Camorra, omicidio Noviello: Giuseppe Setola si dichiara colpevole

 Camorra, omicidio Noviello: Giuseppe Setola si dichiara colpevole

Il capo indiscusso dell’ala stragista del clan camorristico dei Casalesi, Giuseppe Setola intervenuto in video-conferenza dal carcere di Milano-opera all’udienza del processo per l’omicidio di Domenico Noviello in corso al tribunale di Santa Maria Capua Vetere (Caserta), ha dichiarato: “Sono colpevole di questo omicidio. Tengo però a precisare che fino a poco tempo fa volevo fare una scelta collaborativa, ma mi sono tirato indietro perche’ altrimenti avrei dovuto accusare tutta Casal di Principe e mia figlia non sarebbe più potuta andare a scuola a Casale”. Il killer spietato dei casalesi, Giuseppe Setola alias “Peppe ‘o cecato”, era chiamato così per via di una malattia agli occhi per la quale ebbe anche una falsa perizia che lo dichiarava ipovedente che gli permise di fuggire dall’ospedale dove era piantonato, e per ‘o cecato non è nuovo per i suoi colpi di scena nelle aule di tribunale, infatti già è stato condannato a sette ergastoli definitivi per 15 omicidi, in sede di dichiarazioni spontanee, per la prima volta si è autoaccusato di un delitto nei confronti di un commerciante, Domenico Noviello, ucciso a Castel Volturno, in provincia di Caserta il 16 maggio del 2008, titolare di un’autoscuola che nel 2001 denunciò un tentativo di estorsione ai suoi danni da parte del clan camorristico capeggiato da Francesco Bidognetti. Giuseppe Setola inoltre ha fatto i nomi anche dei sui complici nella spedizione di morte: “Ho dato mandato omicidiario a Massimo Alfiero – afferma Giuseppe Setola in videoconferenza – volevo anche dire che tutti gli ergastoli che ho avuto sono tutti giusti” e poi fa i nomi anche di Metello Di Bona e Luigi Tartarone, attualmente pentito, infatti nel corso dell’udienza celebratasi in Corte d’Assise a Santa Maria Capua Vetere, dichiarò ai giudici: “Non dovevamo ucciderlo, era una persona perbene, non era un camorrista. […] per l’organizzazione dell’omicidio venne modificata a cominciare dall’auto che venne poi usato nell’omicidio. Dovevamo usare una Yaris scura rubata ma ci rendemmo poi conto che non sarebbe stata abbastanza veloce, in caso di fuga. Avrei dovuto partecipare anche io come esecutore ma quando poi scegliemmo una Punto GT a tre porte la mia partecipazione si rese impossibile. Mi limitai solo a seguire le fasi dell’assassinio a bordo della mia macchina per dare un supporto logistico in caso di bisogno”.

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