Il Museo di San Martino, oltre a essere una straordinaria Certosa barocca, è soprattutto il museo per eccellenza della città, deputato alla conoscenza della sua storia e della sua immagine. Il luogo appropriato, dunque, a ospitare la mostra dedicata alla veduta di Napoli nel primo Seicento: un’esposizione ricca di novità, vòlta a ricostruire la figura del primo grande vedutista attivo a Napoli a inizio Seicento, il lorenese Didier Barra, distinguendola finalmente da quella di François de Nomé, suo compatriota, amico e collaboratore, che le fonti e gli studi hanno da sempre avuto difficoltà a separare da Barra, riunendoli infatti sotto il nome unico di «Monsù Desiderio».
Grazie al confronto tra i dipinti e la produzione incisoria e cartografica, la mostra si propone inoltre di restituire a Barra il ruolo di vero e principale specialista della “veduta a volo d’uccello”, mettendo in luce la conoscenza reciproca e gli scambi intercorsi tra lui e i maggiori incisori e cartografi, anch’essi forestieri, attivi a Napoli nei primi decenni del Seicento (a cominciare dagli autori della celebre “pianta Baratta”), e di comprendere meglio l’immagine della città negli anni dei viceré spagnoli e sino alla rivoluzione di Masaniello e alla peste del 1656, il suo sviluppo urbanistico e i quartieri, le strade, le chiese e i castelli che ne caratterizzavano l’aspetto di grande porto e di capitale del Viceregno. [dal saggio di Pierluigi Leone de Castris, curatore della mostra.