Bagno di folla a Bacoli per l’on. Luigi Di Maio, Ferdinando Imposimato e l’associazione Freebacoli
Un bagno di folla per il vice-presidente della Camera Luigi Di Maio e per l’associazione Freebacoli nella Sala Ostrichina del Parco Vanvitelliano del Fusaro per il convegno “Noi, lo Stato, il Futuro”. Presenti cinquecento persone tra massime autorità delle forze dell’ordine, parlamentari del Movimento 5 Stelle, diversi rappresentanti delle giunte comunali di Bacoli e Monte di Procida e cittadini interessati al tema della disaffezione alla politica e di come riavvicinare i cittadini alle istituzioni. Una partecipazione di massa dalla quale emerge una sola verità: la volontà di cambiare registro, di dare un calcio alla vecchia politica e di sperare in un qualcosa di più puro, di più fresco, di più pulito. “Non staremo qui a raccontarvi come vanno le cose qui a Bacoli – ha aperto il dibattito Domenico Mazzella, rappresentate dell’associazione Freebacoli – ma è da un po’ che vi stiamo raccontando ciò che noi, in quanto semplice associazione, abbiamo già fatto per questo territorio: la presenza, la proposta, la denuncia, gli eventi e le manifestazioni, con MonumenTIAMO abbiamo portato a Bacoli centinaia di turisti e l’abbiamo fatto con poco”.
Grandi spunti di riflessione ha suscitato la telefonata del magistrato Ferdinando Imposimato, presidente onorario della Suprema Corte di Cassazione, assentatosi per questioni familiari: “Viviamo in un’epoca in cui è in atto una crisi spaventosa e con gli ultimi provvedimenti lo Stato non fa che allontanarsi sempre più dai propri cittadini. Umilia i propri lavoratori, li espone sempre più al ricatto dei datori. Bisogna battersi contro l’opportunismo dei politicanti. Ispirandoci al presidente Pertini, dobbiamo eliminare qualsiasi privilegio e sintomo d’arroganza. Chi è schiavo della miseria non sarà mai un uomo libero e non ci sarà mai né democrazia, né libertà, né legalità se non esiste giustizia sociale. E’ da realtà come Freebacoli che deve nascere l’esempio per avvicinare i cittadini alle istituzioni, perché il popolo italiano ha sete di onestà”.
Diversi i temi toccati dall’on. Luigi Di Maio che parte proprio dall’appellativo con cui vengono denominati i parlamentari per far riavvicinare i cittadini alle istituzioni: “Non sta scritto da nessuna parte che dobbiamo chiamarci “onorevoli”. Siamo dei cittadini come tanti, anche se a differenza di quelli che si fanno chiamare onorevoli, che sono eletti per lo più dalle segreterie di partito, noi del M5s abbiamo deciso fin da subito di scontrarci contro un muro di gomma, contro gente che non ascolta. Potranno accusarci di tutto, ma almeno portiamo l’esempio di persone pulite, che si mettono in gioco, che fanno approvare leggi sui reati e disastri ambientali e che si dimezzano lo stipendio ricavandone così un fondo da destinare a famiglie in difficoltà e per finanziare micro-imprese. Oggi lo strumento del voto non basta più e neanche l’onestà: è necessario il controllo democratico da parte di tutti i cittadini. Bisogna renderli partecipi della vita politica. La nostra non è una rivoluzione, ma un ritorno alla normalità ed al buonsenso, perché ci sono comuni che attraverso liste del M5s o liste civiche qualsiasi stanno facendo grandi cose, tagliando gli sprechi ed investendo sul territorio”.
Onestà, partecipazione e ricerca della “normalità” a cui fa riferimento anche Josi Gerardo Della Ragione, consigliere comunale a Bacoli da quasi 5 anni e leader dell’assiociazione Freebacoli: “La nostra Costituzione si fonda sul lavoro ed è quello che bisogna garantire ai propri cittadini. Qui a Bacoli sono innumerevoli gli esempi di malapolitica che, negli ultimi anni, decenni, con tutto il patrimonio storico-culturali ed artistico che ci ritroviamo, non ha generato neanche uno di posti di lavoro. Attraverso la costante presenza sul territorio e le tante iniziative intraprese con i cittadini, Freebacoli ha contribuito a dare la speranza di un futuro che non debba vedere più i nostri giovani emigrare, che quest’ultima non sia più una strada tracciata, da percorrere obbligatoriamente. E come sostiene Di Maio, il solo voto non basta più. Non ci si può svendere per pochi spiccioli. Non si può macchiare la dignità politica delle persone con pochi euro. Bisogna educare il popolo ad essere felice, non si può svendere la propria felicità. Essa è garantita soltanto attraverso il lavoro ed è quello che deve stare al centro di ogni cosa”.