Il teatro sociale: recitare per combattere il pregiudizio ed aprire le menti: “I Diversi” di Maria Sorrentino conquistano il pubblico
Teresa Lucianelli
Successo assoluto per “Le catene dell’uomo – Diversi” scritto e diretto da Maria Sorrentino, fiore all’occhiello delle proposte nella rassegna amatoriale 2015/2016 del teatro Totò.
Il lavoro, incentrato sul principio della dignità nell’uguaglianza e nel rispetto di tutti gli uomini, approfondisce i vari aspetti e limiti della nostra società che non riesce ancora a liberarsi dai pregiudizi che ne rappresentano le catene più pesanti. Quelle stesse che impediscono ai “diversi” di potersi affermare quale parte attiva, necessaria e propositiva nei vari ambiti.
A fianco della Sorrentino, impegnata nel difficile e sfaccettato compito di aiuto regista l’infaticabile Carmela Troise, pilastro da sempre della compagnia de I Vagabondi.
“È stato uno spettacolo fantastico che ci riempie di soddisfazione; del resto anche noi, io e la prof. Carmela Troise, sappiamo quali siano i costi in termini di tempo e di energie – spiega la regista Maria Sorrentino – Il lavoro della regia è sempre complicato quando si mettono in scena spettacoli del genere; noi due lavoriamo in simbiosi ormai da undici anni: lei sarebbe l’aiuto regista ma tra noi non c’è ruolo, siamo due individualità diverse che rappresentano due facce della stessa medaglia e la sua collaborazione è preziosa per la sua spiccata sensibilità ed intelligenza oltre che competenza”.
“Preparare le schede tecniche in modo preciso, dirigere il lavoro tecnico di basi e video, significa conoscere bene lo spettacolo e sentirlo nell’anima – continua la regista – in questo Carmela Troise è ed è sempre stata maestra impeccabile, lei rappresenta l’altra mia mano, entrambe insieme rendono possibile ciò che facciamo. D’altronde la nostra compagnia I Vagabondi è nata dallo spirito comune dell’amore per il teatro che con umiltà insieme cerchiamo di portare avanti, infondendo valori nei quali crediamo fermamente: soprattutto non dimenticando mai il rispetto reciproco che caratterizza il nostro rapporto da sempre.”
Il lavoro, che presto verrà rappresentato in altre sedi della Campania, unisce in sé vari generi teatrali e vuole essere un impegnativo tentativo di riflessione che viene sollecitata nello spettatore soprattutto dai due personaggi principali: don Giuseppe Diana e un giovane e scanzonato barbone. Dall’intenso dialogo tra i due, i vari temi affrontati nel corso dello spettacolo, incentrati sui diritti umani, si presentano man mano, ciascuno nella sua drammatica realtà che li caratterizza, stimolando a volte pure crudamente lo spettatore a meditare sulla vita e le sue incongruenze, sull’accettazione tutt’oggi ancora tanto limitata e faticosa da parte della comunità dei cosiddetti diversi, esseri speciali e non scomodi, ciascuno fonte di ricchezza umana, esseri unici.
L’utilizzo di materiali multimediali realizzati in modo amatoriale e di alcuni tratti salienti di film, aggiunge valore e forza al messaggio lanciato dalla Sorrentino, sostenuto dalla Triose e comunicato dai giovani interpreti.
Costumi, forniti da Vincenzo Canzanella, a cura di Rossella Sirico. Luci Enzo Liquori. Musiche Marco Graziani e Lele Esposito.
Sulla scena: Luigi Tuccillo, Alessandra Russo, Luca Romano, Ivan Piccolo,
Raffaele Franzese, Alessandro Piccolo, Rossella Sirico, Lidia Aquino, Giovanna
Esposito, Giusy Fabbrocini, Nunzia Romano, Debora Sacco, Zinaida Di Mauro,
Luciana Giordano, Armando Vivolo, Salvatore Cardillo, Florinda Capasso,
Ludovica Sacco, Luigi Piramide, Ornella Spezie.