Intervista: al Presidente del Tribunale di Napoli Nord, “Pierluigi Picardi”
A Cura di Valentina Busiello:
Il Tribunale di Napoli Nord ha sede all’interno di uno storico Castello, situato nella citta’ di Aversa (CE).
Abbiamo incontrato il Presidente Pierluigi Picardi, nell’occasione dell’inizio dei lavori per la ristrutturazione di un complesso edilizio che conterrà 5 aule una delle quali sarà un’aula bunker destinata ai maxi processi. Un avvenimento importante per il futuro del Tribunale di Napoli Nord.
Benvenuto Presidente, ci illustra questo evento dell’inizio dei lavori delle aule?
Ci sono voluti 8 anni per poter iniziare i lavori. In qualche maniera possiamo, e forse dobbiamo, parlare impropriamente di “un evento” perché l’assurdità di aver disposto la nascita di un Tribunale che in pratica non ha alcuna aula degna di questo nome ed il tempo necessario per poter far partire i lavori ha reso clamoroso quello che sarebbe dovuto essere una normalità.
Il 20 dicembre del 2013 il Ministero della Giustizia assegnava al Tribunale di Napoli Nord, un edificio destinato alla realizzazione di 4 Aule di Tribunale ed 1 Aula Bunker la cui necessità è determinata dal fatto che il circondario del Tribunale di Napoli Nord comprende tutto un territorio denominato “terra dei fuochi” sul quale, come è noto, ha imperversato e, comunque, continua ad esistere una criminalità organizzata molto invasiva.
Il circondario di Napoli Nord conta circa 1 milione di abitanti e comprende 19 comuni della Provincia di Caserta fra i quali vale la pena ricordare Casal di Principe, Casapesenna, Aversa e 19 comuni dell’hinterland napoletano fra i quali spiccano città come Giugliano in Campania che è il terzo Comune della Regione, Caivano che è stata recentemente all’onore delle cronache per le bombe poste sotto il cancello della Chiesa di Don Maurizio Patriciello (Parroco della Chiesa di San Paolo Apostolo nel Parco Verde di Caivano, Sacerdote in prima linea per le sue battaglie contro la camorra e la devastazione ambientale nella Terra dei fuochi) ed ancora Marano, Frattamaggiore e tutta una serie di Comuni molti dei quali da decenni sono noti alle cronache per le rilevanti infiltrazioni di criminalità organizzata testimoniate non solo dai processi istruiti, ma anche dai numerosi scioglimenti di comuni.
Otto anni sono decisamente troppi, ma per incredibile che possa sembrare, riuscire in un anno a superare tutte le difficoltà che si erano finora frapposte ha un che di miracoloso. Certo si parla solo “dell’inizio dei lavori”, ma rispetto al nulla fino ad oggi realizzato resta un punto di svolta.
Quale significato attribuisce a questo evento?
E’ fondamentale perché si inizia a realizzare una speranza dando forma concreta ad una progettualità. Il Tribunale di Napoli Nord non è restato fra le nebbie delle cose che “forse succederanno”, ma ha cominciato il suo cammino verso la “normalizzazione” del “servizio giustizia”. Comincia per questo Tribunale una nuova storia.
La previsione di durata dei lavori è di 410 giorni, ci auguriamo che venga rispettata.
Sono solo le aule che mancano al Tribunale di Napoli Nord?
Assolutamente no.
Sono molti i progetti già finanziati e autorizzati, che devono essere eseguiti: dal parcheggio, all’assegnazione di un fabbricato che confiscato ad un clan camorristico. Per quanto riguarda quest’ultimo bene siamo in attesa del passaggio in giudicato di una sentenza Tar (già favorevole allo Stato) sulle modalità dello sgombero. L’acquisizione di questa struttura consentirà di utilizzare nuovi spazi indispensabili per la gestione dei servizi. Non possiamo dimenticare che presso il Tribunale di Napoli Nord lavorano un grande numero di Magistrati e personale Amministrativo ed il palazzo assegnato (il Castello Aragonese) è palesemente insufficiente a maggior ragione oggi che ci sono stati assegnati 126 addetti all’Ufficio per il Processo per i quali si sono dovute predisporre postazioni a tempo di record munite di tutti i servizi necessari.
L’organico è sufficiente ?
Per nulla. Le do due dati comparativi che la dicono lunga sulle risorse umane messe a disposizione del Tribunale di Napoli Nord.
Il personale Amministrativo di Napoli Nord è inferiore per numero a quello del Tribunale di Benevento ed ha lo stesso numero di Magistrati del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, che ad oggi ha circa 600 mila abitanti, e al quale è stata sottratta tutta la “Provincia Casalese”.
Va detto che in questo contesto un punto a favore è, come ho già detto prima, l’assegnazione da parte del Ministero della Giustizia di 126 giovani addetti all’ufficio del processo e, mi creda, abbiamo sistemati ed organizzati tutti. Sono arrivati in 100, ma ne arriveranno altri 25 a breve. Abbiamo nel nostro Tribunale di Napoli Nord delle postazioni nuove e singole, spazi utilizzabili, illuminati, per tutti i nuovi addetti. Una grande soddisfazione per un Tribunale che vuole crescere.
