Il Segretario Generale della Cisl Raffaele Bonanni in una lettera pubblicata oggi sul Sole 24 ore sottolinea sul fatto che “La vicenda Alitalia-Ethiad sta mettendo a nudo ancora una volta tutte le contraddizioni ed i ritardi culturali del sindacalismo italiano di fronte al cambiamento del nostro sistema economico”. “Oggi più che mai il sindacato è ad un bivio della propria storia: o sa accettare la sfida della economia globalizzata, oppure il paese si priverà dell’apporto prezioso anche di uno degli ultimi soggetti che in altre congiunture gravi ha garantito stabilità al sistema economico e sociale” sostiene Bonanni. Per Bonanni “non si ottengono posti di lavoro e condizioni salariali convenienti senza aziende solide e produttive. Non si incentivano investimenti stranieri o locali senza le opportune “garanzie” dal parte del sistema paese nel quale c’è anche il sindacato. Non è stato edificante nella vertenza su Alitalia, non garantire l’approvazione compatta all’accordo dopo aver ridotto quasi a un terzo il numero degli esuberi, grazie a un lungo confronto serio e responsabile. E’ sacrosanto difendere tutti i posti di lavoro e trovare gli strumenti più adeguati per garantire questo diritto costituzionale. Ma di fronte ad investimenti importanti e cospicui, un sindacato responsabile non può alzare continuamente l’asticella sul contratto di lavoro, sfidando le altre associazioni per ragioni corporative, per difendere interessi professionali o di bottega. Si dirà che c’erano delle opinioni discordi: ma fino a quando nelle complesse relazioni industriali italiane si potrà perpetrare l’ostinata condotta di inconciliabilità con gli altri sindacati anche quando essi sono largamente maggioritari? Ma, soprattutto, fino a che punto questa ostinazione si può condurre in presenza di investitori non adusi ai bizantinismi italiani? Questo gioco può fare saltare l’investimento, con conseguenze gravi per i lavoratori di Alitalia e l’economia italiana”. Secondo il leader della Cisl ” è importante che le Poste abbiano confermato la sinergia e l’investimento nella nuova Alitalia, con l’opportunità di avere convenzioni e nuovi prodotti per la rete dei 14 mila sportelli postali. Questo significa fare sistema-Paese. Anche il ruolo di un grande sindacato confederale deve essere quello di conciliare gli interessi specifici di un’azienda o di un territorio con l’interesse generale del paese. Io penso, con molta umiltà ma altrettanta determinazione, che il sindacato abbia bisogno autonomamente di rivedere i propri modelli culturali, la sua organizzazione e la sua capacità di rappresentare i reali bisogni della società italiana. A cominciare proprio dalle istanze dei giovani, che oggi alle prese con la precarietà del lavoro, sono i primi a non comprendere i comportamenti e il linguaggio del sindacato. Più che di congressi, convegni e parate, abbiamo bisogno nei prossimi mesi di una svolta negli obiettivi e nelle scelte conseguenti, di una “assunzione di responsabilità” chiara e unitaria sulle scelte di politica economica e le necessarie riforme del lavoro, così com’e’ avvenuto nei momenti topici della storia del sindacalismo italiano.Tocca a noi riformare il sindacato e le sue politiche per non dare spazio o alibi al populismo dilagante che si avvantaggia degli errori della rappresentanze sociali per imporre il proprio oscurantismo”.
Alitalia-Ethiad, Bonanni: “il sindacato paga il ritardo culturale”
