Grande successo a Napoli per il primo workshop sulla Medicina Narrativa
Grande interesse e partecipazione ha registrato il workshop dal titolo L’Ematologia, l’Oncologia e la Medicina del Dolore tra umanizzazione delle cure e Precision Medicine, svoltosi ieri nella sede della Croce Rossa Italiana a Napoli. La giornata è stata organizzata da Beniamino Casale, Responsabile IPAS Terapie Molecolari e Immunologiche in Oncologia – A.O. dei Colli e da Carlo Negri, Socio e Amministratore della società di consulenza marketing Napolilab, con il supporto di Nfc e Napolilab; inoltre è stata accreditata dal provider ecm Eubea, che opera da 15 anni nella formazione professionale dei medici – soprattutto in ambito onco-ematologico – e di tutti gli altri operatori sanitari. Scopo del workshop era fornire a operatori sanitari e pazienti le linee guida per arginare la mancanza di “dialogo” tra l’ammalato e chi deve curarlo, migliorando la comunicazione tra tutte le figure coinvolte nel processo di cura. Tutto ciò rimettendo al centro il paziente, che con i suoi racconti può fornire un importante aiuto agli “attori” del sistema salute.
La giornata si è aperta con i saluti di Paolo Monorchio, Presidente Croce Rossa Italiana comitato Napoli e provincia; tra i relatori Marcello Gentile, Primario Urologia Casa di Cura Santa Rita di Avellino; Alfonso Papa, direttore U.O.S.D. Terapia antalgica A.O. Dei Colli; Giacomo Cartenì, Direttore U.O.C. Oncologia Medica A.O.R.N. A. Cardarelli; Giorgio Iaconetta, Direttore Cattedra e Clinica Neurochirurgica A.O.U. San Giovanni di Dio e Ruggi D’Aragona. La sessione del mattino è stata a carattere scientifico, mentre nel pomeriggio il focus è stato tutto sulla comunicazione, con particolare attenzione a Medicina Narrativa e Medical Humanities. La prima è una metodologia d’intervento clinico-assistenziale basata su una specifica competenza comunicativa. La narrazione permette infatti di integrare i diversi punti di vista agendo in modo complementare con le direttive dell’ Evidence-Based Medicine (EBM). Le Medical Humanities, con il loro approccio multidisciplinare, forniscono alla medicina e ai soggetti coinvolti gli strumenti per comprendere le malattie e la salute in un contesto sociale e culturale più esteso.
“Siamo molto soddisfatti – afferma Beniamino Casale – e speriamo di aver dato un forte incentivo alla corrente di pensiero favorevole all’ “umanizzazione” delle terapie e al dialogo tra operatori sanitari, pazienti e caregivers. Purtroppo a causa della cattiva comunicazione i pazienti a volte abbandonano le terapie, con conseguenti danni non solo per la loro salute, ma anche in termini di costi dovuti a ricoveri d’urgenza che potrebbero essere evitati. In casi estremi si arriva anche alla denuncia”. Gli fa eco Carlo Negri : “Abbiamo già numerose richieste di “replica”, il che ci fa capire quanto sia grande il “vuoto formativo” che evidentemente va colmato con urgenza. Il nostro obiettivo è sanare questi gravi gap di comunicazione che si creano tra chi cerca sostegno, cure ed empatia, e chi può offrire tutto questo alimentando un rapporto di fiducia che può solo innescare circoli virtuosi nel percorso terapeutico”