Moretto, Savoldo, Romanino, Ceruti: mostra prorogata fino al 15 Giugno
A seguito del grande interesse di pubblico e di critica, la mostra MORETTO, SAVOLDO, ROMANINO, CERUTI. 100 capolavori dalle collezioni private bresciane a Palazzo Martinengo di Brescia, sarà PROROGATA FINO AL 15 GIUGNO. Ottima è stata la risposta del pubblico. A domenica 18 maggio 2014, sono stati 18.445 i visitatori, per una media giornaliera di 330 persone, che hanno ammirato la preziosa selezione di 100 dipinti antichi di altissima qualità provenienti dalle più importanti raccolte private della città e della provincia di Brescia. L’indotto della vendita dei biglietti ha finora fruttato 116.840 Euro. Altri elementi, importanti per comprendere l’apprezzamento dell’esposizione sono legati al noleggio di 2291 audioguide e alla vendita di 678 cataloghi. Così come un importante dato di successo viene anche dal numero dei gruppi, finora giunto a quota 301, suddiviso per scuole (63), adulti e guide turistiche (146) e associazioni (92). Dalla rassegna stampa proviene invece il riscontro che Moretto, Savoldo, Romanino, Ceruti. 100 capolavori dalle collezioni private bresciane ha ottenuto dalla stampa e dalla critica specializzata. A tutt’oggi, l’iniziativa bresciana ha trovato spazio in 407 articoli e segnalazioni, sui principali quotidiani e periodici italiani (Corriere della Sera, Repubblica, Sole 24 ore, QN, L’Unità, Panorama, Il Giornale dell’Arte, Arte, eccetera), sulle agenzie (Ansa, Adn Kronos) sulle radio e le televisioni (TGR Rai3, Rai5 Cooltour, RadioRai), sui media internet e sui social network, grazie anche alla veicolazione dei canali ufficiali della mostra di Facebook (https://www.facebook.com/ProvinciadiBresciaEventi, per oltre 26.500 contatti e 6.000 nuovi amici) e Twitter (#100capolavoriBS) e Ottima, inoltre, è stata la copertura dei media di Brescia e provincia. Unanimi sono stati i consensi sulla serietà e sulla scientificità dell’operazione di Palazzo Martinengo. A tal proposito, Giuseppe Frangi, Panorama, ricorda come “la pittura bresciana è stata un terreno fertile su cui si innestò la rivoluzione di Caravaggio. È infatti l’adesione al reale il filo conduttore che lega le opere esposte: in questo svettano le quattro tele di Ceruti, capaci di restituirci volti e gesti di un’umanità popolare, senza mai ridurli a rappresentazione di genere. Certo i volti più indimenticabili di questa mostra”. Gli fa eco Marina Mojana, Sole 24 Ore, che sottolinea l’importanza di presentare 34 opere inedite, quasi un terzo del totale e che il viaggio a Brescia varrebbe solo per “vedere ricomposte alcune tele che il Ceruti dipinse per il castello di Padernello, tra cui i Portaroli che giocano a carte sulle ceste (…) o per ammirare il Ritratto della contessa Virginia Sacchetti Caprara del bolognese Giuseppe Maria Cresi che da ottant’anni aveva fatto perdere le sue tracce”. Martina Corgnati, Chi, apprezza l’importanza che la mostra “permette di riscoprire le più importanti personalità artistiche attive a Brescia tra Quattro e Settecento, cioè dallo splendore del Rinascimento ai fasti del Barocco”, mentre Pier Paolo Mendogni, La Gazzetta di Parma, afferma che un valido motivo per visitare l’esposizione è “il piacere della scoperta: trovare lavori e capolavori da decenni ‘invisibili’, in quanto gelosamente custoditi in collezioni private”. Moretto, Savoldo, Romanino, Ceruti. 100 capolavori dalle collezioni private bresciane è curata da Davide Dotti, promossa dalla Provincia di Brescia, organizzata da Fondazione Provincia di Brescia Eventi, col patrocinio della Regione Lombardia, della Diocesi di Brescia – Ufficio per i beni culturali ecclesiastici, col contributo di Ristora, di Fondazione Cariplo.