Coldiretti, ecco le conseguenze dell’ok del CETA: al via le esportazioni in Canada del Prosciutto di Parma

 Coldiretti, ecco le conseguenze dell’ok del CETA: al via le esportazioni in Canada del Prosciutto di Parma

I produttori canadesi potranno continuare ad utilizzare il termine Parmesan ma anche produrre e vendere, come già fanno, Gorgonzola, Asiago, Fontina dove dovrà essere aggiunta l’indicazione Made in Canada, ma finalmente entrerà sul mercato canadese il prosciutto di Parma Dop fino ad ora precluso, in coesistenza però con quello dell’azienda privata che ne ha registrato il marchio. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti sugli effetti dell’approvazione da parte dell’Europarlamento del Ceta (Comprehensive Economic and Trade Agreementr) con il Canada sulle produzioni alimentari ad indicazione geografica Made in Italy. Nel dettaglio riceveranno protezione nel Paese dell’acero un elenco con 171 prodotti ad indicazione geografica dell’Unione Europea tra cui figurano 41 nomi italiani rispetto alle 289 denominazioni Made in Italy registrate. Tale accordo prevede ad esempio che – continua la Coldiretti – il Prosciutto di Parma, il Prosciutto San Daniele, il Prosciutto Toscano e il Prosciutto di Modena potranno entrare nel mercato canadese con il loro nome ma dovranno coesistere con i marchi canadesi registrati. In altre parole sul mercato del paese nordamericano – precisa la Coldiretti – ci saranno i prosciutti di Parma e San Daniele Made in Canada insieme a quelli italiani mentre fino ad ora il prosciutto di Parma italiano poteva essere esportato solo con il nome di “Prosciutto originale”. Gorgonzola, Asiago e Fontina sono considerati generici dall’accordo e i canadesi potranno continuare a produrli e venderli con tale denominazione che sarà però accompagnata dall’indicazione obbligatoria dell’origine in etichetta (esempio Asiago Made in Canada), senza però possibili evocazioni (quali bandiere o immagini di posti notoriamente riconosciuti). Nel caso di eventuali nuovi prodotti canadesi di imitazione, questi dovranno essere accompagnati dalle espressioni “tipo; stile o imitazione” (esempio “stile squacquerone di Romagna). Non c’è dubbio che per le indicazioni geografiche – sostiene la Coldiretti – sia di fatto mantenuta e ratificata una situazione di ambiguità che rende difficile ai consumatori distinguere il prodotto originale ottenuto nel rispetto di un preciso disciplinare di produzione dall’imitazione di bassa qualità. Ma è anche vero che l’accordo – precisa la Coldiretti – interviene su una situazione fortemente compromessa in cui almeno il 90% per cento dei formaggi di tipo italiano consumati in Canada sono in realtà di produzione locale, dal pecorino friulano al Romano cheese, dal Romanello al Crotonese, dalla Fontina alla scamorza fino al Parmesan. La situazione è anche peggiore per i salumi ed in questo senso la storia del prosciutto di Parma Dop, è esemplare. La denominazione da diversi decenni è stata usurpata dalla società Maple Leaf Foods, la più grande industria alimentare canadese, che ha registrato il marchio “Parma” e quindi può regolarmente commercializzarlo. La conseguenza – conclude la Coldiretti – è che il vero prosciutto di Parma Dop non può essere al momento venduto in Canada ma per essere comunque presente su quell’importante mercato, il prodotto italiano viene commercializzato con il nome “Prosciutto originale”, e sugli scaffali dei negozi si trova acconto al “Parma” canadese, senza poter portare il suo vero nome.

EFFETTI ACCORDO CETA SU DENOMINAZIONI ITALIANE IN SINTESI
1) Il Canada continuera’ a produrre e vendere sul proprio mercato Parmesan
2) Il Canada continuerà a produrre e vendere Gorgonzola, Asiago, Fontina ma dovrà aggiungere l’indicazione Made in Canada
3) Il Canada potrà iniziare a produrre e vendere prodotti non presenti prima com e ad esempio lo “squacquerone di Romagna” ma dovrà aggiungere il termine style o imitazione
4) Potrà entrare sul mercato canadese il prosciutto di Parma Dop (fino ad ora precluso) in coesistenza pero’ con il Prosciutto di Parma canadese

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