Pompei, alimentazione e Dieta Mediterranea: se ne parla in un convegno
Il futuro della corretta alimentazione ha un cuore antico: si chiama dieta mediterranea. Un patrimonio italiano che si tramanda nei secoli. Da Pompei a Expo 2015. Ecco perché gli antichi possono darci qualche lezione a tavola. I Romani, almeno la maggioranza dei cittadini ben lontani dagli eccessi dei più ricchi, sono un faro per la giusta scelta degli alimenti e la sobrietà nell’alimentazione. E così “la dieta di base degli abitanti di Pompei che, come testimonia ancora una lista incisa nel muro di una taverna al centro della città, era assai semplice: pane come base, seguito dall’olio e dal vino, formaggio. Con qualche rara aggiunta di pesce o di carne”, spiega lo storico Zeffiro Ciuffoletti aprendo il viaggio nella cultura millenaria del cibo proposto nella tavola rotonda ‘Il concetto di nutrizione dal 79 d.C. al 2015’, in corso proprio a Pompei nell’Auditorium degli Scavi. L’evento si inserisce nel calendario degli appuntamenti del Forum universale delle culture ed è promosso da Adnkronos in collaborazione con Regione Campania, Adi (Associazione italiana di dietetica e nutrizione clinica) e Sipa (Società italiana di psicopatologia dell’alimentazione), con il patrocinio di Padiglione Italia Expo Milano 2015. I nutrienti, le fibre e i polifenoli contenuti nell’olio extravergine di oliva, nei cereali e in molti alimenti della dieta degli antenati sono ancora oggi “validi alleati della nostra salute e ci proteggono dalle più diffuse patologie croniche, metaboliche e tumorali”, sottolineano gli esperti. La dieta mediterranea, intesa come regime alimentare frugale ricco di cerali, fibre, vino e olio extravergine di oliva, è vicina al tipo di alimentazione seguita già dagli antichi romani, e si conferma ancora oggi “il migliore modello nutrizionale”. Ma, nei fatti, sono ancora in pochi a seguirla: “Nel nostro Paese l’80% della gente afferma di conoscerla – dichiara Lucio Lucchin, presidente dell’Adi – ma in realtà poi non sa esattamente in cosa consista questo regime alimentare. O meglio, associa la dieta mediterranea solo a pizza, pane, pasta e per giunta in abbondanza. In realtà la dieta mediterranea è innanzitutto sobrietà”. Tra gli alimenti protagonisti della tavola degli antichi romani il vino, ‘nettare degli dei’ di cui si perdono le origini nella storia, associato a riti sacri da un lato e simbolo di convivialità dall’altro. “Spesso gli studi epidemiologici sul vino vengono effettuati in associazione al consumo di alcol – riflette Enzo Grossi, advisor scientifico del Padiglione Italia Expo Milano 2015 – Questo mancato ‘disaccoppiamento’ spiega il motivo per cui la letteratura scientifica si concentra soprattutto sugli aspetti potenzialmente negativi. In realtà un bicchiere di vino, appena 150 ml, contiene da 1 a 2 grammi per litro di polifenoli, quantità equivalente a quella che si trova in: 2 tazze di the verde, 5 mele, 5 porzioni di cipolle, 5 porzioni e mezzo di melanzane, 500 ml di birra, 7 bicchieri di succo d’arancia, 20 bicchieri di succo di mela”. Non solo: “Gli studi più importanti sul rapporto tra consumo di vino e mortalità in cui è stato possibile scindere il consumo di vino da quello di bevande alcoliche – aggiunge – dimostrano che il vino esercita un effetto positivo sulla longevità, riducendo quasi del 50% il rischio di mortalità”. Il cibo, aggiunge il medico chirurgo nutrizionista Federico Francesco Ferrero, vincitore della terza edizione di MasterChef Italia, “è una straordinaria opportunità di prendersi cura dell’altro. Lo è da sempre. E per fortuna lo è ancora. Salute, nutrimento, tradizione, erotismo, memoria, amore, incontro: parole apparentemente slegate che hanno invece nel cibo la chiave di lettura di una grande parte della nostra vita”. E se, come diceva Paracelso, “è la quantità che fa il veleno”, gli esperti oggi ci dicono che ciò che beviamo e mangiamo influenza il nostro stato di salute. “Secondo gli oncologi, circa il 30-40% dei tumori è di origine alimentare, mentre l’inquinamento chimico sarebbe responsabile solo di un 2% di tutti i tumori registrati”, specifica Lucchin. Dovremmo dunque imparare a difenderci dai cattivi stili di vita. Il futuro, concludono gli scienziati, è l’eterna dieta mediterranea ma non solo. E’ anche ricerca mirata su batteri in grado di influenzare l’equilibrio della flora intestinale e ristabilire in generale l’integrità funzionale dell’organismo. “In che modo e fino a che punto i nostri organi sono influenzati dalla flotta di batteri che li abitano è ancora da stabilire – conclude Marino Venerito, ricercatore e docente all’Università di Magdeburgo in Germania – Tuttavia, interventi sulla dieta, così come il trapianto fecale di microbiota da un individuo sano a uno con patologie intestinali, potrebbero aprire scenari nuovi nelle scelte terapeutiche del futuro”. (Fonte AdnKronos)