Il Ministero della Giustizia in tutta Italia ha assunto in tutto oltre 8.000 giovani. Un grande svecchiamento che comincia a dare i suoi frutti e va visto in maniera estremamente positiva. Ora insieme al lavoro si stano realizzando progetti di formazione, ma anche noi da loro impariamo molto. I giovani possiedono quelle conoscenze tecnologiche sempre in continua evoluzione e sempre più utili e portano all’interno delle strutture modi di pensiero e ragionamenti diversi e nuovi. Si crea così uno scambio fra entusiasmo ed esperienza che può portare risultati positivi..
Presidente Picardi, a parte la giornata inaugurale dell’inizio dei lavori delle aule del Tribunale di Napoli Nord, abbiamo notato che lei è un Giudice particolarmente attento all’aspetto umano riguardo i problemi dei cittadini, soprattutto al riferimento della violenza alle donne?
Sicuramente non sono quel tipo di Giudice che di fronte ad un problema fa un passo indietro. Oggi la contestualizzazione dell’attività di un giudice è l’unico vero antidoto all’autoreferenzialità.
Pochi giorni fa’ abbiamo posizionato in cortile una panchina rossa, per ricordare che lo Stato c’è, soprattutto quando si tratta di difendere chi vive una condizione di debolezza.
Se vogliamo istituzioni più vicine ai cittadini dobbiamo fare in modo che esse si aprano alle istanze dei cittadini. La vicinanza è possibile solo attraverso l’interazione. Il punto non è mettere o non mettere una panchina rossa, ma dimostrare che l’istituzione non è asettica, non è lontana, non è indifferente, non è neutrale verso le difficoltà dei cittadini e si cala nel contesto territoriale nel quale deve vivere.
La panchina rossa è stata posizionata di fianco alla bandiera all’interno del cortile, con il chiaro significato di testimoniare, sia pure in maniera simbolica, che lo Stato c’è soprattutto dove c’è una difficoltà.
Presidente lei ci proietta in un Tribunale direi “Multidimensionale”?
Dobbiamo immaginare di muoverci su più dimensioni.
C’è la dimensione strutturale e quella umana e quest’ultima, come ho già detto, è veramente clamorosamente sottodimensionata.
Ma non può essere un alibi. L’impegno deve essere totale. Sappiamo che rispettare gli obiettivi datici dal PNRR per un tribunale che ha le sofferenze ora descritte non sarà facile, ma ci proveremo comunque.
Si tratta di trovare soluzioni di carattere organizzativo, di realizzare una ristrutturazione complessiva dei sistemi e delle metodiche che possono consentirci di ottenere performance più adeguate.
Partiamo da 2 dati positivi. L’arrivo dei 126 addetti all’ufficio del processo e il completamento della pratica amministrativa finalizzata alla realizzazione delle aule. Ci sembra un primo buon segnale.
Vogliamo realizzare un Tribunale che sia chiuso in se stesso, che non sia fatto solo di numeri, sentenze, processi imprecati, ma che sia anche un punto di riferimento istituzionale; è la ragione per la quale, finita l’epoca Covid, stiamo ospitando a ripetizione incontri, convegni, ecc. Il Tribunale è aperto alle scuole, proprio oggi avremo un incontro con alcuni studenti che hanno portato avanti un progetto sull’Art. 3 Cost., sul Principio di Uguaglianza. I giovanissimi delle scuole hanno posto tante domande incuriositi dal mondo della Giurisdizione. Ma i giudici del Tribunale sono anche presenti nelle scuole dove sono stati progetti per la legalità e ricominciano le attività di coordinamento con gli Organi Intermedi, con il Consiglio dell’Ordine dei Commercialisti, Camera di Commercio, ecc.
Anche sotto il profilo organizzativo i passi avanti ci sono stati.
L’anno scorso abbiamo completato il progetto sulla centralizzazione delle perizie sulle invalidità, e questo ha portato un grandissimo vantaggio, in termini numerici, ma anche qualitativi. Il servizio è migliore perché è più veloce, ma anche “più pulito”. Oggi il cittadino che ha fatto una richiesta di invalidità quando va dal Giudice conosce subito non solo il luogo in cui si farà la perizia ma anche il giorno e l’orario.
E’ stata una grande soddisfazione offrire un servizio qualitativamente in una realtà disastrata come quella della terra dei fuochi.
Il risultato è stato possibile solo attraverso la sinergia fra le istituzioni, i corpi intermedi, il Tribunale, ed il cittadino.
Quanto è importante far capire ai giovani, ma anche al cittadino il significato del termine Giurisdizione?
Il Tribunale è il luogo dove si esercita la Giurisdizione, che è un’attribuzione della sovranità dello Stato. Il Tribunale come luogo di esercizio della Giurisdizione è il luogo in cui i conflitti vengono decisi e vengono anche composti. E’ un elemento essenziale del vivere sociale. Una società democratica non può vivere se non esiste un luogo dove l’esercizio della Giurisdizione sia corretto. Fra i nostri compiti c’è dunque anche l’esigenza di testimoniare questa capacità dello Stato, una testimonianza che in questi territori dove la presenza dello Stato è vista come “assenza dello Stato”, è ancora più importante.