Flora Beneduce: “Sanità. Scandali vecchi, ma i vertici se ne accorgono solo ora”

 Flora Beneduce: “Sanità. Scandali vecchi, ma i vertici se ne accorgono solo ora”

flora-beneduce1-1024x767“Le pagine dei quotidiani aprono sull’emergenza barelle in diversi presidi ospedalieri della Provincia di Napoli, sul collasso dei Pronto soccorso e sulle dichiarazioni di direttori generali che, solo oggi, si accorgono della necessità dell’integrazione degli ospedali con il territorio. Trovo surreale che i vertici aziendali, che dovrebbero occuparsi proprio del coordinamento tra nosocomi e strutture ambulatoriali, Rsa e case di cura, solo ora sollevino un problema che risale a decenni fa, quando il clientelismo più fosco ha iniziato ad intorbidire la sanità, a depauperarla e a togliere servizi e assistenza ai cittadini”. Flora Beneduce, medico e consigliere regionale della Campania, analizza il problema, puntando l’attenzione all’origine dei disastri in ambito sanitario.
“Sacche di clientela ci hanno condotto alla condizione attuale, con le barelle e la disumanità di scene che ho avuto modo di constatare nelle visite istituzionali in vari nosocomi – continua l’onorevole Beneduce -. Ma chi ci ha condotti qui? Non possiamo puntare l’indice sempre verso il governatore Stefano Caldoro. Ci sono le direzioni generali delle Asl, che non hanno funzionato. Il motivo è che non è stato utilizzato un criterio meritocratico per la scelta dei direttori generali. Non era prevedibile l’aumento delle malattie croniche con la speranza di vita media più lunga? Non era necessario provvedere immediatamente all’attuazione del decreto 49? Non era opportuno chiedere risorse umane per rendere sia il lavoro del personale medico e paramedico più sopportabile sia la degenza più attenta e scrupolosa? Ecco, la mancanza di posti letto è la punta dell’iceberg di una stratificazione enorme di errori gestionali, che non possono essere risolti ad horas. Caldoro ha dovuto fronteggiare la spending review e si sta avviando a sbloccare il turn over. Ora occorre una svolta radicale, che si basi sull’inserimento di personale, stabilizzazione dei precari e mobilità. Prima ancora, però, è fondamentale l’adozione di un sistema meritocratico per assegnare la direzione generale delle Asl a chi veramente è in grado di gestirle, prevedendo integrazione di servizi, coordinamento di strutture e scelte improntate alla razionalità, per garantire efficienza e rinnovare la sanità fatiscente che ci ha consegnato la sinistra”.

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