Etna, il punto dell’INGV dopo l’ultima attività vulcanica dei giorni scorsi
Dopo l’evento parossistico al cratere “Voragine” avvenuto il 3 dicembre, è continuata l’attività stromboliana all’interno dello stesso Cratere. Nella mattina del 4 dicembre, l’intensità delle esplosioni è progressivamente cresciuta culminando, intorno alle ore 9:00 UTC (10:00 ora italiana), in un nuovo parossismo con formazione di fontane di lava e di una colonna eruttiva di magma, cenere e gas che si è elevata verticalmente ad almeno 7 km di altezza dalla sommità del vulcano, per poi espandersi verso i quadranti meridionali, trasportata dai venti dominanti che sono comunque di debole intensità. In concomitanza con questa attività si sono osservate significative emissioni di cenere dal piccolo cratere a pozzo che si è formato sull’alto fianco orientale del “Nuovo Cratere di Sud-Est” alla fine di novembre. L’altezza massima raggiunta dalle ceneri vulcaniche non è attualmente stimata.
Gli eventi parossistici avvenuti al cratere “Voragine” il 3 e 4 dicembre 2015 si caratterizzano per essere tra i più energetici dell’Etna nell’ultimo ventennio. In particolare il cratere “Voragine” è stata luogo di due parossismi particolarmente intensi, il 22 luglio 1998 e il 4 settembre 1999, con caratteristiche simili a quelle dei due parossismi avvenuti in dicembre 2015.
I rilievi di terreno in corso, le analisi di laboratorio dei prodotti eruttati e l’integrazione dei dati acquisiti dalle reti di monitoraggio dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), contribuiranno a definire nei prossimi giorni le caratteristiche e a ricostruire con precisione le dinamiche eruttive di questi due eventi.