Al Teatro Karol di Castellammare di Stabia “Anna Cappelli”

 Al Teatro Karol di Castellammare di Stabia “Anna Cappelli”

In scena – sabato 9 marzo (ore 20.30) – sul palcoscenico del Teatro Karol di Castellammare di Stabia ANNA CAPPELLI il testo di Annibale Ruccello interpretato e diretto da Benedetta Buccellato. Una proposta della rassegna artistica PASSIONI, DIFFERENZE E ALTRE VISIONI che Casa del Contemporaneo porta avanti in diversi teatri della Campania, oltre al TK, anche Teatro Ghirelli a Salerno e Sala Assoli a Napoli. Dopo il sold out di “Che ci faccio qui in scena” di e con Domenico Iannacone la programmazione per un pubblico adulto, in serale, prosegue con questo nuovo appuntamento che segna un legame, profondo, con il vissuto artistico del territorio stabiese.

La scrittura del testo “Anna Cappelli” nasce dall’amicizia della Buccellato con Annibale Ruccello. Un’amicizia nata da ragazzi, negli anni del liceo e nei primi dell’Università prima a Salerno e poi a Roma. A quel tempo Benedetta Buccellato aveva finito l’Accademia e cominciato una bella carriera teatrale, Annibale Ruccello scriveva, dirigeva e interpretava testi che ebbero un immediato successo. Fu una maratona per giovani autori e attori dal titolo “Attori in cerca d’autore” a fornire ai due l’occasione di costruire insieme un testo inedito, un monologo cucito addosso alle personalità e alle anime artistiche di entrambi.

Sulla scena una donna è sola, in una grande casa. Sta indossando un vestito elegante, infila nel mangiacassette la canzone Woman in love, evoca i momenti che l’hanno condotta fin lì.
È la casa di Tonino Scarpa e lei è Anna Cappelli. La loro storia risale agli anni ‘80 quando Anna è una giovane impiegata che vive in una camera ammobiliata a Latina, presso la signora Rosa Tavernini, perchè non può permettersi una casa tutta sua e nella sua, di casa, la sua stanza è stata data alla sorella più piccola. Intollerabile. Anna è sempre stata attaccatissima alle sue cose, non sopporta che qualcuno gliele tocchi. Poi, un giorno, l’incontro col ragioniere Tonino Scarpa, anche lui impiegato al Comune di Latina, e poi l’amore. Ma non il matrimonio. Anna fatica ad accettare il ruolo di convivente, ma prende possesso della grande casa di Tonino. Come una moglie. La casa ora è sua, Tonino è suo.
Poi Tonino le comunica, senza un briciolo di sentimento, che andrà a lavorare in Sicilia, e che ci andrà da solo perché la loro storia è finita. Tonino lascia Anna e Anna dovrà lasciare la casa. Ma Anna sa che non può assolutamente perdere Tonino e la casa. E ha in mente un piano che sta per mettere in atto. Perchè Tonino e la casa siano suoi. Per sempre.

Una nota di Benedetta Buccellato
Il testo trae spunto da un episodio di cronaca nera, il cui protagonista era un giovane giapponese. In ANNA CAPPELLI l’autore del crimine è invece una giovane donna. “Avevo chiesto ad Annibale di trasformare l’autore di quel crimine in una giovane donna. Insieme discutemmo di tutto e, come era consuetudine tra noi, ci divertimmo molto a immaginare il nuovo scenario e i nuovi personaggi” – riferisce la Buccellato in una nota – “Mi mandò il testo dattiloscritto a fine luglio dell’86 e me lo portai sugli scogli della Sardegna per impararlo a memoria e pensare alla regia. Il debutto era fissato per i primi di settembre. Annibale morì in un incidente automobilistico pochi giorni prima. Ho vivissimo il ricordo di avere recitato, quella sera, in bilico tra uno stato ipnotico e una tempesta di sentimenti. Qualche mese dopo volli riprendere Anna Cappelli, insieme con Spogliarello di Dino Buzzati, in uno spettacolo intitolato Domeniche e prodotto dagli amici del Teatro Nuovo di Napoli. Riprendo lo spettacolo dopo tanti anni, nella città di Annibale. Annibale non c’è più, Anna ed io siamo invecchiate”. L’Anna di oggi vive inevitabilmente un presente diverso, fatto di memoria, di magiche rievocazioni e di inevitabile epilogo.

Nello Spazio Arte del foyer, inoltre, è sempre possibile ammirare la mostra di Giuseppe Plaitano, “Piazze”, visitabile gratuitamente negli orari di apertura botteghino, il martedì e il sabato (ore 17>19) e  il giovedì (ore 10>12). Frammenti “suggestivi” che raccontano consuetudini e quotidianità della vita di ieri in quei luoghi, le “Piazze” appunto, della Castellammare di Stabia – da fine Ottocento agli anni Cinquanta – tratte dall’Archivio storico Giuseppe Plaitano, posto sotto la tutela del Ministero per i Beni e le Attività Culturali.

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