Ai Comuni la gestione del patrimonio immobiliare del Monte Faito
Il patrimonio immobiliare del complesso “Monte Faito”, di proprietà della Regione Campania e della Provincia di Napoli, sarà recuperato, riqualificato e valorizzato attraverso l’affidamento ai Comuni.
E’ quanto ha stabilito la delibera approvata oggi su proposta dell’assessore al Patrimonio, che ha recepito le richieste provenienti dagli enti locali.
Il provvedimento è finalizzato alla sottoscrizione di un protocollo d’intesa tra Regione, Provincia, Parco regionale dei Monti Lattari e le amministrazioni comunali di Vico Equense, Castellammare di Stabia e Pimonte.
Toccherà all’Ente Parco approntare un “piano strategico di sviluppo e tutela” del complesso, che tenga conto del ruolo che il Monte Faito può avere nel circuito dei beni culturali ed ambientali di interesse nazionale, al fine di determinare occasioni di investimento e di incremento occupazionale.
Un obiettivo che passa per l’affidamento a lungo termine ai Comuni del patrimonio ricadente nei rispettivi territori, consentendo in questo modo la gestione ordinaria e straordinaria, la custodia e la conservazione di habitat e specie, il recupero e la riqualificazione dell’intera area.
La Regione ha poi individuato nel Comune di Vico Equense, in quanto titolare della stragrande parte di territorio del comparto Monte Faito, l’Ente capofila delle attività di custodia e conservazione del bene, con l’onere di gestire lo stesso, assicurandone il recupero, la riqualificazione e la tutela, anche attraverso l’istituzione della nuova frazione “Villaggio di Monte Faito”.
Il Comune inoltre si impegna, con la stipula del protocollo d’intesa, ad utilizzare eventuali risorse trasferite appositamente dalla proprietà, risorse pari a quelle derivanti dalla gestione del patrimonio ricadente nel territorio comunale (antenne e immobili), esclusivamente per la manutenzione del patrimonio affidato.
Presso la Giunta regionale sarà infine istituito un Comitato tecnico con il compito di esaminare i contenziosi relativi agli immobili del complesso; ricercare un accordo con le ASL per gli “animali senza padrone” presenti nell’area; concordare attività dei controllo del territorio e repressione dei fenomeni di abusivismo; definire le richieste pendenti di condono edilizio.