Fondazione Morra, la poesia Visuale a Firenze e Roma
Nell’ambito della rassegna espositiva La scrittura visuale/La parola totale, ampio programma di mostre e incontri, a cura di Giuseppe Morra, inauguratosi il 12 settembre e in proseguimento fino al 15 gennaio 2015, sulla storia della poesia visuale dal panorama internazionale a quello nazionale, e con all’interno una sezione riservata ai giovani artisti, PRE POST ALPHABET, a cura di Eva Fabbris e Gigiotto del Vecchio, concepita come avvicinamento tra le opere delle figure cardine della poesia visiva e alcuni artisti di generazioni successive, la Fondazione Morra/Museo Nitsch con il Progetto XXI della Fondazione Donnaregina per le Arti Contemporanee presenta Poesia visuale a Firenze e Roma, giovedì 18 dicembre alle ore 17:00.
Lorenzo Mango, Loredana Troise e Stefania Zuliani dialogheranno sulla genesi e lo sviluppo della poesia visuale in Italia, in particolare a Firenze e Roma, a partire dagli anni Sessanta, per approdare alla poesia sperimentale, la poesia concreta, la poesia sonora e la cosiddetta poesia d’azione. A Firenze nasce il Gruppo 70. Le prime manifestazioni sono due convegni organizzati a Firenze sul tema “Arte e comunicazione” nel 1963 e l’anno successivo su “Arte e tecnologia”. Ai convegni, oltre ai fondatori Eugenio Miccini, cui di deve l’invenzione del termine “poesia visiva”, Giuseppe Chiari, Lamberto Pignotti e Sylvano Bussotti, partecipano anche Luciano Anceschi, Eugenio Battisti, Gillo Dorfles, Umberto Eco, Aldo Rossi, e altri intellettuali. A partire dal 1963 il “Gruppo 70” mette in scena happening itineranti, basati sull’interazione tra pubblico, poeti e musicisti. La prima rappresentazione ha luogo al Gabinetto Viesseux di Firenze e viene ripetuta nel resto del paese, coinvolgendo in scena Bueno e Marcucci e successivamente anche Emilio Isgrò e Ketty La Rocca, ampliando l’azione con registrazioni di poesia sonora e proiezioni video. L’ambito di ricerca della poesia sperimentale è stato interdisciplinare e dinamico, tanto da condizionare i percorsi di sviluppo di gran parte dell’arte del Novecento.
Alle ore 18:00 Sala centrale
Lamberto Pignotti, performance Lamberto Pignotti scrive versi immortali
Alle ore 19:00, negli spazi della Biblioteca presentazione di:
Le stanze Firenze: Eugenio Miccini, Lamberto Pignotti, Giuseppe Chiari, con omaggio a Sarenco.
Le stanze Roma: Tomaso Binga, Giovanni Fontana, Mirella Bentivoglio, Luca Maria Patella, Rosa Foschi, con omaggio a Adriano Spatola e Corrado Costa.
PRE POST ALPHABET
Andrea Romano (Milano, 1984) realizza un wall drawing tratto dalla serie “Potsherds & Gaze”.
Sarenco nasce a Vobarno in provincia di Brescia nel 1945. Annoverato come poeta visivo, è un catalizzatore delle energie delle parole, dei suoni e delle immagini. Negli anni Sessanta inizia ad avvicinarsi alle ricerche poetico visuali, entrando in contatto con il Gruppo 70, cui diventerà membro. Gli esordi lo vedono immerso in un’immensa attività editoriale e organizzativa. La rivista per Sarenco è un laboratorio creativo e clandestino, in cui le idee e le sperimentazioni crescono fervide e hanno la possibilità di entrare immediatamente circolo. Nel 1968 fonda la rivista “Amodulo”. Nel 1969 incontra il poeta belga Paul De Vree e inizia a scrivere per il suo periodo “De Taffelronde”. Nel 1971 i due poeti fondano “Lotta Poetica”, in una della riviste d’avanguardia più longeve del Novecento fedele all’idea della poesia come impegno politico e militante. L’attività editoriale di Sarenco non si ferma. Dagli anni Ottanta compie numerosi viaggi in Africa, che allargano il raggio del suo operare artistico. La poesia si fa più azione, agisce sulla realtà con qualsiasi mezzo. Nel corso degli anni si dedica anche alle sperimentazioni video e sonore, servendosi della tecnica del collage come per le composizioni poetiche, come nel film Collage del 1984, presentato al Festival del Cinema di Venezia. La poesia con Sarenco riscopre l’energia di una nuova grammatica elementare, in cui ogni elemento è fisico.
