Alla Galleria Borbonica Sabato e Domenica “Filippo di Borbone: storia di un quasi Re fermato dalla follia”

 Alla Galleria Borbonica Sabato e Domenica “Filippo di Borbone: storia di un quasi Re fermato dalla follia”

Storia, teatro e psicanalisi. Le emozioni, le passioni, e le oscurità labirintiche della mente di Filippo di Borbone sono il soggetto del nuovo spettacolo itinerante de “Il Demiurgo” alla Galleria Borbonica di Napoli: “Io sono il Re – Filippo di Borbone: storia di un quasi re”.

Dopo il successo di pubblico di “Ulisse: il viaggio nell’ade” e di “SHAK: William Shakespeare e lo Shock della creazione” si rinnova il fortunato sodalizio tra la compagnia teatrale irpina ormai specializzata nella narrazione teatrale nei siti culturali e il più affascinante percorso del circuito della Napoli Sotterranea che rappresenta il vanto dell’ingegneria civile borbonica.

​Sabato e Domenica 4 e 5 Marzo (con due repliche al giorno alle 19.30 e alle 21) va in scena alla Galleria Borbonica “Io sono il Re – Filippo di Borbone: storia di un quasi re”. Uno spettacolo itinerante che rappresenta anche un viaggio nella mente umana.

La storia racconta di Filippo, il primogenito di Carlo III, re di Spagna, di Napoli e di Sicilia. Filippo dovrebbe ereditarne il trono, ma è afflitto da demenza. Così trascorre i suoi giorni nella reggia di Portici, raccontando in maniera onirica e appassionata, tormentata e sognante il mondo tutto suo in cui vive. “Si tratta di un mondo che oscilla tra la realtà e la fantasia in cui distinguere la vita dal sogno è impossibile e la verità raccontata da un sovrano di carta rischia d’essere molto più profonda di quella vissuta da ciascuno di noi”. Così lo descrive Francescoantonio Nappi, regista e autore del testo, fondatore de “Il Demiurgo”, che anticipa come lo spettacolo rappresenti “l’urlo dolce ma disperato d’un eterno fanciullo, che, tra le pieghe d’una innocenza disarmante e disarmata, che conferisce leggerezza e ironia a tutta la narrazione, nasconde una grande solitudine e un enorme dolore”.

La storia travagliata del giovane Filippo

È il giugno del 1747 quando Carlo III, sul trono di Napoli da oramai 13 anni, può finalmente festeggiare la nascita di un erede maschio: il piccolo Filippo, nato a Portici, viene immediatamente insignito del titolo di duca di Calabria, e salutato come erede al trono. Poco dopo il bambino, però, presenterà inequivocabili segni di demenza, tanto da essere prima escluso dalla linea di successione e poi sistemato (di fatto nascosto) nella Reggia di Portici. I fratelli minori diverranno re, Carlo in Spagna, Ferdinando a Napoli. La sua vita, invece, scorrerà silenziosa e dimenticata.

“Nella struttura drammaturgica dello spettacolo – anticipa Nappi – Filippo si presenta come un adulto dai modi fanciulleschi, che vive la sua vita come fosse un sogno, o un incubo. Attento a dettagli insoliti, distratto dal mondo e dalla vita, vede scorrere i suoi giorni in modo ripetitivo e inusuale. Ma seppur simile più a un bambino che a un uomo, Filippo comincia a crescere. Lo incontriamo in scena oramai trentenne, alle prese con i più umani dei turbamenti adulti: il rancore, la passione, l’amore affacciatisi già in tenera età divengono oramai pulsioni inarrestabili, “sente” la vita come un adulto, Filippo. Ma ha soltanto strumenti da fanciullo a sua disposizione”.

La struttura narrativa itinerante si snoderà all’interno della Galleria Borbonica di Napoli, nei meandri del sottosuolo di Napoli, dove proprio il Demiurgo ha già portato in scena, tra gli altri, i testi di Pirandello e di Edgard Allan Poe.

“Questo luogo incredibilmente evocativo dal punto di vista storico ed estetico – evidenzia Francescoantonio Nappi – risulta un elemento essenziale della narrazione, perché come accade negli spettacoli de “Il Demiurgo” da un lato c’è la storia dei luoghi che prende corpo e viene raccontata e dall’altro è la suggestione di quegli stessi luoghi a diventare parte integrante dello spettacolo. Ed un luogo come la Galleria Borbonica capace di ricordare e suscitare le emozioni forti della storia ci è sembrato lo scenario ideale di uno spettacolo che punta tutto sulle emozioni, sulla passione e sulle oscurità labirintiche della mente”.

Lo spettacolo è ispirato a un racconto di Andrea Zappulli e sarà interpretato dallo stesso Nappi, nei panni di Filippo, e da Nello Provenzano e Chiara Vitiello.

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