D’Onghia su riforma AFAM: “Dobbiamo ridare centralità alla formazione accademica artistica, musicale e coreutica”

 D’Onghia su riforma AFAM: “Dobbiamo ridare centralità alla formazione accademica artistica, musicale e coreutica”

“L’AFAM non può continuare a rappresentare la cenerentola dell’istruzione superiore italiana. L’attesa di una riforma da quasi vent’anni dimostra infatti la scarsa attenzione rivolta al settore”. Lo afferma la sottosegretaria al MIUR, senatrice Angela D’Onghia, che domani parteciperà all’incontro su “La riforma dell’Alta Formazione Artistica, Musicale e Coreutica” presso la Sala Koch del Senato, a cui prenderanno parte politici, docenti e direttori del settore. “Non si può più rimandare l’impegno del Governo per una riforma (Legge 21 dicembre 1999, n.508) che preveda innanzitutto l’incremento delle risorse, la statalizzazione degli istituti musicali, un nuovo sistema di reclutamento e l’ordinamento di tutti i corsi di studio. Il nostro impegno deve essere indirizzato a sviluppare le potenzialità creative dei nostri giovani attraverso una qualificata presenza dell’educazione musicale nel nostro Paese. Rimettere mano alla riforma significa dare il giusto riconoscimento del valore sociale e culturale della formazione accademica artistica e musicale. La musica e le arti infatti rappresentano un’opportunità in più per accompagnare il processo di crescita  delle giovani generazioni. Di qui la necessità di risvegliare l’interesse della politica pedagogica di tali discipline che negli ultimi anni ha portato ad incrementi costanti di iscritti al settore. Purtroppo però terminato il periodo di formazione artisti e musicisti hanno difficoltà ad entrare nel mercato del lavoro e questo favorisce disagi ed un elevato precariato. E’ necessaria allora una progettualità politica e culturale per un comparto piccolo ma di grande importanza. L’Italia è foriera di eccellenze musicali per antica tradizione. Dobbiamo continuare a sviluppare competenze in questo settore per contribuire alla crescita economica, sociale e culturale del Paese. Non possiamo permetterci di perdere un simile patrimonio. Dobbiamo ridare centralità all’AFAM per un rilancio delle Accademie e dei Conservatori di Musica italiani”.

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