Casaluce. Migranti a lavoro, Forza Nuova: “Per loro è ‘integrazione sociale’, per noi è sfruttamento”
«Per noi non è integrazione ma soltanto sfruttamento”. Breve e chiaro il commento del gruppo di cittadino di Forza Nuova all’ennesima segnalazione dell’utilizzo dei migranti per la ricognizione, selezione, rimozione e smaltimento di rifiuti speciali. «Questa mattina (02/10/2017), allertati da alcuni residenti, ci siamo recati in via Cupa ed abbiamo notato ancora una volta come il proprietario del famoso ‘camion verde’ (già oggetto di numerose denunce legali e giornalistiche in passato) utilizzava migranti a rimuovere rifiuti in quella zona. Nel documentare fotograficamente la cosa, sul posto vi era la presenza di transenne riportanti loghi riconducibili al Comune di Casaluce. Dalla Casa Comunale ci hanno fatto sapere che l’incarico di rimozione era stato affidato, tramite determina del Settore Ambiente, ad una ditta privata con sede a Teverola, la Eco Industriale srl. Una volta consultata la determina, abbiamo constatato che in essa non risultava la voce che autorizzava la ditta ad utilizzare persone che sono ospitate nel centro accoglienza». «Ancora una volta dobbiamo sottolineare che quei lavori non sono attribuibili alla cosiddetta integrazione sociale bensì meglio dire, secondo noi, sfruttamento della persona. Se dalla determina risulta che per tale lavoro, il Comune ha impegnato la spesa pari a 2.750€, ci chiediamo: i lavoratori/migranti saranno pagati? Come mai sono stati scelti i migranti e non persone di Casaluce in difficoltà economica? Il Comune, l’Assessore alle Politiche Sociali, Ufficio Tecnico ed Ambiente, Prefettura e Ministero dell’Interno sapevano dell’utilizzo delle persone ospitate nel centro accoglienza? Il proprietario del famoso camion verde è un dipendente della ditta o la stessa Eco Industriale srl ha subappaltato il lavoro ad un privato/società?». «Intanto in giornata abbiamo fatto partire una denuncia indirizzata agli Enti preposti per chiedere maggiori chiarimenti sulla cosa. L’utilizzo dei migranti per i lavori di manutenzione non sono da attribuire come integrazione nella società. Per noi è solo un buonismo al fine di abituare in maniera subdola i cittadini alla presenza dei profughi. Abbiamo più volte diffidato le istituzioni locali e centrali dal mettere in atto queste forme ignobili di sfruttamento generalizzato invitandole ad ascoltare anche quella parte di popolazione contraria ed indignata, cercando di aiutare in primis le molte famiglie casalucesi che attraversano un periodo di crisi economico-lavorativo. La ‘retribuzione’, seppur ‘a nero’ in qualche circostanza, destinata agli immigrati (che già usufruiscono del cosiddetto ‘pocket money’) per i lavori svolti, è un pugno nello stomaco per i tanti lavoratori comunali che a stento ricevono stipendio ed integrazione salariale. Ogni popolo ha la sua terra, ogni terra ha il suo popolo. #PrimaiCasalucesi».