Continua l’avanzata del proclamato stato dell’ISIS che cerca di occupare in queste ore con forti combattimenti, Kobane, una cittadina curda nel nord della Siria. I jihadisti, secondo l’Osservatorio nazionale per i diritti umani (Ondus), sono a non più di due o tre chilometri dalla città curda, ed il direttore dell’ong, Rami Abdel Rahman, ha dichiarato all’agenzia di stampa Afp che la Coalizione internazionale guidata dagli Usa ha compiuto cinque raid aerei sulle forze jihadiste, vicino alla linea del fronte con le forze di autodifesa curde. Ma a quanto pare i jijadisti dell’ISIS si stanno adattando ai continui raid aerei da parte della coalizione internazionale guidata dagli Stati Uniti. Fonti tribali nelle zone controllate dai militanti dello Stato Islamico avrebbero infatti riferito a giornalisti della BBC che ci sarebbe un forte calo nel numero di militanti e di checkpoint che fanno ricorso all’uso di telefoni cellulari per comunicare fra loro, proprio per evitare di essere individuati e colpiti. Come ha spiegato l’esperto in materia di difesa e sicurezza Paul Gibson, ex generale di brigata dell’esercito britannico, quando si trovano ad avere a che fare con raid aerei, la prima cosa che i militanti fanno è “ridurre il numero di target per le forze di coalizione disperdendosi e tagliando le comunicazioni via telefono cellulare e radio”, per limitare il più possibile la propria tracciabilità elettronica. Sembra inoltre che i combattenti jihadisti stiano progressivamente dismettendo un gran numero di mezzi corazzati, preferendo a questi le più agili motociclette, leggere, veloci e meno facilmente individuabili come bersaglio. In aumento anche la loro mobilità e capacità di reazione: molti degli edifici colpiti dalle forze della coalizione sarebbero già stati evacuati al momento degli attacchi.