.ub.edu/cca/), un organismo internazionale composto di rappresentanti di tutte le regioni che sono state interessate dalla dominazione aragonese nel corso del Medioevo. Napoli, che fece parte della Corona d’Aragona dal 1442 al 1501, e che mantenne legami con i paesi catalano-aragonesi anche nei secoli successivi, ha già ospitato due volte il Congresso di storia della Corona d’Aragona: nel 1973 e nel 1997.
Le sessioni napoletane (6-8 ottobre) sono dedicate a La memoria degli Aragonesi nel regno di Napoli e nei domini italiani. Parleranno 87 relatori provenienti da 24 università e 11 istituzioni di ricerca d’Italia, Francia, Germania, Irlanda e Spagna. Storici, storici dell’arte, della letteratura, della storiografia indagheranno l’eredità dell’esperienza aragonese nelle istituzioni, nelle opere d’arte, nella cultura dal Quattrocento al Novecento.
Il 6 ottobre alle 17.00 presso la Società di Storia patria (Maschio Angioino) si terrà una performance teatrale su Ferrando d’Aragona tratta dal libro “Ferrando d’Aragona duca di Calabria” del professore Guido D’Agostino. La mise en espace è a cura dell’Accademia vesuviana del teatro di Gianni Sallustro. Adattamento per il teatro di Antonio Piscitelli nella riduzione di Roberta D’Agostino, impegnata anche nei panni di Germana de Foix, con la regia di Gianni Sallustro che interpreta Ferrando d’Aragona.
La Corona d’Aragona è la consociazione di Stati e territori spagnoli, italiani, francesi fiorita nel Medio Evo e protrattasi ancora nell’Età moderna. Del singolare complesso politico-istituzionale plurinazionale hanno fatto parte Napoli, la Sicilia, La Sardegna. In particolare, il Mezzogiorno continentale, con capitale Napoli, ha vissuto la stagione forse più brillante e significativa della sua storia proprio come regno aragonese di Napoli, lungo tutto il corso della seconda metà del Quattrocento.
Ai tanti aspetti, temi e problemi relativi all’insieme della Corona d’Aragona, sono stati dedicati incontri – ogni quattro anni a partire dal 1908 – di studio, in pratica grossi convegni internazionali, con il concorso di assai nutrite schiere di storici e studiosi. E appunto a Napoli si sono tenuti tali congressi già nel 1973 e nel 1997, e il nuovo appuntamento nella nostra città scelta quale sede dello straordinario evento culturale, indica il riconoscimento del rango e del ruolo della città e del Mezzogiorno in seno alla corona d’Aragona, e più in generale del prestigio di cui godono, nel contesto degli studi internazionali, Napoli e Roma.
Inquadramento storico
Il periodo aragonese di Napoli è stato uno dei più floridi per la città e l’antico regno. La corte di Napoli fu allora un crocevia dei più importanti artisti e intellettuali del tempo. A Napoli si produssero opere che hanno influenzato per secoli la cultura europea: l’umanista Lorenzo Valla vi scrisse il pamphlet che contestò la donazione di Costantino, fondamento delle pretese universalistiche della Chiesa. Bartolomeo Facio, storiografo ufficiale di re Alfonso il Magnanimo, vi compose un’opera fondativa per la storiografia europea, per non parlare del celebre Giovanni Pontano. Le opere d’arte prodotte allora hanno segnato per sempre l’identità napoletana e il Rinascimento europeo: si pensi solo all’arco in marmo di Castelnuovo e alla poesia di Sannazaro. La biblioteca aragonese, con i suoi meravigliosi manoscritti miniati, è divenuta il nucleo più prezioso della Biblioteca nazionale di Francia. Sul piano delle istituzioni, la politica illuminata degli aragonesi ha anticipato o preparato la costruzione dello stato napoletano giunta a compimento nel corso dell’età moderna.
Il convegno indaga anche sugli Aragonesi di Sicilia e di Sardegna, insistendo sulla lunga durata delle istituzioni aragonesi e sul significato di quell’esperienza storica per i posteri, fino ai nostri giorni.