Why Not, De Magistris: “la Mafia ha deciso di prendere la forma delle istituzioni”

 Why Not, De Magistris: “la Mafia ha deciso di prendere la forma delle istituzioni”

Parole davvero forti quelle pronunciate dal sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, parlando in aula del consiglio comunale sulla sentenza di condanna, con pena sospesa, in primo grado per l processo Why not e mette in guardia tutti: “La mafia ha deciso di infiltrarsi, di non colludere piu’ con la politica e di prendere la forma delle istituzioni, passando dalla strategia criminale esterna alla stagione della legalità formale”. “la mafia sia stata sconfitta solo perchè ha abbandonato la strategia della tensione e delle bombe. Grandi ingiustizie – afferma l’ex pm – passano attraverso il rispetto della legalità formale. Ho pagato perchè non mi sono fatto corrompere, non mi sono girato dall’altra parte, non mi sono piegato”, parla ai consiglieri, riuniti in seduta per approvare il bilancio e spiega che “ogni tanto devo mettere la maschera e provare a fare finta di niente per andare avanti”. Una cosa che “non è facile, perchè non sempre lo è mantenere prontezza, lucidità forza e coraggio”. Sono anni, dice ”che continuo a pagare sulla mia pelle giustizie inaccettabili. Non e’ facile rialzarsi”. De Magsitris guarda al suo passato da magistrato e racconta di essersi ”reso conto, gia’ dopo qualche mese, di quanto mio padre mi avesse ingannato”. ”Mi aveva fatto illudere che la magistratura fosse eticamente superiore – afferma – invece mi sono reso conto, negli anni, che la collusione, la corruzione, il sistema criminale non appartengono solo ai delinquenti di strada, a pezzi della politica, ma la situazione e’ piu’ grande e complessa”. Si professa ”uomo libero e autonomo”. Una condizione che se da un lato e’ una ”forza perche’ si deve rendere conto solo alla propria coscienza”, dall’altro ”porta a vivere in uno stato d’animo di isolamento”. ”Non mi sono mai piegato – aggiunge – nemmeno quando mi hanno proposto di lasciare la Calabria per andare a Napoli, quando mi hanno detto: ‘Vattene’, quando mi hanno proposto di andare al Ministero della Giustizia, e poco prima di essere trasferito dalla Calabria per volonta’ del ministro Mastella, che da investigato diventa oggi investigatore, risposi che per cacciarmi avrebbero dovuto ammazzarmi”. L’Italia, per il sindaco, ”e’ un paese intriso di corruzione” ed e’ per questo che ”si deve alzare il livello dello scontro contro la nomenclatura di regime”, anche perche’, dal suo punto di vista ”c’e’ un’accelerazione forte contro questa amministrazione”. ”Bisogna scegliere – sottolinea – se la rivoluzione si fa all’esterno delle istituzioni o anche dentro”. E la scelta arancione e’ stata di farla da dentro ”vincendo una campagna elettorale complicata, difficile”. E la rivoluzione ”non e’ bon ton istituzionale, strette di mano o una cena di gala, come mi ha detto un amico”. ”Se vogliono farci cadere – mette in guardia – hanno un solo strumento: le elezioni”. Invece, ricorda, ”da quando ci siamo insediati ci sono stati vari tentativi”. A cominciare dalla Corte del Conti, il Piano di riequilibrio, il rendiconto. Ma l’unica strada ”per sconfiggerci” e’ quella che passa dalle urne, di battere, con il voto, ”il sindaco e tutti quelli che vorranno ricandidarsi”. E a chi dice che oggi l’ex pm ha isolato la citta’, risponde che ”dipende dai punti di vista” perche’, dal suo, ”siamo isolati da un certo sistema che dice che io mi dovrei fare aiutare e dovrei cedere a compromessi morali”.

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