La Basilica Superiore di San Francesco ad Assisi addobbata con fiori Made in Italy

 La Basilica Superiore di San Francesco ad Assisi addobbata con fiori Made in Italy

PIC1511OPer la prima volta la Basilica Superiore di San Francesco ad Assisi sarà addobbata con fiori Made in Italy garantiti dagli agricoltori italiani con il progetto (FAI) anche per il tradizionale concerto di Natale. Lo rende noto la Coldiretti nel sottolineare che l’addobbo floreale della Basilica è stato realizzato completamente con prodotti florovivaistici italiani, offerti da Coldiretti-FAI. Si tratta – sottolinea la Coldiretti – di un allestimento per il quale sono state utilizzate oltre 300 Stelle di Natale (Euphorbia pulcherrima) di colore rosso, simbolo floreale delle Festività Natalizie e di buon auspicio, 250 felci (Nephrolepsis exaltata), pianta famosa per la sua capacità di rimuovere le sostanze inquinanti, come la formaldeide, dagli ambienti chiusi, 150 rami di agrifoglio (Ilex verticillata) di 1,5 metri di lunghezza con i loro grappoli di bacche rosse e 150 rami di pino nobile (Abies procera glauca), dalle foglie aghiformi dagli splendidi riflessi blu-verdi, tutti rigorosamente coltivati in Italia. Dopo la Giornata mondiale di Preghiera per la pace del 27 ottobre 1986, per continuare nel tempo lo spirito di quell’evento nacque il progetto di effettuare ogni anno nella Basilica Superiore di San Francesco un “Concerto di Natale”. Le finalità furono subito chiare: con un concerto di grande valore artistico trasmettere al mondo, il giorno di Natale, dopo la benedizione “Urbi et Orbi” del Papa attraverso i mezzi di comunicazione sociale a partire dalla diretta rai uno del 25 dicembre alle 12,30, alcuni valori (la pace, la solidarietà, la gioia, la speranza) tipici del periodo natalizio e dello spirito francescano che promana dai prestigiosi affreschi del complesso basilicale di San Francesco d’Assisi. Il settore florovivaistico – ricorda la Coldiretti – è uno dei comparti di punta dell’economia agricola del nostro paese, con un fatturato di oltre 3 miliardi di euro e centinaia di migliaia di occupati. Oltre a ciò – conclude la Coldiretti – il florovivaismo alimenta un fortissimo indotto, con lo sviluppo di fattori di produzione, macchine, strutture, distribuzione, logistica, pubblicità, progettazione, assistenza tecnica, manutenzione ed altro ancora.

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