Le importazioni di olio di oliva dall’estero sono aumentate del 45 per cento

 Le importazioni di olio di oliva dall’estero sono aumentate del 45 per cento

Le importazioni di olio di oliva dall’estero sono aumentate del 45 per cento rispetto allo scorso anno con un Paese come la Spagna che ha addirittura quasi quadruplicato le spedizioni verso la Penisola (273 per cento), ma sul mercato è praticamente impossibile riconoscere il prodotto straniero per la mancanza di trasparenza in etichetta. E’ la Coldiretti a lanciare l’allarme sull’invasione di olio di oliva dall’estero, sulla base dei dati Istat relativi ai primi sette mesi del 2014. Se il trend sarà mantenuto l’arrivo in Italia di olio di oliva straniero raggiungerà nel 2014, il massimo storico con un valore pari al doppio di quello nazionale che registra un produzione attorno alle 300mila tonnellate. “In altre parole due bottiglie su tre riempite in Italia contengono olio di oliva straniero ed occorre adottare tutte le misure necessarie per garantire trasparenza negli scambi, combattere i rischi di frodi e assicurare la possibilità di fare una scelta di acquisto consapevole ai consumatori italiani”, ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel chiedere di mettere a punto “una task force coordinata di controllo per l’immediata attuazione delle norme contenute nella legge “salva olio” approvata dal Parlamento”. Il richiamo – precisa la Coldiretti – in particolare, è alle norme sul funzionamento del mercato e della concorrenza: dalla previa autorizzazione del Ministero delle Politiche agricole all’ammissione al regime di perfezionamento attivo nel caso di acquisto dai Paesi extra UE di miscele di olio fino alla disciplina contro il segreto, che contempla l’accesso ai documenti degli uffici di sanità marittima, aerea e di frontiera delle informazioni detenute attraverso collegamenti a banche dati elettroniche. L’Italia è il primo importatore mondiale di oli di oliva che vengono spesso mescolati con quelli nazionali per acquisire, con le immagini in etichetta e sotto la copertura di marchi storici, magari ceduti all’estero, una parvenza di italianità da sfruttare sui mercati nazionali ed esteri. Sotto accusa è la mancanza di trasparenza nonostante sia obbligatorio indicarla per legge in etichetta dal primo luglio 2009, in base al Regolamento comunitario n.182 del 6 marzo 2009. Sulle bottiglie di extravergine ottenute da olive straniere in vendita nei supermercati è quasi impossibile, nella stragrande maggioranza dei casi, leggere le scritte “miscele di oli di oliva comunitari”, “miscele di oli di oliva non comunitari” o “miscele di oli di oliva comunitari e non comunitari” obbligatorie per legge nelle etichette dell’olio di oliva. La scritta è riportata in caratteri molto piccoli, posti dietro la bottiglia e, in molti casi, in una posizione sull’etichetta che la rende difficilmente visibile. Inoltre spesso bottiglie con extravergine ottenuto da olive straniere sono vendute con marchi italiani e riportano con grande evidenza immagini, frasi o nomi che richiamano all’italianità fortemente ingannevoli. I consumatori dovrebbero fare la spesa con la lente di ingrandimento per poter scegliere consapevolmente. In attesa che vengano strette le maglie larghe della legislazione per non cadere nella trappola del mercato il consiglio di Coldiretti è quello di guardare con piu’ attenzione le etichette ed acquistare extravergini a denominazione di origine Dop, quelli in cui è esplicitamente indicato che sono stati ottenuti al 100 per 100 da olive italiane o di acquistare direttamente dai produttori mentre in caso di dubbio verificare attentamente l’origine in etichetta. L’attacco all’olio italiano – conclude la Coldiretti – mette a rischio un patrimonio ambientale con oltre 250 milioni di piante sul territorio nazionale che garantiscono un impiego di manodopera per 50 milioni di giornate lavorative all’anno e un fatturato di 2 miliardi di euro.

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