Cinema, al via la seconda parte della rassegna Anamorfosi Contaminazioni Tradimenti
La Fondazione Morra è lieta di annunciare la seconda parte della rassegna cinematografica ANAMORFOSI CONTAMINAZIONI TRADIMENTI, la seconda curata dagli Archivi Mario Franco presso la sede di Casa Morra – Archivio D’Arte Contemporanea. A riaprire la rassegna sarà il film Blow Up (1966) di Michelangelo Antonioni, mercoledì 10 gennaio alle ore 19.
Il cinema, da sempre, ha formato il suo linguaggio attraverso un processo di interrelazioni con la letteratura e con forme spettacolari preesistenti, teatrali, musicali, pittoriche, declinandole in modo originale ed innovativo. Le “contaminazioni” tra diversi mondi espressivi non devono farci dimenticare che il film va considerato come opera a sé, superando il concetto di “fedeltà” o di “tradimento” dell’opera originaria. Si può invece parlare di anamorfosi, nel senso di una deformazione di prospettiva che modifica e consente una visione deformata, ma foriera di innovative e spesso illuminanti percezioni. (Come rileggere – ad esempio – il racconto di Cortázar nella visione antonioniana di Blow Up). Anamorfosi, quindi, come coniugazioni prospettiche: una ricerca semantica, come avviene per i racconti di Poe messi in cinema da Epstein, il presunto duello Mozart-Salieri raccontato dal film di Forman, il barocchismo vertiginoso di Welles per il Kafka del “Processo”, ecc.
Gennaio 2018
Mercoledì 10
BLOW UP (1966) di Michelangelo Antonioni. Con David Hemmings, Vanessa Redgrave. Dal racconto Le bave del diavolo di Julio Cortázar. UK, Italia, 111 min.
Palma d’Oro al Festival di Cannes nel 1967 e nomination all’Oscar per la miglior regia. Dal racconto di Julio Cortázar, il film mutua l’idea che la macchina possa vedere cose che sfuggono all’uomo. Antonioni prosegue il discorso sull’arte e sul cinema già presente nei suoi titoli precedenti.
Giovedì 11
Il cinema di Man Ray:
Retour à la raison (1923)
Emak Bakia (1926)
Le mistyère de chateau de dès (1929)
L’étoile de mer (1929)
Man Ray lavora al di fuori di ogni struttura formale e contenutistica, con porzioni di pellicola impressionata senza ricorrere alla cinepresa, sottolineando la distanza dalla scena illusoria del cinema narrativo, della pittura e del teatro. Alterna ready made con riprese di grande raffinatezza fotografica: un dosaggio di improvvisazione e rigore formale nell’autentico spirito surrealista dell’enigma identitario.
Mercoledì 17
Arancia meccanica (A Clockwork Orange 1971) di Stanley Kubrick. Con Malcolm McDowell, Patrick Magee, Adrienne Corri, Michael Bates, Warren Clark. Dall’omonimo romanzo di Anthony Burgess UK,137 min.
In versione integrale e restaurata il capolavoro di Kubrick accolto al suo apparire, da infinite polemiche e sequestrato per molti anni in Francia, mentre in Gran Bretagna non può essere ancora proposto al cinema.
Giovedì 18
Fahrenheit 451 (1966) di François Truffaut. Con Julie Christie, Cyril Cusak. Dal romanzo omonimo di Ray Bradbury (In Italia, “Gli anni del rogo”). Usa, Francia, 112 min.
Il racconto di una società distopica in cui leggere o possedere libri è considerato un reato. Al romanzo fu assegnato il premio Retro Hugo come miglior romanzo 1954. La regia di François Truffaut sottolinea le degenerazioni informative del sempre più invadente consumo massmediale.
Mercoledì 24
Amadeus (1984) di Milos Forman. Con Tom Hulce, F. Murray Abraham, Roy Dotrice, Elizabeth Berridge, Simon Callow. Dall’omonima opera teatrale di Peter Shaffer. USA 158 min.
Ogni scena del capolavoro di Forman è accompagnata da una scelta di musiche mozartiane (Il ratto dal serraglio, Le nozze di Figaro, Don Giovanni, Il flauto magico, fino al Requiem), che fanno da contrappunto ai momenti salienti della vita del compositore. Un film perfetto e indimenticabile, meritatamente ricompensato con 8 premi Oscar.
Giovedì 25
Silence (2016) di Martin Scorsese. Con Andrew Garfield, Adam Driver, Liam Neeson, Tadanobu Asano, Ciarán Hinds, Issei Ogata. Dal romanzo “Silenzio” dello scrittore giapponese di religione cristiana Shusaku Endo. USA, 161 min.
Martin Scorsese ha impiegato quasi trent’anni per portare sul grande schermo il romanzo “Silenzio”, una maestosa ed epica storia di missionari gesuiti che nel Seicento partirono per evangelizzare l’impero giapponese del Sol Levante. Il film porta lo spettatore ad un coinvolgimento emotivo e, soprattutto, ad una importante ed attuale riflessione filosofica sul concetto di fede, religione e religiosità. Un’opera artistica caratterizzata da una fotografia magnetica ed evocativa.
Mercoledì 31
Querelle de Brest (Querelle,1982) di Werner Fassbinder. Con Brad Davis, Franco Nero, Jeanne Moreau. Dal romanzo omonimo di Jean Genet. Rtf. Francia, 108 min.
