40 miliardi erogati alle amministrazioni pubbliche per i debiti arretrati
Il piano nato nel 2013 per smaltire il debito commerciale accumulato fino a tutto il 2012, e poi esteso quest’anno al debito in essere a fine 2013, registra progressi tanto nelle cifre messe a disposizione dal Governo agli enti debitori quanto nelle somme che risultano pagate dagli enti debitori ai creditori. Rispetto alla precedente rilevazione del 23 settembre, il monitoraggio al 30 ottobre mostra erogazioni agli enti debitori per 40,1 miliardi (+1,7 miliardi ovvero +4,43%) di cui 32,5 miliardi (+1,2 miliardi ovvero +3,83%) risultano già utilizzati per i pagamenti ai soggetti creditori.
A quanto ammonta veramente il debito commerciale delle pubbliche amministrazioni?
Il debito commerciale delle pubbliche amministrazione è una grandezza in evoluzione costante: ogni mese viene estinta una parte del debito attraverso il pagamento di fatture scadute e al tempo stesso nuove fatture arrivano a scadenza integrando il valore del debito. Poiché non è ancora disponibile un sistema di gestione che coinvolga tutte le amministrazioni, capace di monitorare la maturazione di nuovo debito e l’estinzione di quello pre-esistente, il fenomeno viene valutato attraverso le stime della Banca d’Italia, formulate attraverso sondaggi sul lato dei creditori, e censimenti del Ministero dell’Economia e delle Finanze realizzati sul lato dei debitori.
Le stime del debito commerciale che la Banca d’Italia rende note in occasione della Relazione annuale vengono erroneamente utilizzate nel dibattito pubblico per indicare il debito scaduto e non oggetto di contenzioso. La stessa Banca d’Italia ha chiarito, nel Bollettino Economico di aprile 2014, che il debito certo, scaduto ed esigibile delle Amministrazioni pubbliche rappresenta “poco più della metà” delle stime del debito complessivo: quindi poco più della metà di 91 miliardi a fine 2012 e poco più della metà di 75 miliardi a fine 2013.
Secondo le valutazioni della Banca d’Italia, il debito commerciale onnicomprensivo stimato alla fine di ciascun anno ha registrato un forte aumento nel triennio 2009-2011 per raggiungere una stabilizzazione nel 2012, segnalando una crescente difficoltà dello Stato a far fronte ai propri impegni commerciali. A fine 2013 si è registrata finalmente una significativa inversione di tendenza (una diminuzione di circa il 18%) grazie ai provvedimenti presi.
La diminuzione del debito complessivo segnala lo smaltimento di componenti del debito “patologico” e quindi la riduzione dei tempi di pagamento medi delle fatture. Con diversi provvedimenti in successione, principalmente i decreti legge 35/2013, 102/2013, 66/2014, il Governo italiano ha provveduto a mettere a disposizione degli enti debitori oltre 56 miliardi per smaltire il debito “patologico”, ovvero quella parte di debito commerciale rimasto insoluto ben oltre i termini di scadenza, con gravi conseguenze per le imprese creditrici e per il buon funzionamento dell’economia italiana nel suo insieme. Si tratta di risorse che vanno ad affiancare quelle ordinarie già disponibili nei bilanci degli enti debitori per far fronte al debito “fisiologico” pur conteggiato nelle stime della Banca d’Italia.
Sulla base delle richieste degli enti debitori e delle indicazioni che provengono da altre fonti, tra le quali le richieste di certificazione del credito da parte dei fornitori, la valutazione del Ministero dell’Economia e delle FInanze è che le risorse fin qui stanziate siano più che sufficienti a smaltire il debito “patologico”, in linea con le stime della Banca d’Italia specificate nel Bollettino economico di aprile. Se il picco del debito raggiunto a fine 2012 ammonta a circa 45, infatti, ci si aspetta che l’erogazione di ulteriori 5 miliardi, in aggiunta ai 40 miliardi già erogati, possa esaurire il fabbisogno straordinario delle amministrazioni pubbliche. L’accelerazione nelle procedure di pagamento dei debiti, accanto agli strumenti complementari come l’assistenza della garanzia dello Stato nella cessione dei crediti dai fornitori agli intermediari finanziari, dovrebbe consentire di esaurire definitivamente il problema nelle prossime settimane.
Perché non è stato già pagato l’intero importo stanziato?
