Bellezza, è allarme per i ritocchi fai da te
“Dopo un anno di dubbi mi sono autofillerata le labbra e sono strafelice!” annuncia entusiasta Pennycillina. “Chi fa da sola le punturine nasolabiali? Bucando la pelle sanguina tantino… è il caso di proseguire?” chiede preoccupata Babi781. “Vuoi informazioni su come fare da sola le punturine? La domanda è quasi settimanale sul forum, fai una ricerca” risponde Mire0707 a una nuova arrivata. Sul web si moltiplicano chat e tutorial per chi decide di farsi in casa trattamenti di medicina estetica, come biorivitalizzazione, filler o addirittura botulino, che è un farmaco. Un trend costante che non accenna a diminuire, tanto che dalla Federazione Italiana Medici Estetici (FIME) lanciano l’allarme: all’ultimo congresso anche Domenico Piccolo, già presidente dell’Associazione Dermatologi Italiani Ambulatoriali, è intervenuto sul tema per segnalare il fenomeno e denunciare i danni, anche gravi, che possono derivare da queste pratiche. “Sembra assurdo, ma ci sono persone che, per risparmiare qualcosa, decidono di auto-iniettarsi sostanze nel viso senza averne le competenze – dice Raffaele Rauso, past president della FIME e docente all’Università degli Studi di Foggia -. Puntualmente arrivano nel mio studio pazienti che, dopo avere fatto qualche seduta di medicina estetica o dopo aver guardato qualche tutorial, si sono improvvisati medici estetici causando qualche guaio: se ne vergognano talmente tanto che a volte non dicono nemmeno di aver fatto da soli”. Mai come ora, invece, le punturine fai-da-te sono assolutamente sconsigliate: “Le tecniche di medicina estetica sono molto evolute in questi anni – spiega il professor Rauso -. Le pratiche sono mini-invasive, è vero, ma sempre più vicine alla chirurgia: basti pensare che oggi, anche per i medici estetici, si fanno corsi di approfondimento su cadaveri, che fino a qualche anno fa erano ad esclusivo appannaggio di chi voleva fortificare le sue competenze chirurgiche e non certo medico estetiche”. Prima di decidere di iniettarsi da soli delle sostanze, è quindi bene considerare cinque aspetti.
1) Sterilità di ambienti e materiali. Lavorando in casa e non in uno studio medico, senza le dovute accortezze, spesso le pratiche igieniche di base non sono rispettate: “Si usano aghi non sterilizzati, rischiando con molta facilità di provocare infezioni o ascessi che richiedono, nel migliore dei casi, una terapia antibiotica” spiega il professor Rauso.
2) La scelta dei prodotti. “Le pazienti fai-da-te acquistano i prodotti consigliati sui forum o con il passaparola – dice Rauso -. Gli acquisti si fanno su internet o in farmacia, grazie a ricette fatte da medici compiacenti o amici. Il problema è che spesso i prodotti sono un mix non meglio precisato di vitamine e altre sostanze di dubbia provenienza, senza il marchio CE o garanzie di qualità. In altri casi non sono i prodotti giusti per quello che si vuole fare: oggi ne esistono talmente tanti in commercio che è difficile orientarsi. Oltre allo scarso risultato estetico, possono causare reazioni allergiche e lasciare sfigurati, anche in modo permanente” dice Rauso.
3) Risultati estetici. “Fino a qualche anno fa i filler venivano iniettati solo nei tessuti più superficiali come cute e sottocute mentre oggi, grazie a nuovi studi sull’invecchiamento, si è capito che l’esclusivo aumento di volume superficiale crea solo un “anomalo gonfiore”, concetto ben lontano dal ringiovanimento – afferma il past president FIME -. Per questo i filler di nuova generazione possono essere iniettati in profondità, consentendo di ottenere risultati naturali e duraturi, ripristinando la morfologia del volto fin dall’impalcatura ossea che nel tempo tende a rimaneggiarsi e riassorbirsi. Una conoscenza anatomica approfondita è quanto mai necessaria, altrimenti si rischia di lesionare nervi e vasi sanguigni di calibro maggiore rispetto ad i capillari che si incontrano in superficie”.
4) Le “punturine”. “Solo un medico con una preparazione specifica nel campo estetico sa dove e quanto materiale iniettare per ottenere risultati naturali, non basta guardare un disegno con i punti evidenziati o un video per acquisire queste competenze. Senza considerare che bisogna sapere come agire tempestivamente in caso si verifichino reazioni avverse. Non bisogna dimenticare che filler e botulino possono essere iniettati solo da medici, non da infermieri o estetisti: prima di farlo, verificate anche che abbia una preparazione specifica nel campo estetico sul sito della FnomCeo” aggiunge Rauso.
5) L’aspetto economico. I kit fai-da-te hanno costi a partire da 40 euro, mentre una “punturina” fatta da un medico estetico parte dai 300 euro. “Il risparmio può sembrare davvero notevole, ma non fatevi ingannare: solo il filler a un medico costa dai 100 ai 200 euro, quindi sotto certe cifre non è possibile scendere, a scapito di qualità o professionalità. E bisogna considerare che risolvere i danni può essere molto, molto più costoso e, in alcuni casi, non è neanche possibile: il rischio è rovinarsi per sempre” conclude il past president FIME.
Raffaele Rauso (www.raffaelerauso.com; www.topchirurgiaestetica.it): Laureato in Medicina e Chirurgia a Napoli con 110 e lode, si è specializzato in Chirurgia Maxillo-Facciale a Napoli, ha conseguito un master di II livello in Chirurgia Estetica a Milano, un master di II livello in Chirurgia Ricostruttiva della Mammella a Roma, un dottorato in Chirurgia Plastica, Dermatologia ed Anatomia sempre a Roma e un diploma post lauream in “tecniche microchirurgiche”. Ha perfezionato le conoscenze con esperienze all’estero in USA, India e Svizzera. Dal 2008 svolge missioni di chirurgia plastica umanitaria in paesi in via di sviluppo (Etiopia, Senegal, Gabon, Uganda, Giordania, Paraguay, Brasile). È autore di numerosi articoli scientifici presenti su pubmed.com (la biblioteca informatica medica più importante al mondo), e di capitoli su opere chirurgiche nell’ambito della Chirurgia Plastica Estetica. È socio delle più importanti associazioni di categoria: EAFPS (European Academy of Facial Plastic Surgery), EACMFS (European Association for Cranio Maxillo Facial Surgery), AICPE (Associazione Italiana Chirurgia Plastica Estetica), SICPRE (Società Italiana Chirurgia Plastica Estetica), SIM (Società Italiana di Microchirurgia), DASIL (Dermatologic Aesthetic Surgery International League), etc. È docente all’Università degli Studi di Foggia ed è past president della FIME (Federazione Italiana Medici Estetici). È fondatore del brand ChirurgiadellaBellezza (www.chirurgiadellabellezza.it), network di chirurgia plastica e medicina estetica con sedi a Roma, Milano, Napoli e Caserta.