Ernesto Solari presenta “Armonie di forme e colori nei capricci di Paganini” al Castello di Bonassola, dal 17 al 30 luglio 2016

 Ernesto Solari presenta “Armonie di forme e colori nei capricci di Paganini” al Castello di Bonassola, dal 17 al 30 luglio 2016

Si propone una mostra-percorso nei luoghi del territorio legati alla memoria del grande M.o Paganini in occasione di alcune particolari ricorrenze.
Si tratta di opere ispirate al tema dei Capricci, che Paganini terminò di comporre 200 anni fa, al violino nell’arte, ma anche al Paganini “violinista del diavolo”, con un particolare omaggio al Teatro alla Scala di Milano.
Uno dei motivi di attrazione della mostra sarà il famoso violino di Paganini, un Guarneri del Gesù, denominato “Cannone”, che sarà presente grazie ad un omaggio scultoreo da me realizzato.
La mia passione per l’esoterismo, che aveva in passato trovato punti d’incontro con l’arte neoplatonica rinascimentale, ma anche con figure della storia, della letteratura e dell’arte ha intravisto nella figura di Paganini una serie di elementi che potevano trovare rispondenza in modi, stili e ambienti caratteristici del mondo romantico e scapigliato dell’ottocento lombardo. L’avere approfondito la Scapigliatura lombarda in occasione della mostra sulla collezione Pisani Dossi (Broletto-Como 1985) con opere di Cremona, Ranzoni, Conconi, mi aveva dato l’opportunità di conoscere un mondo romantico fatto di contraddizioni, farcito da quel culto per il macabro e l’occulto che certamente interessò e toccò anche Paganini, violinista del diavolo, brutto ma affascinante, un anticristiano, rigettante e coinvolgente, morto e resuscitato.
Vestito sempre di nero, andava in giro con una carrozza trainata da cavalli neri. Una specie di rockstar che dal vivo sabotava le corde del violino in modo che si spezzassero nei momenti di maggior pathos per scioccare il pubblico, preferibilmente durante il Trillo del Diavolo, per finire con una sola corda sulla quale eseguiva gli ultimi brani del concerto.
Le sue esecuzioni sublimi, dovute sicuramente alla grande tecnica, furono avvantaggiate anche dalla sindrome marfanoide, una malattia che provoca l’allungamento delle dita.
Altro aspetto che sembra unire il male al bene e che ha contribuito alla crescita del suo mito, alla nascita dell’ideale di “bello e dannato”, erano gli svenimenti che l’enfasi delle sue performance riusciva a causare. In queste certamente il violino rimane protagonista, facendo seguire scalate vertiginose di archetto a passaggi in cui la terra sembra mancare sotto i piedi; un’ambientazione scenica che, come nelle mie creazioni, produce il colore necessario a far spiccare i virtuosismi, contrapponendosi a forti accenti…… che nei miei lavori sono costituiti dalle contaminazioni.
Su questa traccia sono nate le mie creazioni pittoriche e plastiche, i miei totem dedicati al grande Niccolò, i miei spartiti lignei o gli scrigni contenenti le sue musiche o gli omaggi ai grandi strumenti che lo accompagnarono nei suoi (e nei miei) virtuosismi armonici e ritmici. Ho voluto interpretare l’opera e la figura di Paganini attraverso un tracciato ritmico di pieni e vuoti vestiti successivamente da contaminazioni cromatiche che simboleggiano le contraddizioni sociali di sempre, ma soprattutto di oggi, e che possono trovare la propria redenzione nell’unione degli opposti.
Solari è artista e studioso dell’opera di Leonardo. Di origini romagnole vive a Como dove ha insegnato per 38 anni. Con la sua ultima mostra antologica a Como (2014) ha concluso un cinquantennio, iniziato molto presto, dedito all’arte e alla ricerca sui grandi maestri del rinascimento. Con alcune pubblicazioni ha consolidato la sua passione per il grande Leonardo. Rilevanti, e a volte controverse, sono state le sue ricerche in ambito leonardesco che hanno trovato sostegno e consensi da parte di illustri esperti; a questi studi le sue pubblicazioni più recenti sono dedicate. Solari ha sempre avuto una grande passione per la sperimentazione artistica che in questi ultimi anni ha trovato una propria motivazione nell’utilizzo di materiali poveri ma veri, carichi di forte espressività e di simboli nei quali egli ha visualizzato una sintesi delle sue idee, dei suoi pensieri e degli aspetti per lui esistenziali. Il drappo e il punto luce rappresentano questa sintesi essenziale.
“Questo è il secondo anno che il Comune di Bonassola partecipa al Festival Paganiniano di Carro con una mostra al Castello dedicata al musicista. Non era semplice trovare opere d’arte ispirate a Niccolò Paganini senza cadere nella banalità di ritratti d’epoca o di moderni e scontati effetti grafici bianco e nero.
Cercavamo opere che avessero in sé un’anima vibrante, che corrispondesse in qualche modo alla personalità del grande violinista, che solo un artista sensibile e colto poteva cogliere e rappresentare. Ringrazio allora Monica Amari Staglieno, Presidente del Festival, per aver individuato in Ernesto Solari l’artista che più rispondeva alle nostre aspettative e di averlo portato con le sue opere a Bonassola.
E ringrazio il Maestro per aver accettato il nostro invito. Il Paganini di Solari rivela l’intensità di un uomo pensato non solo come un violinista virtuoso fino agli eccessi, ma anche come cultore di un certo esoterismo.
Le opere qui esposte sono il risultato di una ricerca estetica che non può prescindere da simboli ermetici ed esoterici, siano essi forma o colore o materiale. Simboli e segni che danno una lettura personalissima di certi aspetti della realtà, i quali non appaiono se non a chi li sa decifrare, e che ci restituiscono un Paganini grande artista, attraversato dalla luce e immerso nel mistero.”. Così Piera Gandolfi, Assessore alla Cultura Comune di Bonassola.

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