Clamorosa evasione un detenuto straniero dal carcere di Lodi

 Clamorosa evasione un detenuto straniero dal carcere di Lodi

Clamorosa evasione un detenuto straniero, ieri, dal carcere di Lodi. La notizia è diffusa dal Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, che parla di “evasione annunciata”.

“L’uomo, un detenuto marocchino di 22 anni, ristretto per spaccio, è evaso dal cortile dei passeggi del carcere di Lodi”, spiega Donato Capece, segretario generale SAPPE. “E’ una evasione annunciata, frutto della superficialità con cui sono state trattate e gestite le molte denunce fatte dal Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria sulle condizioni di sicurezza dell’Istituto di pena, che ha portato la sicurezza al di sotto dei livelli minimi di sottoponendo la Polizia Penitenziaria a rischi e disagi continui. Se avessero ascoltato le denunce del SAPPE, probabilmente tutti gli eventi critici denunciati e questa stessa evasione non sarebbe avvenuta”.

Aggiunge: ““Tutte queste evasioni hanno responsabilità ben precise. Cercate i colletti bianchi. Ora bisogna catturare l’evaso ma il sistema penitenziario, per adulti e minori, si sta sgretolando ogni giorno di più. Abbiamo registrato un numero di evasioni incredibili, da istituti e da mancati rientri, in pochissime settimane. Quel che denuncia il SAPPE da tempo si sta clamorosamente verificando ogni giorno: ossia che la sicurezza interna delle carceri è stata annientata da provvedimenti scellerati come la vigilanza dinamica e il regime aperto, dall’aver tolto le sentinelle della Polizia Penitenziaria di sorveglianza dalle mura di cinta delle carceri, dalla mancanza di personale – servono almeno 8.000 nuovi Agenti rispetto al previsto, e sono state autorizzate solamente 305 nuove assunzioni… -, dal mancato finanziamento per i servizi anti intrusione e anti scavalcamento?”.

Capece è netto nella denuncia: “Il sistema delle carceri non regge più, è farraginoso, e le costanti e continue evasioni ne sono la più evidente dimostrazione. Sono state tolte, ovunque, le sentinelle della Polizia Penitenziaria sulle mura di cinta delle carceri, e questo è gravissimo. I vertici dell’Amministrazione Penitenziaria e quelli della Giustizia Minorile e di Comunità hanno smantellato le politiche di sicurezza delle carceri preferendo una vigilanza dinamica e il regime penitenziario aperto, con detenuti fuori dalle celle per almeno 8 ore al giorno con controlli sporadici e occasionali. Mancano Agenti di Polizia Penitenziaria: a Lodi ci sono 36 Agenti per controllare 80 detenuto, ed è un numero assolutamente in sufficiente. Il capo del personale dell’Amministrazione Penitenziaria, Pietro Buffa, sapeva bene di questa significativa carenza di organico a Lodi ma nulla ha fatto. E per questo, ad avviso del SAPPE, si dovrebbe dimettere dopo tutti questi fallimenti. 

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