Campania, boom di imprese capitanate da under 35
Sono ben 69.420 le imprese capitanate da giovani con età inferiore a 35 anni in Campania, il popolo degli under 35 soo empre più un simbolo di un Sud che non molla, e si stima che sono circa il 15% del totale delle attività produttive presenti in regione, una percentuale che sale al 17,2% cento nel Mezzogiorno, superiore di quattro punta alla media nazionale che si attesta sull’11,2%. ”Dati, quelli diffusi da Srm che si giustificano con la maggiore propensione e fantasia dei campani e in genere del popolo del Mezzogiorno ad adattarsi alle criticità”, spiega Carlo Barbagallo, già numero uno dei Giovani di Confindustria Campania e amministratore unico della Cofiba, società creata nel 2003 quando di anni l’ex presidente degli under 40 ne aveva meno di 30. A conferma di ciò ben tre province campane si collocano tra le prime 10 province italiane nella classifica per numero di imprenditori giovani: Napoli al secondo posto, dopo Roma e prima di Milano, e poi Salerno al sesto posto e Caserta al settimo. Cifre che sembrerebbero andare in controtendenza rispetto al contesto di forte di difficoltà del Sud, confermati anche dai recenti dati del Check up Mezzogiorno, pubblicati da Srm e Confindustria. Ma che, secondo Barbagallo, hanno una giustificazione più che plausibile: “Il Sud – dice Barbagallo – sente meno la crisi rispetto al Nord perché in crisi c’è sempre stato. Ed è normale che nelle fasi di cattiva congiuntura chi meglio è riuscito ad adattarsi alle sofferenze sia capace di affrontare in maniera più dinamica le criticità economiche”. Certo, molto influisce anche la minore possibilità che hanno i giovani del Sud di trovare un lavoro dipendente: “La capacità di reinventarsi – spiega il patron di Cofiba – è strettamente legata ai dati sulla disoccupazione reale che in Campania supera ampiamente il 50 per cento”. Più imprese create, ma anche una maggiore mortalità: nell’ultimo anno la Campania si è aggiudicata anche il record delle chiusure aziendali. “La fantasia e la creatività devono purtroppo fare i conti in Campania con i gap di infrastrutture sia materiali che immateriali rispetto al Centro nord, con una burocrazia molto più lenta e spesso più ottusa, meno preparata a rispondere alle esigenze delle imprese, e con le difficoltà bancarie e l’applicazione di tassi di interesse maggiorati di 2 punti-2 punti e mezzo rispetto ai colleghi settentrionali”. Come fare, allora, per non arrendersi? “Il trucco è la volontà – conclude Barbagallo -: bisogna continuare a sognare. Occorre selezionare bene il personale investendo sui giovani, in genere più dinamici, e imparare a confrontarsi anche con i propri concorrenti. Sembra una frase trita e ritrita ma al Sud occorre fare rete: bisogna avere la forza e la capacità di mettere da parte l’io e diventare un noi”.