Evidence: le foto di Andy Rocchelli in mostra a SpazioReale
Nel settembre 2012, SpazioReale inaugurava la prima esposizione fotografica, raccogliendo una sfida ambiziosa: essere una finestra sul mondo e sulla realtà capace di offrire al pubblico percorsi di scoperta e strumenti di riflessione originali. Il fotogiornalismo è da subito stato al centro degli eventi proposti da questa struttura, ricavata nelle sale sotterranee dell’Antico Convento delle Agostinaine a Monte Carasso, comune del bellinzonese. Un’impostazione che è stata premiata dall’alto numero di visitatori delle esposizioni, da Il Resto della vita di Gianluca Grossi, a World Press Photo, ad Afghanistan: lo sguardo dei suoi fotografi, al fotoreporter britannico Giles Duley, a Raccontami una fotografia presso il Teatro Sociale di Bellinzona. Esiste un grande interesse nei confronti dell’immagine quale forma di documentazione della realtà, della fotografia in particolare come racconto del mondo. SpazioReale è ormai diventato un punto di riferimento per chi è alla ricerca di uno sguardo diverso, personale, in grado di sottrarsi agli schemi, alle semplificazioni, in una parola alle versioni ufficiali del mondo. Uno sguardo che è sempre il prodotto di un individuo, di un reporter che si espone alla realtà per raccontarla. A volte fino a pagare questa passione con la vita. È successo ad Andy Rocchelli, giovane fotogiornalista italiano al quale SpazioReale dedica un’esposizione monografica dal titolo evidence e curata, insieme alla pubblicazione di un volume, da Gianluca Grossi. L’inaugurazione si terrà Venerdì 19 settembre, ore 18.30 Antico Convento delle Agostiniane Monte Carasso Canton Ticino Svizzera. Andy Rocchelli è nato nel 1983 a Pavia ed è stato tra i fondatori di Cesura, un’agenzia fotografica indipendente con sede a Pianello Val Tidone, nei pressi di Piacenza. Andy Rocchelli ha perso la vita il 24 maggio 2014 a Sloviansk, dove si trovava per documentare le conseguenze della guerra civile sulla popolazione. È stato colpito dalle schegge di un mortaio e insieme a lui è morto il giornalista russo e attivista per i diritti umani Andrej Mironov, amico e compagno di viaggio di Andy. Quel giorno, il curatore di SpazioReale, Gianluca Grossi, si trovava a Donetsk, nell’Est dell’Ucraina, a pochi chilometri dalla città dove è stato ucciso Andy Rocchelli. È nata lì, a Donetsk, l’idea di questa esposizione, con la quale SpazioReale vuole rendere un profondo omaggio alla memoria di Andy Rocchelli e di Andrej Mironov e a quella di tutti i reporter che hanno dato la vita per raccontare il mondo. Il titolo dell’esposizione e del volume che l’accompagna – evidence – riprende un termine inglese utilizzato da Andy per definire il lavoro del reporter: è un raccoglitore di prove, di indizi (evidence) attraverso i quali compone un quadro della realtà il più preciso possibile, sottraendo il mondo alla sua opacità. L’esposizione è suddivisa in 10 capitoli ed è composta da 74 fotografie a colori e in bianco e nero (con il compendio di un videodocumentario multimediale realizzato da Andy). Questi i capitoli: Kirghizistan, Inguscezia e Ossezia del Nord, Mikhail Vasilyevich Beketov, Il caso Makloiev, Calabria Ora, I wanna be a Showgirl, Primavera araba, Kiev (Ucraina), Ucraina dell’Est e Russian Interiors. Una collana di fotogiornalismo – In concomitanza con l’esposizione, SpazioReale pubblica il volume Andy Rocchelli: evidence, di cui è coeditrice la SalvioniEdizioni di Bellinzona, che ne ha pure curato la stampa; l’allestimento grafico è di Giovanni Sciuchetti. La pubblicazione contiene 68 delle 71 fotografie esposte a Monte Carasso, conta 116 pagine, è in versione bilingue italiano e inglese ed è in vendita presso SpazioReale e nelle librerie. Con questo volume, SpazioReale e SalvioniEdizioni inaugurano una collana interamente dedicata al fotogiornalismo e curata da Gianluca Grossi. È uno strumento di scoperta, riflessione e approfondimento attraverso il quale confrontarci con la realtà in cui viviamo. Il primo numero della collana contiene, fra gli altri, un testo del curatore e interventi dei fotografi cofondatori di Cesura. La scelta di proporre i testi in italiano e inglese è motivata dal desiderio di raggiungere un pubblico a livello svizzero e internazionale.