La Corte Europea boccia il precariato nella scuola, se ne discute oggi al Maschio Angioino di Napoli

 La Corte Europea boccia il precariato nella scuola, se ne discute oggi al Maschio Angioino di Napoli

La reiterazione dei contratti a tempo determinato per i docenti e per il personale Ata, che rende permanente una condizione di precarietà per gli addetti ai lavori del mondo della scuola, è stata dichiarata illegittima dalla Corte di Giustizia Europea il 26 novembre 2014. Una sentenza che, di fatto, boccia il precariato incentivato dal Governo Renzi e che apre a nuove opportunità per il modo dell’istruzione in Italia. Di questo si discuterà lunedì 23 febbraio nell’antisala dei Baroni del Maschio Angioino di Napoli, dove, a partire dalle 16, si svolgerà un convegno di studi sugli effetti della sentenza europea anti-precariato nella scuola pubblica statale e comunale.

All’incontro, organizzato dal CESP – Centro di Studi per la Scuola Pubblica – e dai Cobas, parteciperà anche il deputato del Movimento Cinque Stelle Luigi Gallo, membro della Commissione Cultura alla Camera, chiamato ad intervenire assieme al Giudice del Foro di Napoli, Paolo Coppola.

“Il Governo Renzi – ha spiegato Gallo – ha calpestato questa sentenza, ed anzi lo fa già da diversi mesi. Attraverso il Job Act tutti i lavori nel giro di pochi anni diventeranno precari e dopo i proclami sulla Buona Scuola, il governo fa un clamoroso passo indietro sulle 150mila assunzioni per il 2015. La nostra Proposta di Legge nasce invece per mettere definitivamente fine al precariato, un precariato che va avanti da oltre 20 anni e che oramai è divenuto un problema strutturale per la qualità della scuola. L’unica risposta a questa sentenza l’ha formulata il Movimento Cinque Stelle il cui piano di assunzioni – contenuto nella proposta di legge su Reclutamento e Formazione a prima firma Silvia Chimenti e formulato dopo oltre un anno di confronto con il mondo della scuola – prevede l’inserimento in cinque anni, dal 2015 al 2020, di tutti i precari tramite l’assorbimento delle attuali graduatorie ad esaurimento e, a seguire, della attuale seconda fascia delle graduatorie d’istituto, mantenendo il canale dei concorsi biennali aperto anche a chi a 36 mesi di supplenza nel rispetto delle sentenze del giudice Coppola”.

La proposta del M5S, invece, nasce dalla volontà di ottenere uno storico ricambio generazionale nel mondo della scuola rendedo il mondo dell’istruzione adeguato ad affrontare le sfide della modernità e di una società complessa e in continuo mutamento. “Tre gli aspetti che cancelliamo della riforma Gelmini – ha spiegato Gallo -: le classi pollaio, il maestro unico alle primarie e la chiusura delle stesse il pomeriggio. Il Pd non riesce nemmeno a ripristinare la scuola sfasciata dal centrodestra. Il M5S non chiede la luna ma solo il reintegro degli 8 miliardi tagliati all’istruzione nella precedente legislatura. Eppure per ora, nel 2015, la Buona Scuola di Renzi si paga con i tagli fatti in Legge di Stabilità e con il blocco stipendiale dei lavoratori della scuola”.

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