Marcianise, acque contaminate da solventi: sigilli a 22 pozzi intorno all’ex stabilimento della Nokia
Intervento da parte dei militari dell’arma dei carabinieri della tenenza di Marcianise che hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo emesso dall’ufficio gip del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere: stop a 22 pozzi siti nelle particelle di terreno limitrofe all’ex stabilimento della Nokia Solution and Network s.p.a. di Marcianise in via Fratelli Kennedy. Il provvedimento è scaturito da alcune relazioni tecniche di Arpac, dipartimento di Caserta, effettuate nel secondo semestre del 2014 che segnalavano l’esistenza di fenomeni di contaminazione prodotti da composti organi clorurati nelle acque sotterranee nella zona Airola del Comune di Marcianise, in prossimità dello stabilimento Nokia Networks and Solutions s.p.a. (già Siemens Mobile Communications).
In particolare, le analisi effettuate dall’Arpac su vari pozzi presenti nella zona predetta evidenziavano la presenza di solventi organici aromatici ed idrocarburi clorurati nella acque di falda di molto superiori alla CSC (concentrazione soglia di contaminazione), registrando la presenza di tetracloroetilene nell’ordine di centinaia (2/300) di ug/L, laddove il limite consentito è di 10 ug/L. per la rete di distribuzione e di lug/L per le acque sotterranee.
La presenza in acqua di falda del tetracloroetilene, in molti casi con allarmante superamento dei valori di concentrazione rispetto ai limiti di CSC, è necessariamente riconducibile ad origine antropica. Le cause di tale contaminazione sono state ricercate nella presenza, sul sito, dello stabilimento della Nokia; attualmente, sono ancora in corso gli accertamenti tesi a stabilire la provenienza univoca o meno della sostanza inquinante dall’attività dello stabilimento della Nokia, anche se può affermarsi che l’attività svolta dallo stabilimento è almeno una delle fonti di tale contaminazione.
Nel corso delle indagini, si è reso necessario verificare se la contaminazione si fosse propagata dallo stabilimento a valle idrogeologica nel periodo intercorso tra la verificazione dell’evento e la realizzazione della barriera, nonché accertare la possibile migrazione della contaminazione della falda per un lunghezza di circa 15 Km ed oltre, attraverso diversi comuni da Gricignano di Aversa a Castelvolturno. Sono stati, pertanto, effettuati ulteriori prelievi e consequenziali analisi di acque dei pozzi.
I risultati finora ottenuti hanno confermato la presenza di composti organoclorurati e, in particolare, di tetracloroetilene, in numerosi campioni di acqua prelevata. I dati appaiono essere particolarmente significativi, atteso che molti di questi pozzi-oggetto di analisi- servono abitazioni private abusive, non allacciate, pertanto, alla rete idrica comunale e quindi non approvvigionate se non da acqua proveniente dagli stessi pozzi.
IL tetracloroetilene Si tratta di un prodotto di sintesi, normalmente destinato ad usi industriali. Le applicazioni più comuni del prodotto sono come solvente o sgrassatore. Tutte e tre le matrici ambientali, area, suolo, acqua possono essere contaminate da tale inquinante. Sono stati accertati effetti tossici per l’uomo, che possono derivare sia dall’inalazione di concentrazioni elevate sia dall’ingestione. Va inoltre evidenziato che l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro ha classificato il tetracloroetilene come sostanza di classe 2 A, probabilmente cancerogena per l’uomo, con riferimento all’insorgenza di tumori ai reni, al fegato, all’utero, alla pelle ed al cervello a seguito di esposizione cronica. Pertanto la Procura ritiene sussistere il fumus del delitto di cui all’art. 440 c.p. corruzione o contraffazione di acque o di sostanze destinate all’alimentazione.