Lamberto Pignotti nasce a Firenze nel 1926, attualmente vive a Roma. Considerato uno dei principali esponenti della poesia visiva, corrente italiana delle nuove avanguardie poetiche del Novecento intenta a sottolineare le potenzialità comunicative del linguaggio tramite l’adozione di modelli di scrittura non convenzionali, nel 1963 fonda il Gruppo 70, insieme ad altri scrittori, pittori, musicisti e intellettuali. All’attività artistico – creativa, Pignotti affianca sin da subito quella di teorico e promotore dell’avanguardia poetica. Nella sua carriera artistica ha pubblicato più di venti libri tra poesia, saggistica, antologie e poesia visiva, con importanti casi editrici quali Mondadori, Lerici, Einaudi, Marsilio. Il suo primo libro, Odissea, realizzato con il sistema di stampa a ciclostile, è del 1954. Ha collaborato, inoltre, con quotidiani nazionali e internazionali, fondando diverse riviste sperimentali. I suoi collages tecnologici rappresentano la prima fase di sviluppo e sperimentazione della poesia visiva: ritagli di provenienza eterogenea, combinati insieme per rompere lo stereotipo e il luogo comune derivanti dalla società di massa e dalla sue armi di comunicazione alienante. Fra i suoi volumi di saggistica si ricordano: Antologia di poesie visive (1965), Istruzioni per l’uso degli ultimi modelli di poesia (1968), Fra parola e immagine (1972), Il supernulla (1974), Il discorso confezionato (1979), La scrittura verbo-visiva. Le avanguardie del Novecento tra parola e immagine (1980).
Tomaso Binga, pseudonimo di Bianca Menna, nasce a Salerno nel 1931, attualmente vive e lavora a Roma. Poetessa sperimentale, Tomaso Binga esplora le potenzialità del linguaggio e il suo legame indissolubile con il corpo. Da più di quarant’anni perlustra i territori della poesia verbovisuale e sonora. Le prime performance sono animate dall’uso della scrittura e del gesto come in Vista Zero del 1972, Nomenclatura, l’Ordine Alfabetico (1973- 1974). Andando oltre i significati, la parola diviene suono e segno come nel 1977 con Poesia Muta, Ti scrivo solo di Domenica, Io Sono una Carta. Il linguaggio viene liberato dai suoi connotati maschilisti e il corpo di donna si fa simbolo di una condizione sociale di sottomissione e invisibilità. L’artista si ribella agli obblighi di genere e crea il proprio alfabeto fatto di segni e suoni mai fissi, sempre aperti alle contaminazioni. Ha preso parte a innumerevoli mostre, rassegne e festival. Dal 1992 è presidente della Fondazione Filiberto Menna di Salerno, impegnata a promuovere numerose manifestazioni nell’ambito della poesia, delle arti visive, dei nuovi media. Ha pubblicato Poesia S.P.A. (Quasar, 1981); INdovina cos’È (Ed. Hetea, 1987); Rimerotiche (Edizioni Gradiva, 1992); Vorrei essere un vigile urbano (Umberto Sala ed. 1995); Autori-tratto a … scatto (Edizioni Le impronte degli uccelli, 2000); Come Cometa. Poesia in contumacia (Edizioni Il Filo, 2003); Poesie e non solo (Edizioni Lidia, 2005).
Ore 19:30 Sala conferenze
Giovanni Fontana, performer
Massimiliano Cerroni, live electronics
PAROLE IN LIBERTÀ
Fortunato Depero, Canzone rumorista, 1916
Giacomo Balla, Paesaggio+temporale, 1915
Filippo Tommaso Marinetti, Dune, 1914
Francesco Cangiullo, Canzone pirotecnica, 1915
Intermezzo Tomaso Binga/Bianca Menna
Assalti fono-poetici, performance
VOCALITÀ E SCRITTURA
Arrigo Lora Totino, Io e gli altri, 1970
Arrigo Lora Totino, Poema in “l” con finale in “r”, 1983
Arrigo Lora Totino, Poema in “gh”, 1984
Corrado Costa, I due passanti, 1964
Emilio Villa, Comizio Millenovecentocinquantatré, 1953
Adriano Spatola, La composizione del testo, 1971
Adriano Spatola, Boomerang, 1966
Adriano Spatola, Aviation/Aviateur, 1973/78
Giovanni Fontana, Epigenetic poem, 2003