Gli italiani sono i più magri d’Europa con il 10 per cento dei cittadini obesi

 Gli italiani sono i più magri d’Europa con il 10 per cento dei cittadini obesi

Gli italiani sono i più magri d’Europa, con il 10 per cento dei cittadini obesi contro il 25 per cento degli inglesi, in testa alla classifica davanti a lussemburghesi e ungheresi. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti su dati Istat diffusa in occasione dell’Obesity day dedicato al problema del sovrappeso e dell’obesità che ricorre in tutto il mondo.

Il nostro Paese – sottolinea la Coldiretti – vanta il minor numero di cittadini nell’Unione Europea sopra i 15 anni con problemi di obesità, appena uno su dieci, meglio anche degli svedesi (12 per cento di cittadini obesi) che nell’immaginario comune rappresentano un po’ l’emblema della forma perfetta, alti e longilinei. Subito dietro gli scandinavi, si collocano austriaci, danesi e francesi. Viceversa, in fondo alla classifica – continua Coldiretti – ci sono i britannici con ben una persona su quattro che soffre di problemi di obesità, peggio di Lussemburgo (23 per cento), Ungheria (20 per cento) e della Grecia dell’austherity (20 percento).

Un primato, quello italiano, che – rileva Coldiretti – va senza dubbio ascritto agli effetti a lungo termine della dieta mediterrenea con pane, pasta, frutta, verdura, extravergine e il tradizionale bicchiere di vino consumati a tavola in pasti regolari che hanno consentito agli italiani – continua la Coldiretti – di conquistare fino ad ora il record della longevità con una vita media di 79,4 anni per gli uomini e di 84,5 per le donne, tra le piu’ elevate al mondo.

Ma si tratta anche di un primato a rischio – avverte Coldiretti – a causa del diffondersi di segnali poco incoraggianti legati agli stili alimentari sbagliati, soprattutto nelle giovani generazioni con il 30,7 per cento di ragazzi italiani in eccesso di peso o addirittura obesi secondo l’indagine okkio alla salute sui bambini della terza classe primaria nel 2014.

A preoccupare è, in particolare, il calo degli acquisti familiari di frutta e verdura delle famiglie che nel 2014 è sceso addirittura al di sotto dei 400 grammi per persona raccomandati dal Consiglio dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Secondo il rapporto Okkio alla salute un genitore su quattro (25 per cento) dichiara addirittura che i propi figli non consumano quotidianamente frutta o verdura che garantiscono l’assunzione di elementi fondamentali della dieta come vitamine, minerali e fibre che svolgono una azione protettiva, prevalentemente di tipo antiossidante.

“In un Paese che è leader europeo non puo’ mancare nella dieta delle nuove generazioni l’ortofrutta che è una componente fondamentale della dieta mediterranea che ripetuti studi scientifici hanno confermato essere un vero elisir di lunga vita” ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel ricordare che “tra poco piu’ di un mese ricorrono i 5 anni dal riconsocimento come patrimonio immateriale dell’Unesco avvenuto il 16 novembre 2010”.

Anche per questo gli agricoltori della Coldiretti hanno voluto organizzare ad Expo una distribuzione straordinaria del miyagawa satsuma un agrume di recente introduzione nel panorama italiano che ha origine in Oriente ed è un incrocio tra il clementino e il pompelmo che è una buona fonte di Vitamina C, Acido Folico e Beta-Carotene e contiene anche, seppur in piccole quantità, Potassio, Magnesio e Vitamina B1, B2 e B3.

Ma la Coldiretti è impegnata nelle scuole con il progetto educazione alla Campagna Amica che coinvolge oltre centomila alunni delle scuole elementari e medie in tutta Italia che partecipano ad oltre tremila lezioni in programma nelle fattorie didattiche e agli oltre cinquemila laboratori del gusto organizzati nelle aziende agricole e in classe. In questo momento di difficoltà l’obiettivo – conclude la Coldiretti – è quello di formare dei consumatori consapevoli sui principi della sana alimentazione e della stagionalità dei prodotti per valorizzare i fondamenti della dieta mediterranea e ricostruire il legame che unisce i prodotti dell’agricoltura con i cibi consumati ogni giorno.

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