Incassavano assegni rubati: in manette banda di 12 persone

 Incassavano assegni rubati: in manette banda di 12 persone

L’identità – Le risorse strumentali

Nella mattinata odierna, i finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Napoli hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di esponenti di un’associazione per delinquere dedita alla commissione di varie attività illecite tra cui il peculato e la ricettazione di assegni bancari e circolari rubati. I provvedimenti, emessi dal GIP del Tribunale di Napoli su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, scaturiscono da una complessa attività di indagine svolta dal Gruppo di Investigazione sulla Criminalità Organizzata della Guardia di Finanza di Napoli, sotto il coordinamento di magistrati della citata Direzione Distrettuale.  Tale attività è riuscita, nell’arco di diversi mesi, a ricostruire un articolato sistema illecito ordito ai danni di varie compagnie di assicurazione e delle Poste Italiane S.p.A., consistente nella sottrazione, nella clonazione/falsificazione e nel successivo incasso di assegni bancari e circolari inviati per posta ai soggetti  beneficiari di risarcimenti e premi assicurativi. Più in dettaglio, si tratta principalmente di assegni c.d. di traenza, una particolare forma di assegno bancario che, di solito, viene emesso da Società di assicurazione, grandi Aziende o Enti pubblici quando devono effettuare un pagamento o un rimborso a un utente o a un cliente di cui non conoscono gli estremi bancari. Secondo quanto accertato nel corso delle indagini, tali assegni venivano “intercettati” e sottratti durante la spedizione presso il Centro Meccanizzazione Postale di Roserio (MI), competente per lo smistamento della corrispondenza spedita su tutto il territorio nazionale. A tal fine, è risultato fondamentale l’apporto di 3 dipendenti delle Poste Italiane S.p.A. i quali si prestavano sistematicamente a selezionare e sottrarre gli assegni di cui avevano la disponibilità per poi consegnarli al dominus dell’organizzazione. Quest’ultimo, un 60enne napoletano con diversi precedenti penali per associazione per delinquere, possesso e fabbricazione di documenti di identificazione, sostituzione di persona, accesso abusivo a sistema informatico/telematico, violazione, sottrazione e soppressione di corrispondenza, truffa e ricettazione – coadiuvato dal figlio, provvedeva alla clonazione/falsificazione dei titoli con la modifica del nome dell’intestatario, apponendovi il nome di altri soggetti – c.d. “cambiatori” – anch’essi indagati e denunciati a piede libero i quali, dopo esserne venuti in possesso, procedevano a versarli su propri conti correnti accesi pochi giorni prima. Una volta maturata la “valuta”, gli stessi prelevavano le corrispondenti somme in denaro contante attraverso operazioni di incasso allo sportello – parte delle quali avvenute presso agenzie bancarie del nord Italia – o mediante l’uso di carte bancomat. Grazie al contributo fattivo di un gran numero di questi “cambiatori” – quelli individuati e denunciati ammontano a 29 – l’organizzazione è riuscita, solo tra il 2016 e il 2017, a monetizzare oltre 250 assegni rubati incassando indebitamente somme per circa 370.000 euro. Le attività investigative sono state finalizzate, altresì, a ricostruire il patrimonio illecitamente accumulato nel tempo dal capo promotore dell’organizzazione, attraverso l’esecuzione di indagini economico-finanziarie che hanno consentito di proporre e ottenere il sequestro preventivo di n. 27 immobili, n. 4 autovetture, n. 3 società e n. 45 rapporti bancari, per un valore complessivo pari a circa 5 milioni di euro. Insieme ai due capi dell’organizzazione sono finiti in manette altre 10 persone.

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