Agnano ha perso la sua “voce” il miglior cronista del Trotto Italiano

 Agnano ha perso la sua “voce” il miglior cronista del Trotto Italiano

Stroncato dal Covid, a 76 anni è morto Salvio Cervone, storico cronista del trotto napoletano e non solo. Era stato anche gentleman driver di spicco, vincendo il GP Federnat. Quella di famiglia, con Unno nel 1973, era stata la prima scuderia campana a conquistare il Derby

Sì, proprio una brutta bestia il Covid… A inizio dicembre s’è portato via la voce storica del galoppo a Capannelle, Piero Celli. E adesso quella del trotto ad Agnano, Salvio Cervone. Ha combattuto contro il virus per qualche giorno, “zio Salvio”, ma alla fine s’è arreso e non ce l’ha fatta. Scompare così a 76 anni un pezzo di storia del trotto napoletano, una figura ippica a tutto tondo, rappresentante di una famiglia che è stata un caposaldo del “movimento” nella regione. Con l’Allevamento dei Ludi il padre, commendator Franco, era stato il primo proprietario campano a conquistare il Derby, nel 1973 con Unno. Antonio, fratello di Salvio, era stato guidatore, oltre che anche lui proprietario e allevatore. E proprio i due fratelli avevano dato origine alla Pride, il “marchio” di famiglia, che a partire dal 1997 aveva iniziato a produrre tanti buonissimi cavalli: per tutti Finett Pride, che dopo una carriera di corse ai margini della prima categoria italiana s’era trasformato in Francia agli ordini di Fabrice Souloy, vincendo anche a Vincennes e piazzandosi terzo nel Cote d’Azur 2009 a Cagnes sur Mer.
Salvio, che era stato anche anche gentleman driver di spicco (in bacheca anche il GP Federnat del 1987, a Taranto con Coriolano, e il Trofeo delle Regioni 1977, a Roma), era ormai la “voce di Agnano”, un muro portante dell’ippodromo napoletano: il suo ufficio, nella zona delle scuderie del trotto, era quasi un museo, e in piccolo lo era anche la postazione per le cronache in cima alla tribuna principale, pure quella tappezzata di prime pagine e ritagli ippici,tra le tante quella del noto maniscalco Giovanni Orlando una presenza costante nella sua vita ,un affetto fraterno che ha lasciato un ricordo indelebile che coloravano le sue cronache, dal «no problem, no stress” che accompagnò il primo successo di Varenne nel GP Lotteria 2000 alla «promenade de santé» riferita alla più facile delle vittorie di un qualunque routinier nelle corse da lui commentate, e ancora «non c’è più tiempo», «chiacchiericcia il mio cronometro», «allacciate le cinture», e tante altre. E resteranno anche i soprannomi creati e assegnati a tutti ma davvero tutti i guidatori scesi in pista ad Agnano: dal “ragionier” Gallucci al “falso magro” Finetti, solo per citarne un paio. Cronache inconfondibili, spesso concluse all’insegna del «cantaNapoliiiii» urlato nel microfono quando a vincere un gran premio era uno dei tanti portacolori partenopei. Cronache che avevano consegnato a Cervone anche un fan club su Facebook: unico anche in questo. Oltre ad avere un paio di cavalli chiamati con quello che invece era appunto il suo soprannome (Zio Salvio e Zio Salvio Jet).

Mario Orlando

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