L’Assistenza Psico Oncologica secondo la mission della Fondazione ANT

 L’Assistenza Psico Oncologica secondo la mission della Fondazione ANT

In questi giorni, a Madrid, la European Society for Medical Oncology (ESMO) ha aperto i lavori del proprio congresso annuale e sotto la lente di ingrandimento, accanto alle altre grandi tematiche legate alla prevenzione, alla diagnosi e alla cura delle neoplasie, c’è una questione alla quale Fondazione ANT dedica da decenni le sue migliori energie: la psico-oncologia.

Fin dal lontano 1988, infatti, la realtà del Terzo Settore fondata a Bologna nel 1978 dall’oncologo Franco Pannuti (e divenuta nel tempo punto di riferimento nei campi dell’assistenza domiciliare gratuita ai malati di tumore e nei programmi di prevenzione oncologica) offre ai propri assistiti e alle loro famiglie un sostegno psicologico gratuito che copre ogni fase del decorso patologico, comprendendo anche quella dell’eventuale elaborazione del lutto. Oltre a curare, parallelamente, un ampio ventaglio di attività clinico formative per Operatori Sanitari e Volontari.

L’opera quotidiana dei 34 psico-oncologi integrati nelle équipe medico sanitarie di ANT, che solo nel 2023 hanno assistito 903 pazienti oncologici e 1.030 loro familiari (1.933 assistenze psicologiche totali) sui territori di 11 regioni italiane, risponde peraltro ai dettami della Legge 38/2010, che regola l’accesso alle Cure palliative e alla Terapia del dolore e che prescrive la necessità di “un approccio di cura individualizzato e multi-professionale che tuteli la qualità della vita fino al suo termine attraverso un adeguato sostegno sanitario e socio-assistenziale”. E ottempera ad un Accordo Stato-Regioni in materia, datato 10 luglio 2014, che vede nella persona dello psicologo “una figura fondamentale che collabora con medici e infermieri della équipe di cure palliative sia rispetto alla gestione del Paziente e del Caregiver, sia attraverso programmi di supporto al lutto”.

Nonostante l’ampiezza e la profondità delle azioni di ANT, che lo scorso anno ha anche aperto uno sportello di consulenza psicologica da remoto finalizzato, nella visione della Responsabile nazionale del Servizio di Psicologia ANT, Silvia Varani, “ad intercettare il bisogno di supporto espresso da pazienti e familiari non in assistenza medica ANT, a testimonianza di quanto sia spesso difficile accedere a servizi simili al di fuori della nostra organizzazione, o residenti in territori dove ANT non è presente”, il quadro nazionale relativo all’accesso a forme di sostegno psico-oncologico non risulta, però, particolarmente confortante.

Benché gli ultimi rapporti dell’AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica) riscontrino sintomi di disagio psichico (che variano dalla paura alla rabbia e dai disturbi del sonno e della sfera emotiva all’angoscia) in oltre il 50% dei pazienti oncologici e in oltre il 20% delle persone guarite da una neoplasia, continuano a mancare, però, stanziamenti pubblici sufficienti a garantire la presenza costante degli psico-oncologi nei reparti di oncologia. E il ruolo di organizzazioni non-profit come Fondazione ANT, mentre il Piano Oncologico Nazionale italiano 2023-2027 non prevede ulteriori risorse per l’assistenza psico-oncologica, si fa ancora più cruciale.

Anche perché il disagio psicologico, oltre a meritare di essere affrontato di per sé stesso, secondo gli ultimi aggiornamenti delle linee guida di ESMO e secondo l’analisi di AIOM, può seriamente rischiare di compromettere l’efficacia delle cure ad ogni livello. Come riportato in una recente intervista dal presidente di AIOM, Saverio Cinieri, “uno studio ha indagato il grado di accettazione della chemioterapia post-operatoria per cancro al seno: tra le donne con depressione che non hanno richiesto aiuto psicologico, solo il 51% ha accettato di fare chemio”. E un’altra ampia analisi su 9.417 persone con diversi tipi di neoplasie, continua Cinieri, “ha rivelato che i tassi di mortalità erano fino al 25% più elevati in pazienti con sintomi depressivi e fino al 39% in chi soffriva di depressione maggiore o minore”.

A riprova di quanto finora affermato facendo riferimento anche a fonti diverse da ANT, nel dettaglio, fra giugno 2023 e marzo 2024 sono pervenute presso l’ufficio accoglienza e l’unità operativa di psico-oncologia della sede centrale ANT di Bologna le richieste di assistenza psicologica da parte di 168 pazienti affetti da patologia neoplastica che non figurano fra gli assistiti dalla Fondazione, 88 dei quali hanno riportato sintomi ansioso-depressivi, 62 difficoltà di adattamento alla malattia e 18 altre problematiche a livello psicologico ed emotivo. Sono inoltre pervenute le richieste di assistenza di 162 caregiver, fra i quali 25 lamentano sintomatologia ansiosa e/o depressiva, 34 difficoltà di adattamento, 83 difficoltà nell’elaborazione del lutto, 2 bisogno di sviluppare migliori strategie per assistere il proprio familiare e 18 altre difficoltà.

Nessuno dei richiedenti ha in attivo un programma di assistenza domiciliare presso Fondazione ANT e 16 degli assistiti che hanno presentato domanda, nello specifico 7 pazienti oncologici e 9 caregiver, provengono da aree geografiche in cui non è presente il servizio di supporto psicologico gratuito che la fondazione mette a disposizione. Queste 16 domande di assistenza psicologica sono state accolte dal nuovo servizio di supporto online, attivo da marzo 2024, mentre gli altri pazienti e caregiver che hanno fatto richiesta sono stati presi in carico e seguiti da psicologi/psicoterapeuti operanti presso le sedi locali in setting domiciliare, ambulatoriale o online, in base alle necessità della persona da assistere.