Le amministrazioni centrali dello Stato sono responsabili di una quota del debito patologico stimata nel 5-10%; la gran parte di tale debito è responsabilità di Regioni, Province, Comuni, enti sanitari nonché consorzi e società partecipate delle autonomie locali. Il Ministero dell’Economia e delle Finanze fornisce risorse finanziarie a questi enti accertandosi che li utilizzino correttamente e che si impegnino a restituire all’Erario i finanziamenti ricevuti dallo Stato. Ciò è essenziale per non favorire gli enti che si sono fortemente indebitati con i loro fornitori rispetto agli enti che hanno pagato in tempi più brevi.
Negli ultimi mesi le somme messe a disposizione degli enti vengono da questi richieste e assorbite più lentamente, presumibilmente perché la quota maggiore di debito patologico è stata rimossa grazie ai primi finanziamenti. Per esempio, la quarta e quinta tranche di finanziamento ai comuni sono state da questi assorbite solo parzialmente (1,8 su 3,8 miliardi disponibili). Le Regioni rallentano l’assorbimento di risorse in alcuni casi perché hanno raggiunto le soglie previste dal patto di stabilità interno, oppure per problemi di contabilizzazione dei finanziamenti nei bilanci e in alcuni casi perché non riescono a predisporre piani di pagamento dettagliati.
L’impegno del Governo passo dopo passo: 1. eliminare il debito patologico
Il Governo ha stanziato risorse finanziarie in eccesso per lo smaltimento del debito patologico, ha sollecitato gli enti debitori ad acquisire le risorse messe a disposizione, valuta il corretto impiego di queste risorse da parte degli enti che le hanno richieste.
Inoltre, il Governo ha messo a disposizione delle imprese la possibilità di cedere il proprio credito a intermediari finanziari a condizioni vantaggiose, grazie all’assistenza di una garanzia dello Stato. Le imprese hanno potuto, fino al 31/10/2014, chiedere la certificazione del proprio credito attraverso il sito certificazionecrediti.mef.gov.it e – una volta ottenuta la certificazione da parte dell’ente debitore – recarsi in banca o presso l’intermediario di fiducia per ottenere la liquidità. Alla scadenza del 31 ottobre 2014 risultavano registrate alla piattaforma di certificazione dei crediti 20.018 imprese che hanno presentato complessivamente 84.608 istanze di certificazione per un controvalore di circa 9 miliardi di euro.
Il problema del debito patologico è così affrontato in modo compiuto sia sul lato del finanziamento ai debitori sia sul fronte dell’accesso alla liquidità da parte dei creditori.
L’impegno del Governo passo dopo passo: 2. fare pagare in 30 giorni
L’erogazione di 40,1 miliardi e il pagamento di 32,5 miliardi hanno già consentito di migliorare il funzionamento ordinario degli enti e ridurre considerevolmente i tempi medi di pagamento, come mostrano in modo convergente numerose indicazioni provenienti dalle associazioni degli imprenditori. La vera sfida del Governo è la riduzione generalizzata dei tempi medi di pagamento a 30 giorni, conducendo i casi patologici a una dimensione marginale da risolvere caso per caso. Per conseguire questo obiettivo sono stati messi in campo diversi strumenti. Tra questi i due più importanti sono:
La fatturazione elettronica, obbligatoria nei confronti delle amministrazioni centrali dello Stato da giugno di quest’anno e obbligatoria per tutti gli altri enti da marzo 2015. Grazie alla fatturazione elettronica l’amministrazione centrale dello Stato potrà monitorare l’evoluzione del debito di tutte le amministrazioni centrali e locali, con la facoltà di intervenire nei casi patologici.
L’introduzione della contabilità in forma economico-patrimoniale che, in via definitiva dal 2016, affiancherà la contabilità finanziaria degli enti territoriali a fini conoscitivi e di nuove regole di contabilizzazione che già dal primo gennaio 2015 consentiranno una chiara identificazione e registrazione contabile dei debiti e dei crediti esigibili. Questo sistema, più trasparente e comparabile, consente al Ministero dell’Economia e delle Finanze di individuare e aggredire comportamenti patologici delle singole amministrazioni.
IL MONITORAGGIO
Il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha attivato un monitoraggio regolare dell’avanzamento dell’intera procedura che coinvolge in particolare il Dipartimento della Ragioneria Generale dello Stato, al fine di garantire tanto una corretta allocazione delle risorse finanziarie quanto il rispetto degli impegni degli enti debitori a impiegare queste risorse per saldare rapidamente i debiti scaduti. La tempestiva informazione al pubblico sull’attuazione è garantita dalla pubblicazione con frequenza mensile degli stati di aggiornamento sul sito debitipa.mef.gov.it, dal quale è possibile visualizzare tabelle di sintesi e scaricare file con dettagli sui pagamenti degli enti locali.