L’ultima opera di Fassbinder, già diventato un cult-movie, che sviluppa una tematica omosessuale. Una discesa negli inferi di un bordello nel porto di Brest: vicende di uomini spinti da istinto sessuale, amore, orgoglio. Il fascino del film risiede anche in una fotografia dai colori vivissimi, piena di contrasti, capace di adattarsi al mutare delle situazioni e di immergere la storia in un clima espressionistico.
Febbraio 2018
Giovedì 1
Il cameraman (The Cameraman, 1928) di Buster Keaton, Edward Sedgwick. Con Buster Keaton, Harold Goodwin, Marceline Day, Sidney Bracy. USA, 88 min. + Film (film 1964) di Alan Schneider, Soggetto e sceneggiatura di Samuel Beckett. 22 min.
Un film semplicemente fantastico e ricco di invenzioni visive, che racconta di uno sfortunato cameraman che cerca, per amore di una donna, di farsi strada nel mondo del cinema. A completare il programma, il cortometraggio enigmatico del 1964, diretto da Alan Schneider su sceneggiatura di Samuel Beckett.
Mercoledì 7
America oggi (Short Cuts, 1993) di Robert Altman. Con Anne Archer, Jack Lemmon, Madeleine Stowe. Dai racconti di Raymond Carver. USA 180 min.
Leone d’Oro al miglior film alla 50ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, il film è tratto da 9 diversi racconti di Raymond Carver. Altman amplia, intreccia e mescola le storie dello scrittore statunitense dando vita a un complesso affresco e un’altalena di toni ed emozioni che hanno per sfondo una brulicante e a tratti opprimente Los Angeles.
Giovedì 8
Antologia Mekas, da Salvador Dalì ad Andy Warhol
Excerpts from Walden (Diaries, Notes, and Sketches); Lost, Lost, Lost; Paradise Not Yet Lost; Scenes from the Life of Andy Warhol: Friendships and Intersections; Scenes from the Life of Andy Warhol. USA, 90 min.
Tratto dai diari del più importante regista del film d’avanguardia americano, Jonas Mekas. Dai primi esperimenti in b.n. fino alla prima esecuzione pubblica del Velvet Underground. Vediamo Salvador Dalì, Lou Reed, Nico, Edie Sedgwick, Gerard Malanga, Andy Warhol, Allen Ginsberg, Ed Sanders, John Lennon, Yoko Ono, George Maciunas, Paul Morrissey, Karen Lerner, Jay Lerner, Peter Beard, Tina Radziwill, John D’Allessandro, Caroline Kennedy, Mick Jagger e molti altri.
Mercoledì 14
Atto di forza (Total Recall, 1990) di Paul Verhoen. Con Arnold Schwarzenegger, Rachel Ticotin, Sharon Stone, Ronny Cox. Liberamente ispirato al racconto di Philip Dick Memoria totale (We Can Remember It For You Wholesale). USA, 113 min.
La memoria e le sue contraddizioni. La cancellazione,l’innesto di falsi ricordi: tematiche su cui riflettere. Dalla inesauribile fantasia di Dick, un film che ruota attorno all’interrogativo su cosa sia reale e cosa no.
Giovedì 15
Il grande Gatsby (The Great Gatsby, 2013) di Baz Luhrmann. Con Leonardo Di Caprio, Tobey Maguire, Carey Mulligan, Joel Edgerton, Isla Fisher. Dal romanzo omonimo di Scott Fitzgerald. Australia, USA, 142 min.
Terza trasposizione cinematografica del più famoso romanzo di Fitzgerald, dopo quella del ’49 e quella del ’74, il film di Luhrmann è un mirabile esempio di “tradimento dalla letteratura al cinema”. Il regista rilegge con stile fiammeggiante, eccessivo e visionario il capolavoro di Fitzgerald sulla caduta di valori nella società Usa prima della crisi del ’29.
Mercoledì 21
Ultimi fuochi (The Last Tycoon, 1976) di Elia Kazan. Con Robert De Niro, Robert Mitchum, Tony Curtis, Jeanne Moreau, Jack Nicholson. Dal romanzo di Scott Fitzgerald The novel’s tragic tycoon hero is Stahr, USA 125 min.
Il romanzo è considerato di gran lunga la migliore opera narrativa che sia mai stata scritta su Hollywood. Fitzgerald utilizza una prosa che è già cinematografica, basata sul montaggio di veloci flash che danno potenza drammatica ai fatti avvenuti, inserendo tra una vicenda e l’altra veloci dissolvenze. Essenziale la regia di Elia Kazan e mirabile l’interpretazione di Robert De Niro
Giovedì 22
Le relazioni pericolose (Dangerous Liaisons, 1988) di Stephen Frears. Con John Malkovich, Glenn Close, Michelle Pfeiffer. Dal romanzo omonimo di Pierre Choderlos de Laclos. USA, 120 min.
Esordio hollywoodiano di Frears, che ricostruisce in modo accurato l’epoca del romanzo ed affronta in modo magistrale “la crudele battaglia fra sessi dove dominano denaro e potere” con l’ausilio di attori che fanno rivivere tempi scomparsi, dove s’intrecciano amori, falsità ed emozioni. Stephen Frears sottolinea le analogie con la contemporanea amoralità, alla ricerca del massimo potere e del completo piacere in uno scenario dall’incerto futuro.