Napoli, 20 extracomunitari battezzati durante la celebrazione della Pasqua, dal Cardinale Crescenzio Sepe
Circa venti nigeriani, che vivono a Napoli, sono stati battezzati, durante la celebrazione della Pasqua, dal Cardinale Crescenzio Sepe, il quale ha amministrato loro anche la Cresima e la Prima Comunione, in un clima di comunione e di profonda emozione, al pensiero che nostri fratelli venuti da lontano opereranno da probi cittadini, con spirito cristiano.
“Con voi – ha sottolineato l’Arcivescovo rivolgendosi loro- siamo entrati a far parte del nuovo popolo di Dio; siamo passati dalla schiavitù del male alla libertà e alla grandezza dei figli di Dio. Trasformati in esseri nuovi, abbiamo anche ricevuto un “cuore nuovo”; siamo diventati un corpo solo con Cristo e tra noi, eredi e testimoni del suo regno e dei suoi insegnamenti.
“Cristo, nostra Pasqua, -ha aggiunto il Cardinale- è stato immolato e con la resurrezione è diventato contemporaneo di ognuno di noi. Chiunque crede si incontra con lui. La resurrezione è principio di vita nuova perché inaugura nel cuore dei credenti la vita divina del paradiso, per cui si passa dalla morte del peccato, della paura e della disperazione alla nuova vita in cristo, che è vita di amore, di solidarietà, di giustizia e di pace”.
“Cristo, il Figlio di Dio, non distoglie lo sguardo da questa terra di lacrime, da questa meravigliosa città di Napoli ancora offesa nella sua bellezza, nella sua dignità, nella sua storia, nella sua generosità”, aveva sottolineato l’Arcivescovo nei giorni scorsi, durante la Via Crucis diocesana al Vomero. “Oltre la prepotenza della malavita organizzata, registriamo e subiamo l’imperversare della piccola delinquenza, degli sbandati, di giovani, purtroppo anche di ragazzi minorenni, che, riuniti in branco, si connotano come baby gang e commettono reati gravissimi, di fronte ai quali restiamo increduli e smarriti”.
Da qui l’invito dell’Arcivescovo : “Lavoriamo insieme, operiamo con determinazione e passione per il bene comune. Troviamo la forza per rialzarci dalle nostre cadute e non facciamoci prendere dallo scoraggiamento, perché la Croce è la nostra speranza, è l’albero della vita donatoci da Cristo”.