I risultati preliminari non riescono per il momento a definire un quadro chiaro circa gli aspetti demografici, ma si prevede che il servizio riceva e operi la presa in carico di un eguale o maggiore numero di richieste di assistenza psicologica entro la fine del 2024. Come effetto atteso dell’implementazione dell’assistenza psicologica ANT tramite il nuovo servizio online, si prevede un maggiore benessere psicologico e una diminuzione della sintomatologia stress-correlata o

ansioso-depressiva dei pazienti e caregiver afferenti, con una riduzione del ricorso ai servizi sanitari territoriali, ai quali spesso questa popolazione si trova a rivolgersi in presenza di tali sintomi.

Parte della soluzione alle sfide imposte dalla combinazione fra il dovere di tutelare il diritto all’assistenza psico-oncologica delle persone malate di tumore e la necessità di fare i conti con bilanci della Sanità pubblica spesso difficili da chiudere, in conclusione, nella visione di ANT può giungere proprio dall’impegno su questo fronte del privato sociale, con la Fondazione bolognese in prima linea. Del resto, è il punto di vista della presidente di Fondazione ANT, Raffaella Pannuti, “non esiste alcun aspetto della sofferenza oncologica rispetto al quale non ci sia bisogno di agire con amore e competenza, portando gratuitamente cure che mirino al sollievo del paziente, anche psicologico, e alla diminuzione del pesante carico emotivo che chi gli vive accanto deve sopportare”.

Profilo Fondazione ANT Italia ONLUS

Nata nel 1978 per opera dell’oncologo Franco Pannuti, dal 1985 a oggi Fondazione ANT Italia ONLUS – la più ampia realtà non profit per l’assistenza specialistica domiciliare ai malati di tumore e la prevenzione gratuite – ha curato oltre 161.000 persone in 11 regioni italiane (Emilia-Romagna, Lombardia, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Toscana, Lazio, Marche, Campania, Basilicata, Puglia, Umbria). Ogni anno oltre 10.000 persone vengono assistite nelle loro case da équipe multi-disciplinari ANT che assicurano cure specialistiche di tipo ospedaliero e socio-assistenziale, con una presa in carico globale del malato oncologico e della sua famiglia. Sono complessivamente 471 i professionisti che lavorano per la Fondazione (medici, infermieri, psicologi, nutrizionisti, fisioterapisti, farmacisti, operatori socio-sanitari etc.) cui si affiancano oltre 2.000 volontari impegnati nelle attività di raccolta fondi necessarie a sostenere economicamente l’operato dello staff sanitario. Il supporto offerto da ANT affronta ogni genere di problema nell’ottica del benessere globale del malato. A partire dal 2015, il servizio di assistenza domiciliare oncologica di ANT gode del certificato di qualità UNI EN ISO 9001:2008 emesso da Globe s.r.l. e nel 2016 ANT ha sottoscritto un Protocollo d’intesa non oneroso con il Ministero della Salute che impegna le parti a definire, sostenere e realizzare un programma di interventi per il conseguimento di obiettivi specifici, coerenti con quanto previsto dalla legge 15 marzo 2010, n. 38 per l’accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore. ANT è inoltre da tempo impegnata nella prevenzione oncologica con progetti di diagnosi precoce del melanoma, delle neoplasie tiroidee, ginecologiche e mammarie. Dall’avvio nel 2004 sono stati visitati gratuitamente 264.000 pazienti in 88 province italiane. Le campagne di prevenzione si attuano negli ambulatori ANT presenti in diverse regioni, in strutture sanitarie utilizzate a titolo non oneroso e a bordo dei due Ambulatori Mobili – BUS della Prevenzione. I mezzi, dotati di strumentazione diagnostica, consentono di realizzare visite su tutto il territorio nazionale. ANT opera in Italia attraverso 111 delegazioni e 63 “da Cuore a Cuore – Charity Point” (luoghi rivolti alla raccolta fondi, ma anche allo sviluppo di idee, progetti e relazioni), dove la presenza di volontari è molto attiva. Alle delegazioni competono, a livello locale, le iniziative di raccolta fondi e la predisposizione della logistica necessaria all’assistenza domiciliare, oltre alle attività di sensibilizzazione. Prendendo come riferimento il 2021, ANT finanzia la maggior parte delle proprie attività grazie alle erogazioni di privati (38%) al contributo del 5×1000 (13%) a lasciti e donazioni (19%). Il 19% di quanto raccoglie deriva da fondi pubblici. Uno studio condotto da Human Foundation sull’impatto sociale delle attività di ANT, ha evidenziato che per ogni euro investito nelle attività della Fondazione, il valore prodotto è di 1,90 euro. La valutazione è stata eseguita seguendo la metodologia Social Return on Investment (SROI). L’indagine è stata ripetuta tra il 2020 e il 2021 basandosi sulla Teoria del cambiamento. La ricerca, realizzata sempre da Human Foundation, rileva come a ogni euro investito negli ODO-ANT corrispondano circa 5 euro di beneficio (stime effettuate su valori medi, per un periodo di assistenza di 4 mesi): secondo i vari indicatori, infatti, i benefici economici a favore di assistiti, caregiver e SSN sono di oltre 7 mila euro in media per assistito, a fronte di circa 1.500 euro di costo medio per ANT. ANT è la 9^ Onlus nella graduatoria nazionale del 5×1000 nella categoria del volontariato. Fondazione ANT opera in nome dell’Eubiosia (dal greco, vita in dignità).

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