Damiano Rizzi presenta il suo libro “La guerra a casa”, una tragica storia autobiografica
Milano presso la Fondazione Pangea Onlus, Via Pasquale Sottocorno 46, Damiano Rizzi presenta il suo libro “La guerra a casa”, una tragica storia autobiografica, una denuncia contro un fenomeno in pericoloso aumento: il femminicidio. Conduce Luca Lo Presti, fondatore e presidente di Fondazione Pangea. “La guerra a casa”
Perché nessuna guerra sia “normale”. Perché nessuna donna debba più morire per mano del proprio amore. Un libro emozionante che ci invita ad agire. La storia vera, scritta con mano ferma, di una tragedia vissuta da vicino che si tramuta in un atto di amore estremo e in un impegno concreto e positivo perché la “guerra a casa”, la violenza sulle donne, il femminicidio non siano più ineluttabili. Il 9 luglio 2013 una telefonata sveglia Damiano Rizzi, presidente dell’Ong Soleterre, nel cuore della notte, mentre è a Roma per “salvare il mondo”. “A casa – è successo qualcosa di terribile. La sorella di Damiano è stata uccisa dal marito. È arrivata la guerra a casa”.
Il filo del racconto si spezza. Damiano ne riprende il bandolo dal principio, dalla sua vita “prima” di quella telefonata: racconta – alla sua famiglia, a sua sorella e a tutti noi – le guerre “lontane” di cui è stato testimone in Bosnia, Kosovo, Costa d’Avorio, Sierra Leone, Repubblica Democratica del Congo, Repubblica Centrafricana, Centro America, Ucraina. Le bambine soldato della Costa d’Avorio, gli amputati della Sierra Leone, le donne trucidate in Guatemala, l’Ucraina vissuta con Andy Rocchelli: conflitti tutti differenti per i loro moventi aberranti – potere, diamanti, denaro – ma simili nei meccanismi e nelle conseguenze: la morte di persone innocenti. Ma il dolore degli altri, sia sa, “è un dolore a metà”. La guerra però arriva a casa e poi dentro di noi. Damiano torna al presente e scopre che vivere sulla sua pelle l’assassinio di Tiziana è un dolore intero: scopre l’indifferenza di alcuni “professionisti”, la noncuranza del sistema giudiziario, scopre soprattutto che in Italia il fatto che ogni tre giorni una donna sia uccisa da un uomo, spesso il marito, il compagno, l’amante, è considerato “normale”. Proprio come la guerra o la diseguaglianza tra ricchi e poveri.
Damiano ha parole forti per questa normalità: la chiama “morte”. Ci chiede di ribellarci, adesso. Perché l’indifferenza uccide. Decide di fondare “Tiziana vive” una rete contro la violenza nei confronti di donne e bambini il cui obiettivo principale è quello di portare alla luce, dare voce e rispondere in modo concreto a una richiesta di aiuto psicologico che spesso rimane silente. Un libro di drammatica bellezza e di speranza che si legge come un romanzo e lancia un forte messaggio. Scrive Damiano nel finale: “Ho capito ancora meglio – se ce n’era bisogno – che cosa vuol dire salvare una vita umana o perderla. È l’unico motivo di vita. Ho la forza delle vittime. Che o si arrendono o lottano. Non c’è modo di arrendersi, di rassegnarsi. Voglio andare avanti. Per salvare ancora una vita umana. Non tutto è ineluttabile. Voglio lasciare un pensiero che funzioni: sennò perché mandare avanti la specie? Vorrei fare qualcosa di utile per me e per gli altri. Con un intervento di Serena Dandini, autrice di “Ferite a morte” e con un contributo sul tema del femminicidio di Simona Lanzoni, vicepresidente della Fondazione Pangea Onlus. Vauro Senesi racconta la genesi del logo dell’associazione “Tiziana Vive” a cui sono devoluti i diritti del libro. “La guerra a casa” di Damiano Rizzi, 144 pagine, 14 euro (Altreconomia edizioni). Tiziana Vive Onlus realizza progetti volti a contrastare il fenomeno della violenza di genere e di qualsiasi natura essa sia.