Slow Food: serve subito una legge per la tutela del suolo
«Non possiamo proseguire con questo ritmo: abbiamo bisogno urgentemente di una legge per evitare il consumo del suolo» dichiara Francesca Rocchi, vicepresidente di Slow Food Italia. «La situazione italiana è drammatica: il 35% del nostro territorio è montagnoso e una superficie di 21mila metri quadrati è già stata cementificata con costi ambientali ed economici elevatissimi. Rendere il suolo non coltivabile significa perdere un bene comune, una risorsa ambientale fondamentale. Per questo dobbiamo pensare a una normativa forte che parta da un censimento serio del patrimonio edile non sfruttato. Un evento come Una giornata per il suolo ci permette di fare il punto sulla situazione del suolo in Italia e di creare maggiore consapevolezza su un tema su cui da sempre Slow Food pone grande attenzione. Impoverire il suolo, peggio ancora renderlo inutilizzabile, limita la possibilità di vita delle future generazioni, rendendo incerta e vulnerabile quella presente».
Insieme a ISPRA, FAO, Centro Comune di Ricerca della Commissione Europea, Aissa, Dipse, Cia, Confagricoltura, Copagri, Conaf, Legambiente e Forum Salviamo il Paesaggio, Slow Food Italia è tra gli organizzatori di Una giornata per il suolo 2016, un momento di approfondimento per discutere dell’importanza del suolo e della sua tutela, partendo dai dati del rapporto ISPRA sul Consumo di suolo in Italia 2016. I dati riportati non sono incoraggianti: nonostante gli allarmi lanciati negli ultimi anni, oggi si registra ancora un consumo di 4 metri al secondo, pari a 35 ettari al giorno. Questo dato non evidenzia appieno le conseguenze a livello sociale e ambientale: si tratta, infatti, di un insieme di costi non sempre immediatamente percepiti – vale a dire il servizio ecosistemico che il suolo non può più fornire a causa delle trasformazioni subite – quantificabili in 1.925 milioni di euro annuali. Si va dalla produzione agricola con oltre 400 milioni euro, alla produzione dell’erosione con oltre 120 milioni.
«Partecipare a una giornata dedicata al suolo significa informare e sensibilizzare più persone possibili su una questione delicata che tocca da vicino ognuno di noi» prosegue Rocchi. «Circa il 7% del territorio italiano è cementificato (edifici e infrastrutture dei trasporti e industriali) e non ci sono purtroppo speranze per arrestare il fenomeno. Questo purtroppo non vale solo per l’Italia: anche a livello europeo manca una vera e propria legislazione che regoli il consumo di suolo. Slow Food si è mossa su questo fronte aderendo all’iniziativa dei cittadini europei People4Soil, insieme ad altre 300 organizzazioni di tutta Europa: a partire da settembre, avremo un anno di tempo per raccogliere un milione di firme da presentare alla Commissione Europea per attuare una direttiva quadro sulla protezione dei suoli».