Giornata della memoria 2022: il significato della Shoah
Il convegno. Gli orrori del ‘900 – Parte 1^ La Shoah: oltre il filo spinato. Pensieri – commenti – considerazioni
di Ennio Silvano Varchetta:
Si è svolto con grande partecipazione il convegno per commemora la Shoah, il genocidio degli Ebrei operato dalla Germania nazista e i suoi alleati durante la Seconda guerra mondiale. La Giornata della Memoria è stata istituita dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite il 1° novembre 2005 per ricordare per sempre ciò che si è consumato nei campi di concentramento nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale.
Si celebra il 27 gennaio perché è questo il giorno in cui, nel 1945, le truppe dell’Armata Rossa entrarono per la prima volta ad Auschwitz. Un modo per non dimenticare mai la Shoah e tutte le altre persecuzioni nei confronti dei popoli in tutto il mondo. La liberazione di Auschwitz e la scoperta dei campi di sterminio.
Il 27 gennaio 1945 il mondo iniziò a rendersi conto davvero dell’immane tragedia che la Seconda Guerra Mondiale aveva causato. Quando le truppe russe entrarono nel campo di concentramento di Auschwitz trovarono ad aspettarli circa 7000 prigionieri in condizioni disumane e una valanga di scarpe, indumenti e altri oggetti appartenuti ad altre persone che non erano più lì. Trovarono i forni crematori e i resti di tanti, troppi altri esseri umani nelle fosse comuni organizzate in fretta dalle SS (i reparti nazisti che si occupavano dei campi di concentramento e sterminio) che scapparono prima dell’arrivo dell’Armata Rossa. Solo ad Auschwitz morirono circa un milione di persone. Non solo Ebrei ma anche Rom, Sinti, prigionieri di guerra, testimoni di Geova, disabili, omosessuali. Uno sterminio di massa che i nazisti in fuga avevano provato a nascondere bruciando documenti e distruggendo forni crematori e baracche.
Perché si chiama Shoah?
Shoah è il termine che indica lo sterminio degli Ebrei da parte della Germania nazista e dei suoi alleati. Nella lingua ebraica la parola significa “tempesta devastante” e viene usata per la prima volta nella Bibbia, nel libro di Isaia (47, 11).
Anche se molti accomunano il termine Shoah a quello di olocausto i significati delle due parole sono leggermente diversi. Con olocausto si fa riferimento a una forma di sacrificio praticata nell’antichità, specialmente nella religione greca e in quella ebraica, in cui la vittima veniva interamente bruciata. Con Shoah, invece, si definisce un sacrificio che poteva (e doveva) essere evitato.
Proprio per questo motivo in Israele preferiscono Shoah per indicare lo sterminio di circa sei milioni di Ebrei che persero la vita nei campi di concentramento nazisti e durante la persecuzione sistematica di cui furono vittime in tutti i paesi europei alleati o controllati dalla Germania hitleriana, Italia compresa.
La Giornata delle Memoria: il vero significato
Nata per ricordare la Shoah del popolo ebraico, la Giornata della Memoria si è trasformata presto in un momento in cui, in tutto il mondo, si commemorano le vittime causate dall’odio, dal fanatismo, dal razzismo e dal pregiudizio. Una Giornata nella quale ricordare per non dimenticare, per evitare che la Shoah si ripeta per altri popoli e per altre etnie.
E da Pianura l’associazione culturale L’ElzeViro in collaborazione con il Corriere di Pianura, la Voce, la Pro Loco locale e la Stampa Campana-Giornalisti Flegrei, ha voluto lanciare un messaggio per questa giornata commemorativa attraverso un significativo Convegno on line con storici, esperti, docenti. Sono stati trattati la figura di Primo Levi, della Senatrice Liliana Segre, della scrittrice Deborah Feldman, di San Massimiliano Maria Kolbe, e poi La Shoah nell’immaginario della letteratura israeliana, Riflessioni da un lager, Immagini della memoria tra Filosofia e Storia, Come un bambino e un ragazzo vedono l’Olocausto, ed infine Il campo di concentramento di Ferramonti, oggi museo, in provincia di Cosenza, il più grande dei 15 campi di internamento costruiti nell’estate del 1940.
Ne hanno discusso il dirigente scolastico Ciro Scognamiglio, la cattedratica Gabriella Steindler Moscati, la direttrici di museo Gea Palumbo e Teresa Ciliberti, il parroco don Marcello Schiano, la studentessa Chiara Ferrante, il medico Antonio Longobardo, le docenti Teresa De Giulio e Graziella Tetta. Ha introdotto e moderato Ennio Silvano Varchetta, giornalista, docente e presidente de L’ElzeViro.
La Shoah: gli errori e gli orrori di un ormai lontano periodo della Storia, non sono solo ricordi da custodire e tramandare, ma spuntano, ahinoi, anche nel nostro quotidiano: in un’azione di un branco volto ad intimidire, nella vessazione di una persona vulnerabile da parte di un bullo a scuola, in un negozio, o per strada, o ancora nel caso di una minoranza schiacciata da una maggioranza stolta. E perché non riaccada quello che è già accaduto, è necessario che questi ricordi non cadano nell’oblio. Questo e non solo il senso di taluni momenti di riflessione.